In Emilia a fine degli anni ’90 due aziende decidono
di unire le proprie forze per affrontare la complessità dei mercati e provare a
scalare i propri business. Questa è la storia di SIPLA-PROSGM, che oggi
registra un fatturato complessivo di 35 milioni di euro e dà lavoro a circa 300
persone. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Daniele Nanetti e
Stefano Morotti di SIPLA-PROSGM
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
“Perché è così difficile
rendersi conto che la vita è un gioco a somma diversa da zero? Che si può vincere
insieme, non appena si smette di essere ossessionati dall’idea di dover battere
qualcuno per non esserne battuti?”. Insomma, altro che fuoriclasse solitari,
oggi si vince solo in squadra. Quanta verità in queste parole. Le scriveva il
filosofo austriaco Paul Watzlawick nel lontano 1984. È il punto di partenza per
raccontare questa nuova storia imprenditoriale emiliana. E non ci allontaniamo
nemmeno tanto da quel 1984. Perché di lì a poco due aziende in Emilia avrebbero
messo in atto proprio questa strategia vincente. Ecco, questa è la storia di
SIPLA-PROSGM. Tutto nasce dall’intuizione di Ezio Nanetti, uno dei soci
fondatori di SIPLA. Già dagli anni ‘90 aveva capito che per emergere e
distinguersi rispetto ai competitor occorreva porsi sul mercato in maniera
diversa. Ossia in modo più strutturato, più integrato. «Avevamo capito che per
crescere occorreva trasformarsi da fornitori a partner dei propri clienti. Se
non l’avessimo fatto saremmo rimasti dei gregari interscambiabili in qualsiasi
momento. La svolta è arrivata quando abbiamo conosciuto un gruppo di giovani
tecnici e ingegneri. Volevano mettersi in proprio e sviluppare la loro
creatività. Noi invece avevamo bisogno di progettualità. Così ci siamo uniti»,
ricorda Daniele Nanetti. All’epoca SIPLA, nata nel 1977, contava circa quindici
addetti e si occupava di lavorazioni meccaniche di precisione, in particolare
tornitura e fresatura. E poi si dedicava al montaggio meccanico. Nel frattempo,
nel 1999, quel gruppo di giovani tecnici stava avviando la propria attività di
progettazione di macchine automatiche con specializzazione in ambito packaging con
il nome di PROSGM. Ecco, in quel preciso istante le due storie si sono unite. Una
decisione vincente e visionaria quella di camminare insieme.
Identikit delle
aziende. Alleanze trasversali e visione di insieme. Qui ci si occupa di progettazione,
produzione, collaudo e installazione a supporto dei costruttori di macchine
automatiche per packaging e automazioni industriali. «Da lì è partita la nostra
idea di un fornitore integrato al servizio dei costruttori di automazioni.
Negli anni il gruppo ha continuato a crescere sia per vie interne sia
stringendo alleanze strategiche con altri partner per ampliare la gamma della
propria offerta. La nascita di PROMEK in Serbia nel 2010 e gli accordi con PME nel
2022 ne sono la testimonianza», raccontano Daniele Nanetti e Stefano Morotti. Siamo
in Valsamoggia, in quella provincia bolognese che si estende verso nord, quasi
a lambire quella modenese. Ma la forza di questa realtà è la sua presenza
dislocata in più punti: Anzola dell’Emilia, Ozzano, Modena, Pesaro e Velika
Plana, in Serbia. Il fatturato complessivo del gruppo si aggira intorno ai 35
milioni di euro, in crescita rispetto al 2022 del +20%. Ad oggi trovano impiego
nelle aziende del gruppo circa 300 persone.
Persone
e comunità. Ma oggi per essere un'azienda di successo cosa conta
di più? Nanetti e Morotti non hanno dubbi. «Tutto conta: un’azienda in fondo è
una comunità. Perché una comunità viva e cresca in maniera sana, è necessario
che sia composta da capitale umano di valore con una forte cultura dello stare
insieme. La tecnologia è alla base del nostro settore merceologico, ma comunque
a governarla e sfruttarne le potenzialità sono sempre le persone», precisano i
due imprenditori. E poi c’è quell’idea di essere nell’Emilia Valley con quei
nuovi distretti sempre più connessi a mercati globali. «Qui si respira la cultura
del lavoro, la capillarità delle imprese sul territorio, il fatto di poter
trovare tutto nel raggio di pochi chilometri sia come servizi, sia come
competenze. Questo però non deve far perdere di vista la realtà dei
fatti: oggi il mondo è piccolo e veloce, bisogna essere aperti e non
cadere nell’errore di pensare di essere sempre e comunque i migliori», dicono
Nanetti e Morotti. Insomma, serve una lucida visione. Anche perché il futuro è
segnato da un aumento delle complessità. «Il livello competitivo che i nostri
clienti incontrano sul mercato è sempre maggiore e di conseguenza ricadrà anche
su di noi. Bisogna farsi trovare pronti a nuove sfide, capaci di trasformarle
in opportunità: per migliorare l’efficienza, aumentare la capacità produttiva e
migliorare l’ambiente di lavoro abbiamo già programmato il cambio di sede, che
avverrà entro un anno, sempre rigorosamente sul nostro territorio», concludono Nanetti
e Morotti. Ancora una volta la risposta sta in quell’idea di squadra che
permette di affrontare il mercato, vincendo insieme.
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