Nel ferrarese nasce un progetto visionario che guarda al modello di ricerca e sviluppo 100 giorni e alle componenti che segneranno la sua evoluzione futura. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Gianluca Busi, CEO di 22HBG
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
“I
grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si
interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: «Qual è il tono della
sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?» Ma vi
domandano: «Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa?» Allora soltanto credono
di conoscerlo”. Sono le parole di Antoine de Saint-Exupery, noto anche con lo
pseudonimo di Tonio, scrittore, aviatore e militare francese. È l'autore de “Il
piccolo principe”. Una storia senza tempo. Pensate che nel 2017 supera il
numero di 300 traduzioni nelle diverse lingue. Ecco, la storia che stiamo per
raccontare parte dai numeri. Perché in fondo le storie sono fatte di numeri. I
numeri – di ogni tipo, di ogni sorta – ci parlano, ci orientano, ci permettono
di capire dove va il mondo, di decodificarlo. Le storie sono fatte di numeri e
in quella che sto per raccontarvi i numeri diventano centrali. Uno in
particolare. Il numero 22. Nella cabala è il numero che indica
l’universo, ma in questo caso ha a che fare con un’icona di italianità nel
mondo. Di ieri e di oggi, possiamo dire. Perché il 22 è la lettera 22 della
Olivetti, popolare macchina per scrivere meccanica portatile realizzata dalla
società Olivetti. Uno dei prodotti di maggior successo nata nel 1950 e premiata
come Compasso d'Oro nel 1954. La tastiera è incorporata nella carrozzeria in
alluminio. Il rullo è incastrato senza sporgenze, ad eccezione della manopola,
rispetto al piano orizzontale della macchina. La leva dell'interlinea è
emergente, ma più compatta per rispondere alle esigenze di trasportabilità e di
limitato ingombro.
Identikit
dell’azienda. Da quel 22 che ha fatto la storia ad un
altro 22 che segna il presente e – giura il suo fondatore – segnerà anche il
futuro. Si tratta di 22HBG, ossia High
Broadcasting Generation, anticipata proprio da quel 22. «È sempre stato il mio numero
fortunato il 22. Così ho pensato di far diventare
un robot quel 22 contenuto nella Olivetti».
Così afferma Gianluca Busi, ferrarese classe 1977, startupper e visionario,
impegnato da sempre a pensare in grande. Undici anni fa Gianluca ha
un’intuizione che avrebbe poi segnato la sua vita. «Stavo in America quando ho deciso di aprire
questa società. Ho realizzato il primo prototipo, divenuto oggi una delle prime
app che raggruppa tutte le radio. Si tratta dell’aggregatore assemblato in
Italia e presente su 60 milioni di auto nel mondo. Arriviamo anche in Senegal o
in Papua Nuova Guinea»,
dice Gianluca. Dall’America all’Italia. Anzi, all’Emilia. «Oggi siamo tutti focalizzati
sull’intelligenza artificiale. Per dieci anni abbiamo fatto solo ricerca e
sviluppo e ne siamo orgogliosi»,
precisa Gianluca.
Ricerca e sviluppo. 22HBG nasce con la
radio e sviluppa applicativi dedicati al mondo audio e ama la radio al punto da
aver promosso un intero universo: quello di FM-world, progetto multipiattaforma
dedicato al mondo della radio. Tramite l’app è possibile ascoltare le emittenti
più importanti, vederne le radiovisioni, scaricare podcast e disporre di una
moltitudine di canali. L’azienda ha aperto una sede anche a Dakar, capitale del
Senegal, più di un milione di abitanti nell’Africa occidentale. I servizi
vengono erogati a broadcaster e media company. Tra i clienti ci sono Radio Maria,
RTL, Sky, ACI. E ancora governi e aziende medio-grandi per supporto alla
digitalizzazione. Al lavoro per trovare nuove tecnologie: è questa la sana
ossessione di Gianluca e della sua squadra, che guarda anche alle nuove
generazioni con la partecipazione agli open day scolastici e universitari. Un
modo efficace per incontrare studenti e aziende. «Questi clienti ci hanno
aiutato a sviluppare nuove proposte, ci hanno pagato per scrivere il loro
futuro. D’altronde in 22HBG cerchiamo di imparare ogni giorno le lezioni
migliori dai diversi modelli di business. Per questo ci impegniamo a creare un
primo prodotto finito e funzionante in soli 100 giorni dall’inizio dei lavori. Ed
è questo l’elemento rilevante di una proposta che scala i mercati. Questa
soluzione permette di apprezzare le qualità del progetto, di effettuare test
anche di mercato, rivelare eventuali punti di forza, ma anche di anticipare
eventuali punti di debolezza. Serve a comprendere il modo in cui le persone si
rapportano a determinate interfacce e a evitare sprechi di risorse in
interminabili cicli di sviluppo», ricorda Gianluca. Operativi in cento giorni
dalla firma del contratto: ecco la filosofia di lavoro.
Un lavoro che è ricerca, sperimentazione, futuro.
Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/
Leggi le altre interviste