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FARE INSIEME - Ep. 4 - Ammagamma, l’intelligenza artificiale che accelera il business

«Siamo traduttori della complessità: con la matematica leggiamo il mondo, con le persone lo cambiamo per davvero»

03/11/2021

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Matematici, fisici, ingegneri, sviluppatori. Ma anche filosofi, etnografi, artisti. Insieme al lavoro in un’ala di un convento modenese. Così ogni giorno le potenzialità della matematica entrano nelle aziende per aiutarle a crescere.
Per FARE Insieme Giampaolo Colletti intervista Fabio Ferrari, Fondatore e Presidente di Ammagamma

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

«
Siamo nati esploratori all'alba di un mondo da inventare. Sin dal primo giorno usiamo la matematica per espandere l’intelligenza umana. La tecnologia da sola non basta. Servono armonia, eleganza e intelligenza per guidare il cambiamento». Parola di Fabio Ferrari, 41enne fondatore e presidente di Ammagamma, società di data science che offre soluzioni di matematica avanzata alle aziende per orientarle verso nuove visioni sociali e produttive. A creare da zero nel 2013 questa startup diventata scaleup è stato proprio Ferrari, un passato da ricercatore universitario, poi la scelta di licenziarsi a 33 anni per provare ad applicare la matematica al miglioramento dei processi e delle prestazioni delle aziende. Un’intuizione che suonava un po’ come follia. E invece la storia è andata diversamente. Oggi Ammagamma lavora con centinaia di realtà –colossi mondiali e Pmi d’eccellenza – sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per le aziende e conta una squadra di una sessantina di dipendenti.  

Il tocco umano

Nel manifesto programmatico c’è l’idea di futuro che si costruisce sfruttando le potenzialità del digitale – la sua scalabilità, in un certo senso – ma col tocco umano a fare la differenza. «Oggi nel pieno della rivoluzione digitale trasformiamo i dati in nuove conoscenze usando la matematica come ponte. Tutto è iniziato quasi in solitaria. All’epoca parlare di matematica applicata al business era una sfida titanica. Poi ho trovato i miei compagni di viaggio. La matematica è un bellissimo strumento per leggere il mondo che ci circonda e per capire quello che verrà. È un po’ come la musica, con il suo pentagramma. Quelle note, se eseguite al meglio, possono diventare una bellissima melodia», dice Ferrari. Dalla musica si legge in filigrana il nome dell’azienda, che richiama il tempo del rock progressivo, quando la musica si univa ai primi suoni artificiali per liberare nuove visioni. Un tributo ai Pink Floyd e molto altro. Perché c’è un richiamo ad un approccio differente. «Siamo impegnati ad elaborare algoritmi e dare un senso ai numeri, ma umanizzando l’intelligenza artificiale». Il capitale umano diventa centrale per generare gli altri capitali e quindi scalare mercati, reputazione, attenzione. La squadra conta a Modena 60 professionisti con 21 nuovi ingressi programmati nei prossimi mesi. L’età media è di 32 anni, ma di fianco ai giovanissimi ci sono persone con esperienza trentennale. Così il management è misto, dai 27 fino ai 50 anni. «Nel team ci sono matematici, informatici, fisici. Ma non solo. Perché trovano posto anche designer, filosofi, esperti di storia delle religioni. Siamo traduttori della complessità: ecco perché per noi creare relazioni diventa centrale. Arruoliamo talenti con competenze, percorsi, linguaggi differenti. Questa diversità è ricchezza e diventa business consapevole. Ma c’è anche un altro elemento: l’esigenza di rendere comprensibili al cliente elementi scientifici. Tutto questo si può fare grazie alla human science, che diventa strategica quanto la data science. Può sembrare un paradosso ma oggi il racconto dell’AI viene distorto perché ci sono luoghi comuni legati al fatto che l’AI governi l'uomo. Invece l’AI e l’algebra aiutano a interpretare il contesto. Ecco perché cerchiamo di lavorare ostinatamente in modo contrario. La figura umanistica e artistica diventa centrale. Non a caso la matematica da sempre ha rappresentato un approdo per filosofi e storici, una chiave di interpretazione di tutte le discipline», afferma Ferrari. Si lavora sui processi aziendali da ripensare, snellire, migliorare. Si va dalle sfide legate alle Risorse Umane fino alla gestione della finanza. «Portiamo una nuova forma mentis per aiutare a dominare questi processi complessi grazie a modelli matematici e soluzioni concrete». L’headquarter di questa eccellenza della data valley emiliana è in un ex convento di via Sant’Orsola a Modena. «Ma in un’ala ci sono anche le suore Orsoline. Abbiamo un chiostro interno e alcuni spazi sono condivisi. Ogni tanto le sentiamo recitare il rosario in giardino».  

La formula della co-creazione

Tutto nasce nel 2013 per migliorare i processi energetici sotto il nome di Energy Way. In pochi anni il passaggio ai differenti comparti: dalle multiutility alle banche, dal manifatturiero alla grande distribuzione. Oggi Ammagamma è indicata da Linkedin tra le realtà italiane più innovative del 2020. «Sviluppiamo soluzioni che aiutano le aziende a evolvere il loro potenziale e a rispondere efficacemente alle sfide del momento. Lavoriamo su algoritmi sviluppati da zero o attingiamo da librerie esistenti, ma la differenza sta nel componimento. Tanti clienti ci stanno chiedendo di lavorare con l’AI. Il che non significa solo portare tecnologia, ma dispensare conoscenza. Noi portiamo gli strumenti, ma poi soltanto insieme al cliente si genera il cambiamento». Tra i più recenti progetti c’è la piattaforma digitale Genius Lab, sviluppata assieme a Kerakoll, che ha permesso di dotare i tecnici progettisti e gli agenti commerciali di una web app in grado di selezionare e quantificare rapidamente i progetti per il Superbonus 110%. «Lavorare a quattro mani significa sviluppare percorsi e rapporti che vanno oltre la classica categoria cliente-fornitore. È il segno della collaborazione, che diventa co-creazione».  

L’anima dei dati

Guardare oltre, anche a livello geografico. Un anno fa, proprio nel 2020, l’apertura in Israele, con tutte le difficoltà connesse alla pandemia. «Ma per noi Israele è stato sin dall’inizio un approdo strategico per conoscenza oltre che per mercato. È il Paese più vicino al mondo asiatico, offre ottime università e lì stiamo lavorando alla costruzione di algoritmi legati alla depurazione delle acque perché c’è un’attenzione particolare alla gestione idrica intesa come bene primario». I dati acquistano così una dimensione sociale. «Siamo fermamente convinti della necessità di sviluppare una cultura dei dati. Adottarli in maniera corretta per non generare asimmetrie. Il problema è legato a come il dato viene scelto, selezionato, gestito. Ci sono aspetti e implicazioni etiche. Per questo collaboriamo anche con università ed enti di ricerca», dice Ferrari. C’è poi la linea legata alla sostenibilità: organizzare la filiera in modo equilibrato e senza sprechi. Da qui la nuova sfida con lo sviluppo di indice Ammagamma: si tratta di uno strumento per misurare in modo certificato l’impatto che un algoritmo può avere su una impresa, l’impronta generativa del dato. Dal modello matematico alla sua rappresentazione. In fondo l’innovazione è quel mix tra componente tecnologica e componente umana.

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