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FARE INSIEME - Ep. 196 - Sira, quel colosso diventato grande nel mondo che mantiene le radici in Emilia

«Il legame col territorio è fortissimo sin dall’inizio»

23/05/2024

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Nel bolognese ha sede un gruppo diventato leader mondiale per i pressofusi in alluminio e per le soluzioni legate agli impianti di riscaldamento. Una storia di successo che parte da un’intuizione geniale e si rafforza nei decenni con ricerca e brevetti. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Valerio Gruppioni, presidente di Sira Industrie

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Quanti chilometri macinati su e giù per quel verdissimo spicchio di appennino bolognese che richiama un po’ la vita, con quelle salite e discese continue, con quelle accelerate e quelle soste inevitabili, con quelle scoperte di paesaggi mozzafiato che si alternano nelle varie stagioni. Ecco, tutti quei chilometri sono stati percorsi da Gaetano Gruppioni intorno agli anni ‘50. All’epoca Gaetano faceva il commerciale e girava in lungo e in largo col furgoncino, ma di lì a poco tempo avrebbe costruito una fonderia che sarebbe diventata poi nei decenni un gioiello imprenditoriale emiliano. Però per raccontarvi questa storia procediamo con ordine e necessariamente per tappe. Siamo a Pianoro e nella sua frazione, Rastignano, paese di quindicimila anime a sud-est di Bologna in quell’Appennino che si innalza percorrendo la strada della Futa. Siamo in una terra di confine lungo due vallate che si estendono tra lo specchio d’acqua del torrente Zena e il Savena. Qui la natura è assai varia: da Bologna, lungo la prima parte della valle del Savena, si riescono a scorgere calanchi e costoni di roccia arenaria. Ed è qui che decide di fare impresa Gaetano, con la sua fonderia. Ma non gioca in solitaria. Perché tutto parte da un gruppo di giovani imprenditori che decidono insieme di commerciare metalli.       

Il brevetto che fa la storia. 1958. È questo l’anno dell’avviamento della prima fonderia Sira per la produzione di leghe di alluminio, bronzo ed ottone. La svolta dell’azienda avviene con il rivoluzionario brevetto mondiale del radiatore in alluminio, messo a punto e registrato nel 1961. È chiamato BIMETAL dei radiatori e porta alla creazione della divisione riscaldamento. Un’innovazione straordinaria per la casa, quello del radiatore in alluminio. Questa tecnologia, completamente progettata e sviluppata in azienda e poi evolutasi nel corso degli anni, ha aperto su tutti i mercati un rapido processo di sostituzione dei vecchi e tradizionali radiatori in ghisa, all’epoca utilizzati per l’impiantistica edilizia. Ecco, il brevetto si è rivelato un’innovazione straordinaria, una vera e propria pietra miliare nel campo del riscaldamento abitativo. In fondo però la tecnologia è abbastanza semplice, seppure rivoluzionaria: si tratta di creare un elemento radiante in alluminio pressofuso. È un ottimo conduttore di calore, molto più performante e sicuro della ghisa e permette anche notevole risparmio energetico rispetto a questa ultima. Al suo interno viene immesso un tubo in acciaio dentro cui scorre il fluido scaldante. Il tubo non ha saldature e quindi perdite o necessità di spurgo d’aria dal sistema perché l’acqua non tocca mai l’alluminio. Ma c’è di più. La messa in opera è molto più veloce del sistema con radiatori in ghisa e le rese caloriche molto maggiori dell’acciaio o dell’alluminio estruso.

Identikit dell’azienda. Torniamo all’azienda, alle sue visioni, alle sue ambizioni. Anche perché – come spesso accade nella vita e sul lavoro – da cosa nasce cosa. E in questa storia gli incontri lasciano un segno indelebile. «Papà sviluppa un’azienda di pressofusione nata per affiancare le allora fiorenti e innovative produzioni di motori per motociclette. Qui si inserisce quella storica collaborazione, nata da una profonda amicizia, con Vittorio Minarelli dell’omonima casa produttrice di motori per motociclette. Di lì in avanti, le acquisizioni e le prime manovre di internazionalizzazione che hanno contraddistinto fin da subito la mia era di conduzione del gruppo. Il legame col territorio è fortissimo sin dall’inizio: siamo votati all’internazionalizzazione, ma non abbiamo mai pensato alla delocalizzazione. Le radici sono importanti anche per il peso specifico del distretto in cui le attività si sono svolte per anni, in cui sono nate». Così racconta Valerio Gruppioni, che del gruppo è presidente. Radici ancorate al territorio, ma testa e cuore che volano ovunque nel mondo. L’headquarter oggi è a Bologna, ma si opera in tre continenti: Europa, Asia, Africa. Si opera in tre aree di business: nel settore dei radiatori per il riscaldamento al 20% e in quello della pressofusione per l’industria manifatturiera per l’80%, soprattutto nell’ambito dell’automotive. «La nostra espansione sta nella capacità di trasformare aziende esistenti dall’elevato potenziale in strutture industriali efficienti ed efficaci nel mercato. Possiamo dire che la nostra competenza maggiore stia proprio nella modellazione e trasformazione del core business sui metalli, estendendola a livello più concettuale», precisa Gruppioni. L’ultima acquisizione riguarda Sitcar e quindi i veicoli di mobilità, a creare la terza divisione del gruppo. Dall’Emilia al resto del mondo. Ieri come oggi. «Abbiamo cavalcato l’onda dei mercati emergenti impiantando nuovi stabilimenti e ancora cerchiamo di modellare soluzioni industriali attuali e future in logica di alleanze». Guardare lontano, nel tempo e nello spazio. Ma guardare insieme.
 
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