Il Nostro Team
Comunicazioni tecniche
Eventi
Fare News
Imprese Associate
{{ fifthTitle }}

FARE INSIEME - Ep. 272 - Acetaia Bellei, quel tempo senza tempo che si annida in ogni singola goccia

«La nostra è una scuola di pazienza»

11/12/2025

Vai al podcast.
 

Nel modenese nasce Acetaia Bellei, specializzata nella produzione di Aceto Balsamico di Modena di alta qualità. La tradizione della famiglia Bellei affonda le radici nell’Ottocento, con la coltivazione dei vigneti e la produzione artigianale. Oggi l’azienda continua a distinguersi per l’Aceto Balsamico denso e invecchiato, apprezzato sia in Italia che all’estero. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Mariangela Bellei, Ceo di Acetaia Bellei

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero


«In questa acetaia il tempo non si misura, ma si ascolta». È un’idea meravigliosa quella di Mariangela Bellei, a capo di Acetaia Bellei. La pronuncia mentre accarezza una delle quattromila botti in rovere che custodiscono la memoria dell’Aceto Balsamico di famiglia. Sono grandi e piccole, vanno dai 15 ai 220 litri, alcune – pensate la forza del tempo! – hanno oltre un secolo di vita. Sono il cuore di un’impresa che nasce da un gesto antico: quello di nonna Rosina, che nel 1847 iniziò a produrre Aceto Balsamico di Modena Tradizionale, a Modena. Qui le intuizioni geniali si legano alla vocazione del territorio e a quella forza della comunità di pensare e di fare, in questo preciso ordine. Tutto nasce da un gesto d’amore. Una botte di rovere, regalo di nozze a nonna Rosina, segna l’inizio di tutto. A Modena la tradizione racconta ancora oggi che alla sposa veniva donata una batteria di barrique di Aceto Balsamico Tradizionale. Non solo un oggetto, ma l’inizio di una storia familiare. Un’eredità “liquida” che si trasmette di madre in figlia, di padre in figlio, di generazione in generazione. «Ecco, in quella botte, insieme al mosto, c’era già il seme della nostra acetaia. Così il nostro inizio è femminile: una donna che aveva cura del tempo e degli ingredienti. Ogni giorno cerco di essere all’altezza di quella eredità», dice Mariangela Bellei. Passione di famiglia. Bellei con le prime generazioni già nell’Ottocento si occupava della coltivazione dei vigneti e della produzione di aceto balsamico tradizionale. Modena fuori e Modena dentro quelle botti che racchiudono tutto e che sanno però uscire con forza allo scoperto. D’altronde oggi Acetaia Bellei è un’azienda che esporta in più di 40 Paesi nel mondo e ha aperto una filiale persino negli Stati Uniti, per dialogare con l’America più dinamica. «Ci sentiamo comunque piccoli, perché la qualità non si industrializza ma si preserva», sottolinea Mariangela Bellei. Piccoli ma agili e al tempo stesso solidi: 4 milioni di bottiglie prodotte ogni anno e una crescita del +9,3%.

Identikit dell’azienda.
Numeri che pesano, ma non più di quella lentezza artigiana che resta il vero baricentro. Mariangela Bellei è cresciuta in questo ritmo. D’altronde – lo dicevamo prima – l’acetaia è un luogo dove si impara a lasciar fare al tempo. «La nostra è una scuola di pazienza. Qui ogni goccia matura ascoltando le stagioni, respirando attraverso il legno, trasformandosi piano. Ricordo le mani appiccicose durante la vendemmia, l’odore del mosto, la soddisfazione di lavorare con mio padre Mario. Prima del balsamico eravamo anche una cantina: imbottigliavamo Lambrusco e lo chiamavamo Riserva degli Amici», dice Bellei. Poi un giorno la scelta che cambia tutto: puntare solo sull’Aceto Balsamico di Modena IGP. «La conversione è stata il momento più difficile. Abbandonare una tradizione per aprirne un’altra. Ma quando, a una fiera internazionale, vidi le persone emozionarsi assaggiando il nostro aceto, capii che quella era la nostra strada». Da allora la crescita non si è più fermata. A muoverla non è solo la cura produttiva. È anche la capacità di raccontare un prodotto antico in una forma contemporanea. Basta osservare sua maestà The Balsamic Queen, premiata come Most Innovative Product al Summer Fancy Food Show. «Il design per noi non è un travestimento, ma una dichiarazione. La bottiglia deve dire ciò che l’Aceto Balsamico è davvero: eleganza, profondità, equilibrio». Ed ecco i fazzoletti che avvolgono le bottiglie più iconiche: un gesto antico ripensato con sguardo globale.

Essere impresa e comunità.
L’identità resta salda nella ricetta: solo mosto cotto d’uva italiana, con aggiunta di aceto di vino e aceto invecchiato almeno dieci anni. «Più mosto, più densità, più verità dentro a quella goccia». Per Acetaia Bellei le densità 1,24 – 1,35 non sono numeri ma quoziente di pazienza e precisione. D’altronde la qualità non si urla. Si riconosce al primo assaggio. Anche la sostenibilità è diventata parte di questa narrazione: il 75% delle bottiglie in R-PET, il 90% delle scatole in cartone FSC, il 60% di energia autoprodotta. «Il Balsamico ci ha insegnato a rispettare il pianeta. Il nostro compito è produrre in modo coerente con i valori che portiamo sulle tavole del mondo». La lentezza, dunque, come forma di responsabilità. La competizione internazionale sui prodotti IGP è sempre più serrata. «Ci difendiamo con la trasparenza. Tracciare ingredienti e processi non è un obbligo di legge: è un dovere morale verso chi sceglie il nostro aceto». Perché il vero rischio non è la concorrenza, ma l’omologazione. La parola che Mariangela Bellei usa più spesso è viaggio. Un viaggio nel tempo, sì. Ma soprattutto tra le persone. «Ogni bottiglia racconta la vita di chi l’ha curata», sussurra mentre apre una botte che profuma di legno e mosto cotto. «Non vendiamo un condimento ma una storia di famiglia e passione». E il futuro? «Non voglio cambiare la nostra direzione ma allargare l’orizzonte. Il sogno è che sempre più persone, in ogni parte del mondo, possano riconoscere in una goccia il carattere della nostra Modena». Poi guarda quelle quattromila botti, ognuna diversa dall’altra. «Se potessero parlare, direbbero che l’attesa non è un ostacolo, ma un atto d’amore». Nel silenzio della barricaia, il Balsamico continua il suo lavoro. Matura. Respira. Custodisce. Perché qui il tempo non si teme. Anzi. Il tempo si trasforma in un sapore unico.

Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

Leggi le altre interviste

 

Podcast

Altri Articoli di Fare news