A Ozzano dell’Emilia nasce la società impegnata a progettare, realizzare e installare impianti di aspirazione e filtrazione sostenibili. Fatturato da 11 milioni di euro con una quota estera pari al 35% e un centinaio di dipendenti. Per FARE Insieme Giampaolo Colletti intervista Claudio Paravidino, fondatore di Imas Aeromeccanica
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Qualcuno potrebbe
pensare di aver viaggiato in passato su una speciale macchina del tempo che lo
ha portato nel futuro. Perché quello che ha intuito quasi cinquant’anni fa,
oggi è quanto mai attuale. In fondo la capacità imprenditoriale si misura anche
nel fiuto per cogliere i segnali deboli di un mercato in evoluzione. Claudio
Paravidino, fondatore di Imas Aeromeccanica, ci aveva visto giusto quando
decise di occuparsi di impianti di aspirazione, filtrazione, depurazione
dell’aria. Certo, oggi si utilizzano sistemi avanzati e competenze
tecnologicamente evolute, però l’idea embrionale – sulla quale ci aveva
scommesso anche quei soldi iniziali messi da parte con tanta fatica – era
quella: progettare, realizzare e installare impianti di aspirazione e
filtrazione innovativi per le aziende all’epoca in tumultuosa crescita. Lo fece
anche arrivando prima di altri e lavorando meglio di altri. Perché solo in
questo modo si diventa leader di mercato, nello specifico per ciò che riguarda
la realizzazione di sistemi filtranti quali depuratori e depolveratori per l’aspirazione
industriale dell’aria. Oggi la società fattura 11 milioni di euro con una quota
estera pari al 35% e conta un centinaio di dipendenti tra impiegati e operai.
Scarti che diventano
energia.
Imas si occupa dello studio e della progettazione di tutto ciò che oggi
afferisce all’industria 4.0. «Nei decenni abbiamo innovato
nei sistemi gestionali e abbiamo vissuto una rivoluzione tecnologica costante. La
nostra progettazione prima era in 2D, oggi la facciamo in 3D con un sistema che
automaticamente va sulle macchine di produzione. Poi ci sono le nuove
piattaforme hi-tech: abbiamo sviluppato prodotti innovativi e impianti di
depurazione con una caratteristica di filtrazione maggiore. Già venti anni fa
avevamo impianti così all’avanguardia che non solo rispettavano le norme dell’epoca,
ma come emissioni erano già notevolmente inferiori a quanto richiesto. I
settori presidiati sono legati all’industria meccanica, alla carpenteria, alla
fonderia, alla verniciatura e alla filiera del legno. Per le industrie
meccaniche gli inquinanti sono polveri o nebbie d’olio, e per ognuno abbiamo un
metodo di depurazione diverso. La ricerca è su questi campi, visto che sono
tutti realizzati su “misura”, afferma Paravidino. Per la filiera del legno,
oltre all’aspirazione e depurazione delle polveri, realizziamo il recupero
energetico dello scarto di lavorazione: - trucioli e segatura, aspirati e
stoccati, vengono riutilizzati nel periodo invernale come biomassa per
riscaldare gli stessi ambienti che li producono. Un lavoro nel segno della
rivoluzione green grazie proprio agli impianti a biomassa. «Anziché mandare lo scarto allo smaltimento, viene
recuperato in modo performante e differente», precisa Paravidino.
La fase iniziale e le
sfide future. In fondo però quella macchina del tempo sopra citata è fatta
della capacità di leggere tra le righe le necessità industriali. Perché c’è
sempre necessità di fare impianti di aspirazione, come ricorda spesso Paravidino,
ma soprattutto di sistemi filtranti sempre più performanti. Ma andiamo con
ordine. La vita di questo imprenditore, piemontese di nascita ma emiliano di
adozione, ne contiene tante altre all’interno: c’è il trasferimento a Genova e
poi a Savona. Qui a sedici anni il suo primo lavoro come ferraiolo, ossia impiegato
a legare le barre di ferro. Poi, poco prima dei diciotto anni, lo spostamento
in Abruzzo per diventare gruista nell’edilizia, facendo il saldatore nei
periodi di pausa. A vent’anni, l’esperienza di agente di commercio alimentare, a
Bologna, vendendo merendine e grissini. «Tutto è partito quando ha
smesso di fare questo lavoro: l’estate con la città deserta e le serrande
abbassate non si lavorava. Così è nata la collaborazione con un artigiano che
realizzava canalizzazioni in lamiera per aspirare l’aria dalle fabbriche. Stavano
vendendo una calandra e una piegatrice, all’epoca macchine esclusivamente manuali,
e decisi di comprarle. Ricordo che le caricai nel furgone che avevo per vendere
i grissini, portandole nel garage», racconta Paravidino. Già il garage. Anche
in questa storia imprenditoriale c’è. Quindici metri quadrati dove ci stava
tutto. Anche il desiderio di farcela. L’headquarter dell’azienda è a Ozzano
dell’Emilia, meno di quindicimila anime a pochi chilometri da Bologna. È qui
che oggi si sperimenta e si innova. L’ultima frontiera della ricerca è legata all’aspirazione
e depurazione con sistemi filtranti ad alta efficienza ed a bassissima
manutenzione. Così Imas Aeromeccanica propone impianti di depurazione per le industrie meccaniche che nel loro ciclo produttivo con
macchine automatiche, emettono nell’ambiente di lavoro nebbie e fumi oleosi.
Tutto questo avviene grazie ad uno speciale depuratore dotato di camera di
pretrattamento e sistema di filtrazione con candele a coalescenza. Un sistema
automatizzato ad aria compressa permette di lavorare in modo continuativo per
turni di ventiquattr’ore al giorno. Ingegno e tecnologia per affrontare le
sfide delle industrie del domani. Imas Aeromeccanica aumenta la sicurezza negli
ambienti di lavoro e diminuisce l’impatto industriale nell’ambiente.
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