Nel modenese c’è un’azienda che sta accelerando la trasformazione tecnologica delle altre realtà del territorio, offrendo soluzioni legate alle automazioni industriali. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Carlo Martinelli, Amministratore Delegato di 4Automate
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Unire
i puntini. Se c’è un aspetto che esce fuori con forza più di altri nella storia
che stiamo per raccontare è proprio questa capacità di unire i puntini. Perché
in fondo 4Automate – azienda modenese nata sette anni fa e che sta scalando
interesse e fatturato – descrive proprio questa sfida: diventare un riferimento
nelle soluzioni integrate per automazioni industriali nei settori della
logistica generale,
distribuzione
intermedia del farmaco e anche e-commerce. E poi da cosa nasce cosa. Così se
all’inizio l’azienda sviluppava prevalentemente software per la gestione di
magazzini automatici, ben presto si è specializzata nella progettazione, nella fabbricazione,
nell’installazione e nell’avviamento di sistemi integrati di movimentazione
merci con trasportatori a rullo, nastri, elevatori, decision points e soluzioni
per fine linea. Tutto ciò si spiega con la forte accelerazione nell’automazione
industriale. L’idea? Offrire soluzioni semplici a esigenze complesse, in modo
efficace e in tempi brevi, con le opportune competenze per la corretta gestione
dei flussi materiali e informatici.
Identikit
dell’azienda. Ma procediamo con ordine. Siamo a Marano
sul Panaro, cinquemila anime sulla sponda sinistra del fiume Panaro, nell’Unione
Terre di Castelli. Il paesino si estende sulle prime colline della provincia
modenese. Siamo a 5 chilometri da Vignola, a 25 da Modena e a 35 da Bologna.
Terra votata alla produzione della ciliegia, ma anche a quell’industria che dà
lavoro a quei distretti hi-tech che il mondo ci invidia. 4automate viene accesa
nel 2017 da Carlo Martinelli e Luigi Alboresi e subito si capisce che può
rivelarsi una storia di successo. «Ci
siamo subito resi conto che era necessario completare l’offerta con una parte
meccanica e hardware che fosse disegnata e accordata alle nostre logiche di
programmazione in modo da gestire il prodotto finale nella sua totalità, senza
soluzione di continuità»,
afferma Martinelli, Amministratore Delegato di 4Automate. Unire i puntini,
dicevamo prima. E farlo insieme. «Gli
oltre vent’anni di esperienza trascorsi con Luigi ci hanno permesso di entrare
in contatto con diverse realtà nel mondo della distribuzione intermedia del
farmaco, dandoci lo spunto per fornire prodotti e servizi che poche aziende all’epoca
erano in grado di fornire con la professionalità richiesta. Da qui l’intuizione
di creare una squadra e una struttura industriale che fossero in grado di
occupare quello spazio che ci ha poi consentito di crescere ed espanderci anche
su altri settori»,
dice Martinelli. L’idea nasce sul classico foglietto di carta e dentro un box
di pochi metri quadrati. Il momento più appagante è l’espansione grazie al
passaparola, segno che la strada intrapresa era quella giusta. Il DNA di
4Automate è contraddistinto da una fortissima vocazione tecnologica, che ne
caratterizza la costante evoluzione dei prodotti. «Per natura l’innovazione è parte
integrante dell’esistenza di 4Automate. Quella che rimane immutata è
l’attenzione per il capitale umano, elemento imprescindibile per un’azienda con
prospettive di ampliamento solide e di lunga gittata», dice Martinelli. Ma sull’elemento
distintivo non ha dubbi. «È
la creatività, ovvero carpire le migliori soluzioni che i clienti chiedono per migliorare
i propri processi o la propria azienda, mantenendo il senso pratico necessario
per l’operatività quotidiana».
Il ruolo del distretto. Persone e tecnologie.
In questo preciso ordine. Il capitale umano rappresenta le fondamenta di
4Automate, che oltretutto ha un profondo legame con il territorio. Basti
pensare che il 90% dei fornitori risiede nel raggio di qualche chilometro, con
tutti i vantaggi di una filiera snella e nella concretezza a chilometro zero.
La tecnologia invece ne rappresenta il propellente: non se ne può prescindere, soprattutto
in questa fase storica segnata dal succedersi di novità. «L’identità territoriale
deve essere vista come un punto di forza, un cardine da tutelare per
identificarsi in un contesto che tende ad appiattire qualsiasi cosa.
Distinguersi non significa emergere o prevaricare ma essere visti da una
prospettiva diversa, il che ci rende più interessanti. Il mondo è un mercato
globale che va conosciuto, vissuto e interpretato con il giusto mix di
intelligenza e cultura di origine», dice Martinelli. Il
futuro? Ampliare il bacino di clienti e allargare i settori di interesse con l’introduzione
di nuove macchine pensate per essere impiegate in diverse applicazioni. E poi
c’è quella capacità di proporre impianti disegnati su misura, ai quali affiancare
prodotti di serie. L’offerta vincente spazia dal plug and play al tailor
made. Ecco allora l’identikit vincente della tecnologia: un abito su misura
per vestire le nuove sfide di un’industria che non vuole fermarsi mai.
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