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FARE INSIEME - Ep. 241 - Acetaia Marchi, da Modena al mondo intero, la passione di famiglia per l’Aceto Balsamico

«La parola che a noi piace usare è fare cultura del balsamico»

17/3/2025

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Famiglia, tradizione, passione, artigianalità. Sono le parole chiave che animano la storia imprenditoriale dell’Acetaia Marchi. Siamo a Modena, ma dal cuore dell’Emilia ci si sposta in ogni angolo del mondo. Al centro c’è la qualità delle materie prime, il rispetto del disciplinare, la tradizione secolare, la storia di famiglia. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Maurizio e Massimiliano Marchi, padre e figlio, terza e quarta generazione alla guida dell’Acetaia Marchi

di Giampaolo Colletti

@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Quanto vale l’eccellenza? Minimo 25 anni. Ecco, per capire il valore del tempo in uno di quegli ambiti che il mondo intero ci invidia come quello legato alla produzione dell’Aceto Balsamico partiamo da un numero che fa davvero impressione. Minimo 25 anni, per l’appunto. È questo il tempo per avere un Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP extra vecchio, mentre per un affinato DOP bastano– si fa per dire – almeno 12 anni. Ossia 25 o 12 anni nei quali il prodotto invecchia in “batterie”, serie di botticelle di legni di vario tipo e con capacità crescente da 10, 15, 20, 30, 40 e 50 litri ciascuna. È una storia di numeri quella che stiamo per raccontarvi, ma non solo. Perché è una storia di passione che si tramanda di generazione in generazione, è una storia di metodo perché ci vuole massima attenzione al disciplinare, è una storia di amore per la propria terra, per quello che produce, per quello che lì si fa e per come lo si fa. Siamo alle porte di Modena, capitale mondiale dell’Aceto Balsamico e di tante altre eccellenze della terra e della tavola, e questa è la storia imprenditoriale dell’Acetaia Marchi, una tra le prime realtà del territorio a fornire Aceto Balsamico di Modena IGP Invecchiato, prodotto maturato in botti di legno per minimo tre anni e che ben si differenzia da Balsamici di più grandi volumi.

Identikit dell’azienda.
È un miracolo della terra nel senso più laico possibile. Perché qui il fattore temporale si lega al fattore ambientale con la necessità di monitorare costantemente caldo, freddo, umidità e molti altri elementi come la posizione nel sottotetto, l’ossigenazione estrema o l’umidità d’estate. A spiegare bene ci pensano Maurizio e Massimiliano Marchi. Un racconto di padre in figlio che descrive al meglio il passaggio generazionale. «Dei lontanissimi esordi ricordo la passione di mio padre, la cura che aveva per ogni botte, l’attenzione che dedicava ad ogni singolo assaggio e la speranza che un giorno la tradizione di famiglia fosse proseguita», afferma Maurizio Marchi. «Dei tempi più recenti ho in mente l’intensissimo periodo in cui siamo passati dalla produzione di solo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP ad una più ampia serie di prodotti. Oltre alla parte logistica e al dover riorganizzare tutti gli spazi produttivi, la necessità di comunicare, in un mercato dominato dai grandi produttori, che anche l’Aceto Balsamico di Modena IGP può essere fatto seguendo altissimi standard qualitativi», gli fa eco Massimiliano Marchi. Ma in questa storia – come in molte altre di questo distretto d’eccellenza emiliano – non c’è il cosa senza il come e il dove. Siamo in Strada Fossa Monda Nord a Modena, qui dal 2017 dopo il restauro di un’antica casa colonica contadina. In questa nuova sede trovano spazio gli uffici, alcune sale di invecchiamento dell’Aceto Balsamico e gli spazi di confezionamento del prodotto finito. Uno spaccio aziendale e una sede degustazioni completano il quadro, per poter offrire ai visitatori tour guidati ed esperienze di assaggio. La seconda sede, poco distante, è dedicata alla cottura dei mosti, all’assemblaggio delle materie prime, ad altro spazio per l’invecchiamento in legno dei prodotti e al magazzino di stoccaggio. C’è poi l’azienda agricola, sempre di proprietà della famiglia Marchi, che si occupa di viticoltura, seminativi e produzione di frutta. Alla famiglia si affiancano 6 dipendenti per un fatturato in continua crescita negli ultimi anni. Al momento l’azienda vende circa il 60% in Italia, il resto ai mercati esteri.

Prodotti d’eccellenza.
Le proposte sono prodotti di eccellenza sottoposti a rigorosissimi controlli, passaggio dopo passaggio. Pensate che per il solo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, prodotto a partire da solo mosto cotto d’uva, la produzione è regolata da un rigido disciplinare e la qualità è ribadita dalla fase di degustazione da parte di maestri assaggiatori prima della messa in bottiglia. Ma per comprendere la qualità dobbiamo tornare ai numeri, considerando invece l’Aceto Balsamico di Modena IGP, nel quale mosto cotto e aceto di vino sono gli ingredienti base. Acetaia Marchi non produce IGP di bassa densità: la densità minima richiesta dal disciplinare di produzione – ossia il peso specifico – è di 1,06. Qui si sono dati come obiettivo una densità minima di 1,12. «Bassa densità significa anche che l’ingrediente principale del prodotto risulta essere l’aceto di vino e non il mosto cotto d’uva, dalle proprietà e dal valore economico molto più elevati. La nostra “Linea Sigilli” presenta inoltre nella sua bottiglia entry level il “sigillo bronzo”, la cui densità è già di 1,23. Ciò significa che vogliamo dare ai nostri clienti prodotti con un’importante percentuale di mosto cotto ed una maggiore pienezza gustativa anche se la loro possibilità di spesa è più limitata», afferma Massimiliano Marchi. All’interno dell’acetaia è possibile scoprire l’intero processo produttivo con le visite guidate. «La parola che a noi piace usare è fare cultura del balsamico, ossia riuscire a far comprendere le tante sfumature dell’Aceto Balsamico nelle sue varie declinazioni, avere un confronto aperto e reciprocamente costruttivo con il consumatore ed al contempo avere un riscontro diretto dei nostri prodotti durante la fase di assaggio», dice Maurizio Marchi. La filosofia da sempre è quella del rinnovamento continuo, pur restando ancorati ai valori: famiglia, tradizione, passione, artigianalità. Un vocabolario che per le organizzazioni di successo attinge dal passato e traghetta nel futuro.

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