Nel ferrarese c’è l’headquarter di un’azienda impegnata nel riciclo che oggi vende in tutto il mondo, dall’America al Giappone. Le macchine sono espressione del made in Italy e comprendono una gamma di trituratori, macinatori, polverizzatori, separatori e accessori capaci di garantire oltre il 99% di recupero delle materie prime. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Elisabetta Blo, managing director di MG Recycling
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Mater
artium necessitas. È un proverbio latino conosciuto oggi nel
mondo e che nel suo significato letterale viene tradotto più o meno così: la
necessità è la madre delle abilità. O ancora meglio così: la necessità
aguzza l’ingegno. Ecco, la storia che stiamo per raccontare ha molto a che
fare con l’ingegno, che viene declinato in intuizioni geniali, costanza
smisurata, resilienza senza fine. Perché si può essere anche quantitativamente
piccoli come impresa, ma qualitativamente geniali come soluzioni adottate, come
capacità di innovare il mercato, come forza per guardare lontano. La
necessità aguzza l’ingegno, dicevo prima. E così è stato anche per
un’azienda emiliana piccola ma dalle ambizioni assai grandi. Una realtà che sta
per compiere trent’anni di attività, preservando quello spirito pioneristico e
accelerando su quello legato all’innovazione. Un’azienda che ha introdotto nel
tempo nuove modalità nell’organizzazione, nella produzione e nella selezione
del personale. Vi ho incuriosito abbastanza? Prima di svelarvi il nome, vi dirò
il dove e il quando. Perché questa azienda nasce nel 1995 a
Finale Emilia e poi nel tempo – precisamente nel 2007 – si sposta a Bondeno,
tredicimila anime nell’estremità occidentale della provincia di Ferrara, sulle
sponde del fiume Panaro. Qui oggi ci sono tre stabili: uno dedicato agli uffici
e alla produzione, uno alla piccola carpenteria e un altro destinato al
magazzino. A Bondeno oggi ha sede MG Recycling, azienda leader nel mercato internazionale per la progettazione e per la
realizzazione di impianti per il recupero di rame, alluminio e altri materiali
di valore da scarti differenziati. Tutto nasce come impresa a conduzione
familiare. L’esperienza artigiana unita alla costante spinta all’innovazione le
consentono di diventare velocemente un punto di riferimento nel settore delle
macchine per il riciclo. Ma procediamo con ordine e facciamo un passo indietro.
Anzi, più d’uno.
Identikit
dell’azienda. Tutto nasce da un’idea del fondatore
Guido Blo, che a Finale Emilia inizia l’attività di progettazione e produzione
di meccanica generale per conto terzi. Ma da cosa nasce cosa. Così Blo decide
di sviluppare il suo primo prototipo, ossia la prima macchina compatta sul
mercato: si tratta del modello MG 150, ancora oggi in gamma ma ovviamente
migliorato dopo tanti anni di esperienza. La macchina viene presentata alla
fiera Ecomondo di Rimini nel 2008. E da lì parte una crescita senza precedenti.
A seguire lo sviluppo commerciale c’è la figlia Elisabetta, che negli anni sviluppa
una rete commerciale in tutto il mondo facendo sì che il 90% del fatturato sia
legato a commesse con l’estero, principalmente Europa, ma anche America,
Australia e Giappone. Vendite e brevetti. «La
nostra scelta è sempre stata quella di lavorare con gli artigiani della zona
per contribuire alla crescita del territorio e avere quell’attenzione in più
verso un prodotto che seppure industriale, ha ancora un’anima artigianale.
Quando si tratta di scegliere le migliori macchine per il recupero del rame da
cavi elettrici, è importante
considerare diverse qualità che possono influenzare le prestazioni e
l’efficienza del processo. Macchine
con una maggiore capacità di lavorazione e una velocità di produzione elevata
possono aiutare a ottimizzare il processo di recupero del rame in modo più
rapido ed efficiente»,
afferma Elisabetta Blo, a capo di MG Recycling. Tra i suoi ricordi il momento
più appagante è quella legato alla costruzione del nuovo headquarter a Bondeno.
L’evoluzione
dell’azienda. «Nel corso degli anni
abbiamo introdotto nuove idee, tecnologie e applicazioni per il miglioramento
dei nostri prodotti e siamo alla costante ricerca di metodi innovativi», precisa Elisabetta
Blo. I
brevetti depositati negli anni sono il frutto del costante investimento in
ricerca e sviluppo. In fondo rappresentano il pilastro della crescita e la
volontà di essere sempre al passo con le richieste del mercato. E le macchine
sono espressione del made in Italy e comprendono una gamma di trituratori,
macinatori, polverizzatori, separatori e accessori capaci di garantire oltre il
99% di recupero delle materie prime, con cicli di produzione di otto ore
continue e un servizio impeccabile di progettazione, assistenza e manutenzione.
Così capitale umano e
capitale tecnologico vanno di pari passo, trasformando una piccola impresa
emiliana in una grande realtà internazionale.
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