Tutto parte nel 1949, quando un gruppo di operai esperti nella costruzione di sistemi di pesatura danno vita ad una prima azienda che poi si trasformerà in cooperativa. Oggi più di duecento professionisti, e nel 70% dei casi soci lavoratori. operano per il mercato italiano e per altri 63 Paesi del mondo. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Enrico Messori, Presidente Cooperativa Bilanciai
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit immagini di Enrico Messori: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Ci
sono storie di impresa che sanno di rivincita. E quando quello scatto d’orgoglio
viene declinato al plurale, attraverso il gioco di squadra, è destinato a fare
la differenza e ad acquistare nel tempo ancora più rilevanza. In fondo è questa
la storia della Società Cooperativa Bilanciai. Tutto parte nel lontano 1949, in quel
Dopoguerra che profumava di riscatto, consapevolezza, coraggio e forse un po’
di sana incoscienza. Sono gli anni che anticipano quel Boom economico che ha
fatto la storia dell’Italia nel mondo, ma anche quelli delle prime prese di
coscienza, di quel valore identitario da assegnare al lavoro. Alcuni mesi prima
di quegli iconici Anni Cinquanta un gruppo di operai decide di affrontare una
nuova sfida. Tutto parte da una serie di licenziamenti avvenuti
nell’azienda Crotti, impegnata nei sistemi di pesatura. Siamo a Campogalliano,
quasi novemila anime in quella parte della provincia modenese che aggrega i
comuni dell'Unione delle Terre d'Argine. Quel gruppo di operai decise di
ritrovarsi in una piccola cantina per riprendere a fare quello che sapeva già fare
benissimo: costruire sistemi di pesatura. «Ma
la cantina era così piccola che, una volta assemblate le macchine, bisognava
smontarle per uscire dalla porta»,
racconta Enrico
Messori, oggi Presidente Cooperativa Bilanciai, nata nel 1963 e diventata
un’eccellenza di quel fare emiliano nel mondo. Certo, se si ripensa a quella
piccola cantina, paragonandola ai numeri di oggi, viene quasi da sorridere. Ma
è un sorriso che trasuda orgoglio. Oggi la cooperativa si estende
su ben ventiduemila metri quadrati ed è impegnata, come negli esordi, a costruire da
zero pese, bilance e altre soluzioni di pesatura industriale per tutto
il mondo.
L’eredità dell’essere
cooperativa. Una realtà all'avanguardia anche nella
manutenzione delle soluzioni di pesatura industriale statica e dinamica con
prodotti, terminali, software e servizi dedicati. Coop Bilanciai ha registrato
nel 2021 un fatturato aggregato di 44 milioni di euro, segnando +23% con un
utile a 3 milioni di euro. Il mercato nel 26% dei casi è estero, distribuito su
63 Paesi nel mondo. C’è poi un terzo del business realizzato nei servizi, ossia
nell’installazione e manutenzione dei sistemi di pesatura. Azienda dai numeri record che
investe quasi 3 milioni di euro nella ricerca. D’altronde per
rispondere alle complesse sfide contemporanee e per affrontare al meglio i
mercati bisogna unire le forze: oggi la squadra è composta da 239
professionisti e nel 70% si tratta di soci lavoratori, tra i quali molti ingegneri
elettronici, informatici e meccanici. Il 1999 è stato l’anno di fondazione del
gruppo internazionale Bilanciai Group, che si compone di dieci società
controllate o partecipate. «Ancora oggi sono le
persone a fare la differenza. Nel tempo è rimasta quella determinazione di far
crescere la cooperativa. Uno dei principi fondamentali sta nell’essere transgenerazionali:
significa lavorare al meglio per lasciare la cooperativa più forte di quando vi
abbiamo lavorato», precisa Messori. L’eredità
sta nel lavoro delle persone. «Poi rispetto agli esordi
abbiamo vissuto un cambio epocale nella pesatura, con lo sviluppo della meccanica
e dell’elettronica e con aumento esponenziale dei big data: oggi possiamo
utilizzare sistemi di pesatura con una manutenzione predittiva, che ci permette
di anticipare eventuali situazioni critiche»,
dice Messori.
Nuovi centri di gravità. Coop Bilanciai opera
nel mercato segnato dal B2B con i sistemi di pesatura industriali. Le
apparecchiature sono ospitate nel proprio stabilimento, ma si lavora anche
nelle aziende che richiedono i servizi: si va dal settore edile a quello metalmeccanico
fino all’alimentare. «Sviluppare soluzioni di
pesatura per ogni settore richiederebbe decenni perché ogni mercato ha le sue
specificità. Basti pensare che solo in Italia ci sono ben cinque zone gravitazionali.
Così la forza di gravità è diversa rispetto ai vari posti dove viene effettuata
la misura. Ci sono poi le differenze legate alla fiscalità», dice Messori. I cambiamenti
tecnologici sono epocali. Tra questi si distinguono la produzione di celle di
carico, i terminali elettronici e i software dedicati. Ci sono ancora l’intelligenza
artificiale e la gestione dei big data, che rappresentano l’attuale sfida per
rispondere alle nuove esigenze dei clienti sempre più proiettati in una
dimensione digitale. Ne è convinto Messori. «Il futuro ci impone di guardare verso nuove dinamiche
di relazione con i clienti. Si va sempre di più verso il servizio e si
scommette meno sul possesso. Tutto questo determinerà nel tempo una minore
produzione di strumenti, ma maggiori investimenti per l’analisi dei dati».
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