C’è la passione per la tecnologia, c’è l’impegno continuo per l’innovazione, c’è l’attenzione maniacale al dettaglio. E poi c’è la cultura, con i suoi valori rimasti integri nei decenni. «La terra che ci ha visto nascere è stata quella che ha permesso che tutto questo potesse accadere». Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Silvia Pecorari, VP Strategic Development & Operations di Hansa-TMP
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
In fondo l’eccellenza è sempre un gioco di squadra. È quello che si coglie
subito rileggendo le pagine di storia di Hansa-TMP, colosso emiliano nella costruzione
e produzione di pompe idrauliche, in quell’hydraulic valley che il mondo ci
invidia. Si tratta di una realtà modenese specializzata nell’integrazione di
sistemi completi che prevedono l’utilizzo della tecnologia di fluidi in
connessione con l’elettronica. Impresa glocal dal respiro internazionale, che
negli anni ha vissuto un’evoluzione significativa: nata come studio di
progettazione, nel tempo è diventata produttrice e distributrice esclusiva di
colossi come Kawasaki. Di fatto sono specialisti in soluzioni oleodinamiche complete
e personalizzate legate all’elettronica, incentrate su efficienza e sostenibilità.
L’headquarter è a Modena, ma la forza di questa impresa sta nella sua presenza
in oltre 60 Paesi del mondo, con uffici vendita propri e con una strutturata
rete di distribuzione e customer service. Precisamente 21 distributori e centri
di riparazione all’estero per un export dell’80% fuori dai confini nazionali e
un giro d’affari sui 10 milioni di euro, col 40% di donne coinvolte e un’età
media sui 35 anni.
Alleanze nel territorio. L’azienda nasce nel 1950, nel pieno di
quel boom economico che è anche culturale. È un tempo di ripartenza, quello. E
lo si coglie anche sbirciando nell’Officina Meccanica Pecorari specializzata
nella progettazione e produzione delle prime macchine agricole, come
motocoltivatori. «Siamo cresciuti operando una scelta ben precisa: mantenere
internamente la ricerca e sviluppo, il controllo qualità, l’assemblaggio, il
test e la logistica e sfruttando la sinergia con i nostri fornitori per tutto
il resto. D’altronde il nostro è un territorio eccezionale. Così nel 1998 siamo
diventati noi stessi produttori di componenti oleodinamici: abbiamo iniziato a
realizzare le pompe a pistoni assiali a cilindrata variabile, per trasmissioni
idrostatiche di veicoli, macchine da costruzione, macchine agricole, spazzatrici
o per veicoli municipali», racconta Silvia Pecorari, VP Strategic Development
& Operations di Hansa-TMP, di fatto la seconda generazione dell’impresa di
famiglia. Già, il territorio con le sue persone. Talenti da portare a bordo. E
quindi si ritorna ossessivamente alla squadra, anche fuori dai confini
dell’azienda, in quel mondo della formazione che brulica di nuove risorse da
formare e far crescere. Ci vuole visione per fare tutto ciò, ma alla lunga i risultati
arrivano: così sono stati stipulati gli accordi con la facoltà di ingegneria dell’Università
di Modena e Reggio Emilia e con la Rete di Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna.
«Il team di ingegneri universitari utilizzano software di simulazione, a cui
abbiamo affidato ricerche supporto del nostro ufficio di progettazione prima
della realizzazione del prototipo. L’università racchiude al suo interno
competenze molto valide nel campo oleodinamico che possono supportare
l’innovazione di prodotto. Un modo per studiare e migliorare la sensoristica da
applicare sui nostri prodotti e per effettuare delle ricerche sia sui
materiali, sia sulle prestazioni delle pompe», precisa Pecorari.
I driver della crescita. C’è la passione per la tecnologia, c’è l’impegno
continuo per l’innovazione, c’è l’attenzione maniacale al dettaglio. E poi c’è
la cultura, con i suoi valori rimasti integri nei decenni. Perché per capire la
forza di questa azienda dobbiamo tornare al suo fondatore e agli anni ’50, in
quel percorso di meccanizzazione che stava coinvolgendo nel Dopoguerra anche
l’agricoltura, elemento portante della terra emiliana. «La terra che ci ha
visto nascere è stata quella che ha permesso che tutto questo potesse accadere.
D’altronde sin dall’inizio abbiamo lavorato per semplificare il lavoro in campo
e per innovare. Oggi progettiamo pompe, motori e valvole non a caso nel
distretto industriale più importante al mondo. E abbiamo un legame storico e
molto stretto con la catena di subfornitura. Riusciamo a controllare la filiera
e a risolvere velocemente le problematiche per dare un servizio al cliente
veloce e contenendo i costi. D’altronde una filiera corta consente la logistica
facilitata, la rapidità di risposta e di consegne», dice Pecorari.
Nel segno dell’eccellenza. La ricerca è un mantra. «Nel
2014 abbiamo fondato un centro interno per quelle competenze oleodinamiche e
trasversali. Centro di ricerche interno, ma aperto alle università. Qui
facciamo la simulazione virtuale con lo studio dei materiali e l’efficientamento
del prodotto. Poi collaboriamo con Competence Center per la prototipazione
rapida grazie ad una squadra di ingegneri legati alla ricerca e sviluppo», dice
Pecorari. La parte di testing è essenziale: con le simulazioni virtuali, dopo
la progettazione, si fanno prototipi in stampa 3D per vedere l’ergonomia di
montaggio, il tutto testato in prova con sistema di simulazione idrostatica.
Ora l’azienda guarda al futuro col raddoppio della parte produttiva e di
logistica. Un investimento di 3 milioni di euro che verrà completato entro il
prossimo anno con nuove linee che in logica 4.0, quindi automatizzate e con personale
specialistico. D‘altronde si prova e si riprova. E solo così si vince sul
mercato.
Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/
Leggi le altre interviste