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FARE INSIEME STARTUP - Ep. 6 - Caracol, quell’impresa che pensa in grande nella stampa 3D e scala i mercati

«La nostra tecnologia realizza componenti che vanno dal mezzo metro fino ai 15-20 metri»

19/10/2023

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In Italia nasce nel 2017 una scaleup grazie alle intuizioni di quattro fondatori provenienti dalle università milanesi Politecnico, Cattolica e Bocconi. Tanta ricerca e sviluppo per lavorare sul potenziale del large-format additive manufacturing, quindi la stampa 3D di grande formato. Perché i quattro sin dal primo giorno hanno lavorato per superare i limiti delle esistenti tecnologie di stampa 3D. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Francesco Francesco De Stefano, CEO di Caracol

FARE INSIEME STARTUP è lo spinoff del progetto FARE INSIEME dedicato alla presentazione di alcune delle realtà presenti nel portfolio di Primo Ventures, società che gestisce fondi specializzati nel settore digitale e della new space economy. Con Primo Ventures Confindustria Emilia ha avviato una partnership. Obiettivo: offrire alle imprese associate nuove occasioni di crescita grazie alla presentazione delle startup più innovative sul mercato. Qui raccontiamo alcune loro storie.

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Eravamo quattro amici al bar con la voglia di cambiare il mondo. Parole che richiamano subito alla mente una delle più note canzoni italiane. Ma l’incipit può raccontare al meglio anche la storia di un’azienda hi-tech nata nel 2017, quando un gruppo di amici intuisce la portata rivoluzionaria della stampa 3D. Così questi stessi talenti – impegnati negli anni universitari in tre diversi atenei milanesi e all’epoca al lavoro in esperienze differenti e con competenze diversificate – decidono di mettersi insieme. Nasce così Caracol, realtà che oggi vende soluzioni tecnologiche per rispondere alle esigenze di clienti in settori avanzati che hanno bisogno di produrre parti complesse di grandi dimensioni. In Caracol il capitale tecnologico diventa qualcosa in più. Addirittura ipertecnologico. L’azienda dispone di una piattaforma software proprietaria e realizza forme complesse, superando i limiti della stampante classica al metro cubo. Un processo che permette di scalare il processo di stampa 3D grazie alla robotica. Siamo in Brianza, ma clienti e partner sono ovunque. Nel mondo e anche in Emilia. Così i clienti sono diversificati in Europa, in Nord America, in Medio Oriente e in Asia. Si tratta di realtà impegnate nell’aeronautica, nello spazio, nell’automotive, nell’energy, nei settori creativi come architettura e construction, nel design. Ma il mercato potenziale è grande quanto il mondo intero perché la natura flessibile della stampa 3D apre scenari inaspettati.

Identikit dell’azienda.
L’headquarter è a Barlassina, nella terra brianzola crocevia di idee e imprese. Poi da poco c’è anche il nuovo centro di R&D a Paderno Dugnano, nel milanese. Dall’Italia al mondo intero. Poche settimane fa c’è stata l’apertura del primo centro produttivo ad Austin, in Texas. Il team conta oggi 65 persone, ma ci sono moltissime posizioni aperte. «Di fatto presidiamo la manifattura additiva, meglio nota come stampa 3D, termine generico utilizzato per definire la famiglia di tecnologie che producono tramite addizione di materiale partendo da file digitali», afferma Francesco De Stefano, CEO di Caracol. Per questo giovane top manager è stato amore a prima vista. «I miei amici mi invitano per mostrarmi un primo prototipo a Lomazzo, nel comasco. Mi innamoro all’istante dell’idea», ricorda De Stefano. Caracol ha diversi assi nella manica: ha sviluppato un processo di stampa 3D di grandi dimensioni che consiste in una testa di estrusione, montata su bracci robotici come supporto di movimento e che lavora con materiali termoplastici. Il processo robotico offre molti vantaggi per applicazioni oltre le tradizionali stampanti 3D. «Siamo leader nella stampa 3D industriale di grande dimensione. Abbiamo sviluppato una piattaforma integrata hardware, software e automazione che è sostanzialmente un grande robot che stampa in 3D materiali polimerici, compositi e recentemente anche metallici. La nostra tecnologia realizza componenti che vanno dal mezzo metro fino ai 15-20 metri. La peculiarità è quella di partire sempre dall’applicazione del nostro cliente e poi ricreare», dice De Stefano.

Ricerca e futuro.
Caracol investe il 40% del fatturato in R&D. Gli investimenti sono rivolti ad accelerare lo sviluppo delle soluzioni robotiche di stampa 3D di grande formato. «Abbiamo quattro dipartimenti dedicati all’innovazione nei campi dell’ingegneria meccanica, software, automazione e materiali. Ogni anno raddoppiamo il team di ricerca ed investiamo in collaborazioni con università ed istituti di ricerca applicata per sviluppare soluzioni altamente innovative che permettano di rendere le nostre piattaforme di stampa robotica sempre più avanzate per abbracciare un range di applicazioni e settori sempre maggiore. La chiusura del round SEED, con l’attestazione di fiducia di fondi del calibro di Primo Ventures ed EUREKA! Ventures, ci ha finalmente permesso di costruire Caracol come l’abbiamo sempre sognata. E poi il round successivo con CDP Ventures, Neva SGR e sempre Primo ed EUREKA! ha simboleggiato per noi la consacrazione del buon lavoro fatto fino a quel momento», precisa De Stefano. Nel futuro c’è l’idea di creare un network distribuito di robot che producono parti stampate in 3D di grandi dimensioni in tutto il mondo, direttamente vicino al punto di utilizzo. Superare i limiti della logistica, limitando l’impatto e pensando in grande. Ecco la ricetta vincente delle imprese di successo.

Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

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