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FARE INSIEME - Ep. 80 - Vsystem, la magia dell’innovazione

«I nostri capolavori sono fatti di dettagli»

03/10/2022

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A Fiorano Modenese, nelle vicinanze dell’omonima pista, c’è un gioiello hi-tech che non ha mai smesso di correre. E di far correre. Così Vsystem, partendo dalla deformazione plastica e dalla saldatura, lavora fra leghe di titanio, nichel, acciai speciali e inossidabili. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Silvia Gaiani, Amministratore Delegato di Vsystem

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

I capolavori sono fatti di dettagli. E quei dettagli possono essere piccoli, piccolissimi, addirittura miniaturizzati. Per capirci bene, il capolavoro passa dalla saldatura di tubi e lamiere estremamente sottili e che vanno da 0,6 a 1,2 millimetri di spessore. Uno spillo, in pratica. La magia sta tutta lì. Così per raccontare la storia di Vsystem, gioiello hi-tech che abita l’assolata pianura modenese nota nel mondo come “motor valley”, dobbiamo partire proprio da quella saldatura così piccola e che però offre grandi prestazioni. Ed è capace di diventare grande quanto il mondo intero. Oggi questa realtà ad alto contenuto tecnologico permette di far scendere in pista ben sei team su dieci nella Formula Uno. Perché più della metà di questi bolidi ospitano a bordo i pezzi di Vsystem. Tutto parte nel 2013 grazie al Gruppo Veca, azionista di maggioranza. Obiettivo: estendere l’esperienza nella produzione di componenti lavorati per il motorsport anche nel campo degli impianti di scarico. «Abbiamo saldatori con esperienza straordinaria per lavorare questi materiali e con questi spessori. Oggi siamo all'avanguardia nella fornitura di componenti ad alto contenuto tecnologico per garantire la sicurezza e le performance dei piloti di Formula Uno e del motorsport in generale. Occorrono standard massimi sia per la sicurezza dei piloti che per gli obiettivi agonistici sfidanti a cui mirano le scuderie», racconta Silvia Gaiani, Amministratore Delegata di Vsystem, realtà che attualmente registra 4 milioni di euro di fatturato e conta 25 dipendenti. Gaiani è una motociclista appassionata, classe 1976, una laurea in ingegneria meccanica conseguita all’Università di Bologna e un conseguente dottorato di ricerca. La sua carriera inizia in Ducati, lasciata nel 2007 per intraprendere un’altra sfida in Slovenia in una grande realtà impegnata a fare impianti di scarico.  

Il prodotto hi-tech.
Siamo a Fiorano Modenese, poco più di quindicimila anime a sud di Modena, nei dintorni dell'omonimo circuito di prova, in un’area coperta di 850 metri quadrati per il sito produttivo, 300 per gli uffici e un nuovo spazio produttivo di oltre 1.000 m2, operativo da fine agosto. Lo stabilimento garantisce la movimentazione delle materie prime e dei prodotti finiti per la produzione di piccole e medie serie di componenti destinati al segmento automotive, motorsport, biomedicale, aerospazio e difesa. Qui ci si dedica a soluzioni realizzate su leghe speciali per l’idroformatura, la piegatura tubi a parete sottile e le giunzioni saldate di precisione. L’azienda che Gaiani guida sin dall’inizio opera in un settore di nicchia, quello della fornitura di componenti ad alto contenuto tecnologico per garantire la sicurezza e le performance dei piloti come l’halo, la struttura di sicurezza che circonda il pilota di F1 e gli salva la vita in incidenti che, fino a poco tempo fa, erano mortali. Ma negli anni si è approdato su altri ambiti. Per ottenere pezzi leggeri e ad elevata resistenza, questa eccellenza è specializzata in idroformatura, piegatura tubi, saldatura, progettazione di attrezzature e leghe speciali. Pensare che tutto nasce da un tubo curvato. «Fare scarichi significa che si creano manufatti che si ottengono per deformazione plastica. Produciamo il tubo e lo curviamo. Per farlo abbiamo una tecnologia che ci contraddistingue ed è l’idroformatura. È una tecnologia rara che sfrutta l'acqua per dare forma. La adottano in Italia solo tre aziende, e tra queste ci siamo noi. Si opera con leghe di nichel, titanio e acciai resistenti ad alte temperature. La nostra azienda ha un reparto di deformazione plastica e poi un reparto di saldatura per assemblare. C’è poi il reparto qualità, che è strategico per l’analisi dei prodotti e dei processi», precisa Gaiani.  

I nuovi mercati.
L’idroformatura, si diceva prima. Non è una tecnologia nuova perché esiste dagli anni ’70. Ma oggi fa ben altro rispetto agli esordi. «Dato un oggetto di forma complessa, si prefigge di ridurne il numero di elementi con un unico e ambizioso obiettivo: semplificare. Così si eliminano più parti e si riducono più pezzi», dice Gaiani. Alle spalle c’è uno studio maniacale che punta all’eccellenza. Ma in fondo è questa la ricetta per guardare altri campi. «Abbiamo ottenuto la certificazione ISO 9100, che ci consente di aprire il mercato ai grandi clienti internazionali dell'aereonautica e della difesa. La certificazione è un risultato importante raggiunto a tempo di record e ci permette di affrontare nuove sfide garantendo il livello di qualità a cui i clienti sono abituati. Tutto è nato in quel periodo sospeso della pandemia, che però ci ha permesso di definire organizzazione e competenze necessarie per l'accesso ai nuovi mercati». Correre veloci, senza fermarsi. Sfruttando questo tempo fragile per pensare fuori dall’ordinario e per fare innovazione. In fondo è quello che fanno i migliori, provando a disegnare nuove pagine di futuro.

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