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FARE INSIEME - Ep. 35 - Marzocchi Pompe e quella tradizione della meccanica che guarda al futuro con agilità e unicità

«Noi, i sarti delle pompe a ingranaggi»

14/03/2022

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Identikit dell’azienda bolognese leader nella progettazione e realizzazione di ingranaggi e componenti critici e che vende nel mondo grazie a innovazione e tecnologia, ma soprattutto alle persone. «Puoi avere macchinari e software di progettazione migliori al mondo, ma senza le persone coinvolte e fidelizzate non te ne fai niente». Per FARE Insieme Giampaolo Colletti intervista Gabriele Bonfiglioli, CEO di Marzocchi Pompe

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Quando si chiude una porta può aprirsi poi un portone. La saggezza popolare spiega meglio di qualsiasi altra cosa la nascita di Marzocchi. Siamo nel lontano 1949 e due fratelli, Stefano e Guglielmo, unitissimi tra loro e geniali nel lavoro, figure di riferimento da tempo per la parte tecnica di un brand iconico come Ducati, decidono di lasciare l’azienda per farne una tutta loro. A quell’epoca un passo importante. Certo, ci voleva coraggio e una buona dose di audacia e forse incoscienza, ma i due fratelli erano strenuamente convinti di ciò che stavano per compiere perché in loro era nata la voglia di fare qualcosa di più: c’era la voglia di lanciarsi in un momento storico in cui l’Italia era desiderosa di uscire dalle macerie del Dopo-guerra, nel tempo della ricostruzione. «C’era quella spinta imprenditoriale a mettere al servizio la propria esperienza verso nuove avventure, volevano giocare la loro partita e col senno di poi ce l’hanno fatta», racconta Gabriele Bonfiglioli, CEO di Marzocchi Pompe, realtà giunta nell’impresa di famiglia alla terza generazione e specializzata nella produzione di pompe e motori ad ingranaggi esterni per applicazioni industriali, mobili e automotive. Dell’esordio resta qualcosa di immutato per questa eccellenza tipicamente emiliana, caratterizzata dalla produzione interna di ingranaggi e componenti critici. Ossia la voglia di fare e la centralità del capitale umano. «Puoi avere i macchinari e i software di progettazione migliori al mondo, ma senza le persone coinvolte e fidelizzate non te ne fai niente. Ecco perché le risorse umane sono centrali», precisa Bonfiglioli. L’headquarter è a Zola Predosa, anche sede produttiva, mentre lo storico stabilimento è a Casalecchio di Reno, entrambi a due passi da Bologna. L’azienda ha registrato un fatturato di 40 milioni di euro nel 2019, che ha superato nel 2021 dopo un 2020 in flessione a causa della pandemia, con un raddoppio del fatturato in sei anni. C’è poi il capitale umano e il relativo posizionamento globale: Marzocchi, che conta 250 dipendenti ed è in crescita costante, è a vocazione internazionale, con una quota legata al mercato nazionale di circa il 30%. Per gli altri mercati si domina negli Stati Uniti, che valgono il 30%, e poi ancora l’Europa col 25% e l’Asia col 15%. Un’azienda globetrotter perché sì made in Italy, ma con due sedi commerciali all’estero: la Marzocchi Pumps USA controllata al 100% e collocata a Elgin, vicino a Chicago, impegnata a presidiare il mercato americano che è tra i più importanti al mondo e la Marzocchi Symbridge partecipata al 45% in joint venture e localizzata a Shanghai. C’è poi un’azienda partecipata di San Giovanni in Persiceto, la Montirone, per la pressofusione dei componenti critici.in alluminio.

La scalabilità della tecnologia.
Innovazione e tecnologia sono elementi strettamente correlati. «La nostra è un’azienda che è sempre stata e vuole continuare ad essere innovativa sul mercato con prodotti nuovi e diversi. Elika è una gamma parallela a quella standard che invece degli ingranaggi tradizionali usa dei rotori elicoidali coperti da due brevetti internazionali. Si tratta di un prodotto ad alta efficienza e bassa rumorosità e quindi di una pompa che trova tante applicazioni in campi sempre più orientati alla rivoluzione verde perché anche il rumore oggi è riconosciuto come un fattore di inquinamento», precisa Bonfiglioli. Così Elika viene scelta ad esempio per il funzionamento dei carrelli elevatori perché riduce il rumore. Ma l’innovazione si registra anche nella tecnologia legata alla produzione e nel ricercare efficienza sul fronte dell’automazione. In questi ambiti si è sempre cercato di essere innovativi per competere con aziende che sono concorrenti da tutte le parti del mondo e che dispongono di manodopera a basso costo e.  Il mercato vivace spinge anche a scelte importanti, coraggiose, necessarie. Così questa storica realtà bolognese è entrata anche in Borsa. «C’è un motivo trainante dietro a questa decisione. La nostra è una realtà capital intensive e per rimanere al passo coi tempi bisogna investire parecchio. Così abbiamo cercato una fonte alternativa al classico finanziamento bancario. Ma c’è dell’altro: come piccola-media realtà italiana siamo ormai abituati a lavorare con aziende di solito molto più grandi di noi, multinazionali che operano in tutto il mondo. Talvolta la richiesta del mercato e dei clienti era di capire fino in fondo come riuscivamo a garantire la solidità finanziaria e patrimoniale. Ecco allora che la quotazione è stata uno strumento di marketing e di posizionamento, un’azione di trasparenza», dice Bonfiglioli. La ricerca avanzata è vitale e prevede investimenti intorno al 3%, ma variabili di anno in anno. C’è poi l’alleanza con l’Università di Bologna, Facoltà di ingegneria: grazie a questa collaborazione sono stati sviluppati i due brevetti citati in precedenza.  

Lavoro sartoriale.
Per intercettare un cliente sempre più consapevole bisogna avere un prodotto all’avanguardia: efficiente e proposto al giusto prezzo. «Credo sia essenziale essere vicinissimi al cliente soprattutto in due fasi: prima nella progettazione e poi nella produzione. Noi abbiamo concorrenti tra i colossi, ma le aziende grandi hanno una gamma più ristretta. La nostra invece è quasi su misura, personalizzata. Abbiamo più di 16mila prodotti finiti a catalogo con oltre 800 clienti attivi: siamo sempre in ascolto del cliente. Questo è un tratto distintivo in fase di progettazione, cercando di individuare la soluzione tecnica più adatta alle esigenze del cliente, ma anche in produzione, perché si rispecchia nel non avere preclusione rispetto ai lotti che ci vengono richiesti. Ci sono grandi realtà che producono alti volumi di pompe all’anno dello stesso codice, noi lo facciamo ma il lotto può può anche essere di una sola pompa, per adattarci alle varie richieste. Non a caso veniamo definiti i sarti delle pompe a ingranaggi», precisa Bonfiglioli. Così questa spiccata flessibilità diventa agilità che fa la differenza su mercati concorrenziali. Ed è la dimostrazione pratica di come Davide può battere Golia.

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