Nel 2019 grazie all’impegno di nove soggetti economici del territorio è nata a Bologna la Fondazione Policlinico Sant’Orsola che quest’anno celebra dunque i suoi primi cinque anni di attività. Una Fondazione di partecipazione per contribuire a rendere l’ospedale sempre più accogliente e la qualità delle sue cure sempre all’avanguardia per il bene della comunità intera. Per FARE INSIEME Charity, Lucrezia Lanzani intervista Stefano Vezzani, direttore di Fondazione Policlinico Sant’Orsola
FARE INSIEME CHARITY è lo spin-off del progetto FARE INSIEME dedicato alla presentazione di alcune onlus e società no profit, realtà fortemente presenti nei territori di Bologna, Ferrara e Modena e che svolgono un lavoro straordinariamente importante e cruciale per l’intera comunità
di Lucrezia Lanzani*
“Miglioramento: diventare migliore, progredire verso condizioni più soddisfacenti, volgere al meglio. In senso attivo: ogni opera o lavoro effettuati per portare qualcosa a condizioni migliori”. Nel 2019, grazie al contributo di nove realtà economiche del territorio, nel tempo diventate tredici, nasce a Bologna la Fondazione Policlinico Sant’Orsola, che quest’anno festeggia dunque i suoi primi cinque anni di attività.
«I promotori si impegnano ogni anno a versare una quota per sostenere tutti i costi di gestione dell’ente, dalla sede al personale. In questo modo il 100% di ogni donazione va al progetto per cui è stata fatta: una garanzia di trasparenza che ha aiutato a coinvolgere sempre più persone e imprese e a realizzare tanti obiettivi per migliorare continuamente le condizioni di cura dei pazienti tramite una rete di volontari, cittadini e imprese», racconta Stefano Vezzani, direttore di Fondazione Policlinico Sant’Orsola.
Il coinvolgimento della comunità ha consentito di realizzare importanti progetti, come la logopedia precoce per bambini con sindrome di Down, progetto che è stato un vero successo, tanto che si è passati dai nove bambini iniziali agli oltre quaranta che partecipano oggi. Durante la pandemia di COVID-19, la Fondazione aveva lanciato la campagna “Più forti insieme” per sostenere il personale sanitario, fornendo trasporti agevolati, alloggi e spesa a domicilio. Nel 2024, invece, la Fondazione Sant’Orsola ha lanciato una campagna di raccolta fondi per ristrutturare la sede che ospita il Day Hospital di oncologia femminile, con l’obiettivo di trasformarlo in uno spazio accogliente per le pazienti dove vivere al meglio il percorso di cura. «Ogni anno sono in media 1.200 le donne che si rivolgono al Sant’Orsola per essere curate per un tumore ginecologico o al seno. Insieme possiamo essere al loro fianco ogni giorno durante questo percorso delicato e difficile portando l’abbraccio della città nei colori delle pareti, nel verde delle piante che cresceranno trasformando le stanze in piccoli giardini, in nuove tecnologie per contrastare gli effetti collaterali delle cure», evidenzia ancora Vezzani.
L’impegno principale di Fondazione Sant’Orsola è Casa Emilia, che accoglie ogni anno – in media – oltre 400 pazienti che devono venire a curarsi a Bologna da fuori regione, insieme alle proprie famiglie. La Casa può contare su 19 piccoli appartamenti e locali comuni, tra cui un grande terrazzo, dove potersi incontrare con le altre famiglie e i volontari, dandosi forza a vicenda e superando l’isolamento che spesso contraddistingue la cura lontano dalla propria casa. Oltre a questo, è partita una raccolta fondi per realizzare il “Parco della Luna”, uno spazio che sorgerà davanti alla Pediatria vicino al giardino terapeutico “L’Isola che non c’è” e accoglierà bambini ricoverati al padiglione 13. «Questo spazio coperto sarà adatto per svolgere in un ambiente sereno e accessibile, anche quando il tempo non consente di stare all’aperto, le attività, dalla pet therapy alla musicoterapia. Quest’ultima è un’attività molto importante e da lungo tempo presente nei reparti pediatrici del Sant’Orsola: introdotta inizialmente nel 2006 dal maestro Claudio Abbado, proseguita dall’associazione Mozart 14, dal 2022 il testimone è passato alla Fondazione Sant’Orsola che prosegue oggi il servizio espandendo il programma in sei reparti e aprendo anche un laboratorio dedicato a mamme e neonati e un percorso per chi soffre di Alzheimer, affiancando a questo incontri di mutuo aiuto per i familiari», sottolinea il direttore.
Tra gli altri progetti ideati dalla Fondazione si distinguono anche “Provo a dirlo con un libro”, che offre ai pazienti ricoverati al Policlinico la possibilità di ricevere un libro in dono, e “L’acqua e le rose”, il primo centro di benessere aperto all’interno di un ospedale pubblico in Italia con docce, vasca per il bagno assistito, barbiere e parrucchiere. «Piccoli gesti, come un libro o un taglio di capelli, ci aiutano a migliorare le condizioni di chi è ricoverato al Sant’Orsola», spiega Stefano Vezzani. Impegno, generosità, condivisione, radicamento sul territorio, sguardo al futuro: questi alcuni dei concetti chiave per Fondazione Sant’Orsola che continua quotidianamente ad impegnarsi nella raccolta fondi per sostenere le attività e la ricerca che contribuiscono a rendere il Policlinico un’eccellenza e un riferimento nazionale.
*Lucrezia Lanzani è una studentessa del Liceo Steam Emilia, ha diciassette anni e da sempre è interessata a tematiche sociali. Da tre anni presta attività di volontariato in diverse realtà della sua comunità.
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