Nella provincia bolognese c’è una piccola officina che ama fare le cose in grande. Una storia che ne racchiude tante altre. Perché le persone, come le organizzazioni, nel tempo cambiano. E spesso vincono le sfide che decidono di affrontare. È quello che è successo a questa officina meccanica specializzata in lavorazioni meccaniche di precisione. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Agnese Mazzola, a capo di BPM Meccanica con Roberto Battistella
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
La
vita non è fatta di rettilinei, ma di curve continue, anche a gomito.
Pericolose certamente, ma che poi – una volta percorse con consapevolezza e un
pizzico di incoscienza – aprono a paesaggi mozzafiato, difficili da cogliere
nelle strade sempre dritte e senza fine. Proprio una curva racchiude il
cambio-vita che sto per raccontarvi. Un grande passo che col tempo si è
rivelato vincente per una piccola officina meccanica di un piccolo
paesino emiliano.
Storia
dell’azienda. Ecco, la storia che stiamo per raccontare
parte ufficialmente nell’aprile 2017, ma se si guarda bene è un sequel di una
storia nata ben quarant’anni prima in Emilia. Una storia che unisce più
esistenze e che segna un passo importante per Agnese Mazzola e Roberto
Battistella. “Qualcuno è interessato a rilevare l’attività?”, chiede un bel
giorno il titolare dell’azienda. E Agnese e Roberto timidamente si fanno avanti
e, da impiegati a tempo indeterminato, diventano soci in affari. «Io ero all’interno
dell’officina come impiegata unica dal 2010, mentre Roberto era un fresatore
presente sin dal 2001. Il nostro ex titolare ormai era già in pensione da tempo
e giustamente cercava a chi potesse lasciare l’azienda. Dopo un breve periodo
di affitto d’azienda, abbiamo acquistato l’attività e iniziato un percorso di
innovazione del parco macchine necessario per rimanere competitivi sul mercato», racconta Agnese. Follia
certamente, ma tanto duro lavoro. «Siamo nati con un po’ di incoscienza, ma
sicuri che si andava a prendere un treno in corsa. Siamo persone che hanno da
sempre fatto del lavoro parte della propria vita. Degli esordi ricordo
l’entusiasmo e l’energia, i tanti sabati e domeniche passati anche con le
famiglie in azienda»,
dice Agnese. Si punta sempre più in alto. L’ultima arrivata sul
fronte tech è una fresatrice 4 assi e si aggiunge a due fresatrici 5 assi già a
disposizione, due centrini, due torni tradizionali, due motorizzati e ancora
trapani frese, marcatrici, strumenti di misura. Anche le persone col tempo sono
aumentate, eccome. Si è partiti in cinque e oggi si è in undici persone. Siamo
a San Pietro in Casale, dodicimila abitanti nell’area metropolitana bolognese,
nel centro della pianura tra il canale Navile e il Reno, in quella zona in cui
il fiume svolta bruscamente verso sud-est. Di fatto siamo a metà strada tra
Ferrara e Bologna. Terra di mezzo. Posizione tattica, quella di BPM Meccanica,
all’uscita autostradale di Altedo. «La nostra posizione geografica è
importantissima perché facciamo il lavoro giusto nel posto giusto. Il nostro
bacino è tra i più importanti a livello mondiale per il packaging, ma non solo:
la realizzazione di capi di alta moda, i motori e la componentistica dell’industria
alimentare nascono e vengono prodotti tutti in questa bella terra chiamata
Emilia-Romagna, tutti qui»,
dice Agnese.
Identikit dell’azienda. A disposizione prodotti di tornitura e
fresatura di precisione di piccole e medie dimensioni in quantità unitarie, ma
anche in piccole serie, con un magazzino sempre ben fornito di diverse
tipologie di materiale: alluminio, ottone bronzo, vari tipi di plastica oltre a
tutti i ferrosi e materiale da trattamento termico e inox di diverso genere. Il
parco macchine oggi conta torni e frese CNC e torni tradizionali ed è in
continua evoluzione per venire incontro alle innovazioni dei clienti. «Certo, il mercato è sempre più frenetico e poter
avere macchine diverse che possono offrire diverse interpretazioni di
realizzazione del prodotto ci rende più competitivi. Perché oggi la quotazione
del pezzo è importante, ma la realizzazione nei tempi richiesti è diventato un
requisito di pari importanza. Riusciamo a fare quello che ci viene chiesto. Nel
senso che non siamo fossilizzati su solo uno stereotipo di prodotto di fresa o
tornio, accettiamo di studiare, capire, inventarci la realizzazione di quanto ci
viene richiesto. Poi capita che ci si riesca oppure no, ma mai senza aver
valutato tutte le possibili soluzioni», dice Agnese. La chiave vincente è mettersi in
ascolto del cliente. Lei se lo ricorda bene perché in passato, seppure col
cappello da dipendente, era quello che abitualmente faceva. Si lavora sul disegno
del cliente partendo dalla materia prima o da semilavorato e su richiesta vengono
eseguite lavorazioni di finitura con trattamenti termici e superficiali, grazie
ad una rete di fornitori che vi seguono da sempre. «Cosa ci aspettiamo dal
futuro? Continuare a lavorare a testa bassa sapendo che fino a quando ci
mettiamo passione, possiamo fare grandi cose. Anche partendo da una piccola
officina di un piccolo paese», conclude Agnese. Soprattutto da lì, aggiungiamo
noi.
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