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Accordi commerciali UE antidoto al protezionismo USA e volano per l'export italiano

In uno scenario internazionale governato da incertezza e spinte protezionistiche, gli accordi commerciali di nuova generazione conclusi negli anni recenti dall'Unione europea con i paesi terzi sono uno strumento strategico per sostenere gli scambi esteri. Dopo l'annunciata intesa commerciale tra Stati Uniti e Cina, torna in primo piano la negoziazione USA-UE per disinnescare l'introduzione di nuovi dazi.

Nel mondo sono attivi 302 accordi preferenziali.L’Unione europea è la maggiore promotrice di questi trattati: ne ha sottoscritti 42(con 73 paesi), molti di più di USA (13) e Cina (15). Gli accordi  hanno avuto un forte impatto positivo sulle esportazioni europee e, soprattutto, italiane.Secondo stime CSC, hanno generato una maggiore crescita delle vendite italiane in Corea del Sud di circa il 55 per cento e in Canada di quasi il 10 per cento in due anni. L’effetto positivo in Giappone è già visibile ma ridotto, dato il breve periodo di applicazione dell’accordo.

Le piccole e medie imprese,che rappresentano la maggioranza degli esportatori italiani ed europei, sono tra i maggiori beneficiari degli accordi di nuova generazione.
Tra i settori, in tutti e tre i paesi considerati (Corea del Sud, Canada e Giappone) le performance migliori sono concentrate nel made in Italy (sistema moda, abbigliamento-calzature-tessile, alimentari e bevande) e nei primi due comparti per peso sul totale esportato dall’Italia nel mondo (macchinari e prodotti in metallo).

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(Fonte CSC Confindustria)