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FARE INSIEME - Ep. 252 - Axyon AI, da Modena al resto del mondo la fintech di successo che guarda al futuro

«Aiutiamo gli investitori istituzionali a prendere decisioni più informate»

22/5/2025

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La scelta controcorrente si è rivelata vincente per una fintech emiliana che ha deciso di mantenere l’headquarter nel modenese e che da lì aiuta gli asset manager a migliorare la gestione delle loro strategie di investimento grazie all’IA predittiva e tecnologie scalabili. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Daniele Grassi, CEO e co-founder di Axyon AI insieme a Giacomo Barigazzi e Jacopo Credi

di Giampaolo Colletti

@gpcolletti

Chi ben comincia è già a metà dell’opera. Ve la ricordate questa massima che ci ripetevano ossessivamente mamma e papà quando eravamo piccoli? Ecco, la storia di un giovane imprenditore co-fondatore dell’impresa che stiamo per raccontare inizia addirittura da bambino. Perché Daniele Grassi – ingegnere informatico di formazione, nato a Carpi quarantuno anni fa – comincia a programmare attorno agli 8 anni. Il Commodore 64 a quel tempo veniva dato con un manuale di programmazione. Così quando si voleva giocare si leggeva il manuale. Per Daniele il primo programma sviluppato è una piccola simulazione di Borsa. D’altronde lui da bambino sbirciava il papà che leggeva Milano Finanza. Poi però Daniele avrebbe iniziato a giocare sul serio, insieme ad altri due compagni di avventura. Intanto durante gli studi esplora in modo autonomo l'intelligenza artificiale. Ecco, tutto questo servirà eccome quando ai nastri di partenza arriva Axyon AI, fintech specializzata nell'uso dell'intelligenza artificiale per l'analisi predittiva nei mercati finanziari. Lui la accende insieme a Giacomo Barigazzi come COO e a Jacopo Credi come CTO. Axyon AI trasforma la gestione degli investimenti attraverso l'intelligenza artificiale e con tecnologie predittive all’avanguardia. Obiettivo: supportare gli investitori con modelli scalabili basate sulla ricerca e che forniscano segnali tempestivi e insight predittivi.

Identikit dell’azienda.
Siamo a Modena. Una scelta anomala quella di essere sulla via emiliana dell’innovazione, persino controcorrente, ma rivelatasi vincente. Una scelta con una forte componente emotiva. D’altronde tutti e tre i cofondatori hanno studiato qui e sono molto legati al territorio. «Questa scelta si è trasformata in un enorme vantaggio competitivo perché questa zona gode di un tessuto ingegneristico all’avanguardia. Questa sinergia ha favorito un ecosistema unico, dove innovazione accademica e industriale procedono fianco a fianco, generando talenti e competenze altamente qualificate anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Inoltre, la presenza a Bologna del più grande centro europeo di High Performance Computing — Cineca — rappresenta per noi un asset strategico. Grazie a questa infrastruttura abbiamo accesso a capacità di calcolo avanzate che ci permettono di allenare i nostri modelli di AI e deeplearning con efficienza. Qui si accede a fior di talenti e la qualità della vita è alta, senza i costi di Londra o di Milano. Poi abbiamo i nostri commerciali ovunque», racconta Daniele Grassi, CEO e co-founder di Axyon AI. Ad oggi il team è di quasi 40 professionisti provenienti da Italia, Inghilterra, Spagna, Sudafrica, Grecia e Brasile. Già dieci anni fa la convergenza tra la crescente disponibilità di dati e una potenza computazionale senza precedenti stava rappresentando un’opportunità entusiasmante. Il momento più rilevante? L’arrivo del primo investimento esterno da parte di ING Ventures, a seguito della vittoria del programma di accelerazione presso l’International Innovation Studio di ING Bank ad Amsterdam nel 2017. A questo traguardo si aggiunge un ulteriore investimento da parte di UniCredit Bank. Sul piano commerciale il momento più appagante è stata la firma del primo contratto con SMBC Global Investment and Consulting, società di asset management giapponese, sempre nel 2018, dopo aver superato con successo il loro rigoroso programma di qualificazione. «Sviluppiamo soluzioni predittive basate sull’intelligenza artificiale progettate specificamente per il settore della gestione degli investimenti. Le nostre tecnologie aiutano gli investitori istituzionali a prendere decisioni più informate, migliorando la selezione dei titoli, ottimizzando la costruzione dei portafogli e anticipando l’evoluzione dei mercati finanziari. Alla base del nostro lavoro c’è una filosofia chiara: riteniamo che i mercati finanziari siano sistemi complessi e adattivi. Per questo l’obiettivo dell’AI non è quello di raggiungere previsioni perfette, ma di apprendere e adattarsi continuamente», dice Grassi. Tra dati e persone, si potrebbe dire. Qui si integrano ingegneria avanzata, modellazione AI e monitoraggio continuo. Dal punto di vista tecnologico si combinano metodologie all’avanguardia: reti neurali, modelli ad albero e approcci lineari integrati in ensemble adattivi. E poi si adotta un framework proprietario che consente di ottimizzare il ranking relativo degli asset, piuttosto che basarci su semplici previsioni assolute. Insomma, i numeri certamente, ma anche la necessità di decodificarli grazie a una squadra multidisciplinare di data scientist, machine learning engineer, esperti di finanza quantitativa e software engineer, che lavorano insieme per trasformare le più recenti innovazioni tecnologiche in strumenti concreti ed efficaci per l’investment management. Certo, ci sono le tecnologie, ma a contare enormemente sono ancora le persone.

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