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FARE INSIEME - Ep. 269 - Aferetica, quella sana ossessione per la vita animata da ricerca continua e condivisa

«Tutti sono responsabili di tutto»

20/11/2025

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Prima a Mirandola e poi a San Giovanni in Persiceto c’è uno dei player tecnologici di riferimento nel mondo del trapianto. Da qui parte la rivoluzione con terapie che si rivolgono a molteplici ambiti clinici: terapia intensiva, nefrologia, cardiochirurgia, trasfusionale, gastroenterologia fino all’innovativo campo della perfusione e della purificazione  degli organi destinati al trapianto. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Mauro Atti, AD di Aferetica

di Giampaolo Colletti

@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

C’è un filo invisibile che lega Mirandola al mondo intero. È fatto di scienza e umanità, di innovazione e cura, di ricerca e collaborazione. Di visione. È anche il filo di Aferetica, nata nel cuore del distretto biomedicale emiliano dove trent’anni di competenze industriali si intrecciano con un’idea semplice e radicale: dare più possibilità alla vita. Tutto comincia dopo il sisma, in un container, ossia in un luogo di ricostruzione fisica e simbolica, dove la parola resilienza smette di essere un concetto astratto e diventa pratica quotidiana. Una cosa assai comune nell’imprenditorialità emiliana. Da lì Aferetica prende forma, cresce, diventa un punto di riferimento nel mondo per le terapie di purificazione extracorporea e per le tecnologie dedicate al trapianto d’organo. Oggi conta trenta collaboratori, un indotto di oltre cento professionisti e una rete internazionale che tocca l’Europa e il Brasile, dove è certificata dall’Anvisa, una delle autorità più rigorose a livello globale. Ma i numeri sono solo una parte del racconto. Perché qui, prima dei brevetti, vengono le persone. «Tutti sono responsabili di tutto», amano ripetere in Aferetica. Non è uno slogan, ma un modo di vivere l’impresa. Significa che non servono cassette delle idee, perché le idee si condividono, si costruiscono insieme, senza gerarchie. Significa che ogni intuizione tecnica o clinica è figlia di una comunità che si riconosce in un obiettivo comune. È così che è nata quella che in Aferetica si chiama ricerca collaborativa, vero Dna dell’azienda. Le idee non si trovano nel chiuso dei laboratori ma nei reparti, parlando con i clinici, ascoltando chi ogni giorno affronta la complessità della cura. Si parte da lì e poi si coinvolgono chimici, biologi, ingegneri, esperti di elettronica e meccanica, fino ai professionisti del marketing e della regolamentazione. Nessuno può bastare a se stesso e il sapere condiviso diventa la prima materia dell’innovazione.

Identikit dell’azienda.
L’avventura parte con tre colleghi compagni di lavoro ma soprattutto  amici, tutti impegnati nel biomedicale. «Abbiamo deciso di avviare una esperienza come imprenditori dopo aver fatto una vita da manager. L’intuizione? Nasce dall’esperienza dallo stare sul campo, sul mercato. Raccogliere spunti e stimoli dal dialogo costante con i clinici per trasformarle in nuove terapie e in nuovi prodotti. E ancora, applicare le tecnologie in campi nuovi come la perfusione d’organo, come il trapianto. E a proposito di trapianto, fino a dieci anni fa l’organo veniva messo in ghiaccio e portato al centro trapianti, mentre oggi può essere trattato prima di essere impiantato sul paziente. Un processo che – come ci disse all’origine il professore Giuseppe Remuzzi – avrebbe cambiato il mondo del trapianto. E così è stato. Ora la perfusione di organo si sta affermando», afferma Mauro Atti, AD di Aferetica. Questo imprenditore classe 1953, laureato in chimica all’Università di Bologna, ha iniziato occupandosi di dialisi, è diventato uno startupper a 60 anni, motivato a dare sempre qualcosa in più.  L’headquarter della società è a San Giovanni in Persiceto, nel bolognese. La prima sede è stata in un container post-terremoto a  Mirandola, dove ancora oggi sono le attività produttive. Dall’Emilia parte la rivoluzione del trapianto nel mondo grazie a Aferetica, uno dei player tecnologici di riferimento. Questa Pmi si occupa di aferesi terapeutica, per dare più possibilità e maggiore qualità alla vita. Le terapie si rivolgono a molteplici ambiti clinici: terapia intensiva, nefrologia, cardiochirurgia, trasfusionale, gastroenterologia, fino all’innovativo campo del trapianto per la purificazione degli organi. Aferetica ha chiuso il bilancio del 2024 con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro ed una crescita del 30% rispetto all’anno precedente entrando anche nella classifica del Sole 24 Ore, in collaborazione con Statista, delle aziende a maggior tasso di crescita in Italia. Ma ciò che conta è altro. Nel mondo del trapianto, dove la vita dipende spesso da una finestra di tempo minuscola, Aferetica ha scelto di lavorare non sulla conservazione ma sulla vitalità. Le tecnologie hanno permesso a piccoli centri di raddoppiare i trapianti. Dietro ogni numero c’è un paziente che torna a respirare, un medico che trova un alleato, un’azienda che sceglie di stare al fianco della vita. L’evento chiamato Purification Therapies è diventato un punto di riferimento internazionale: centinaia di partecipanti, moltissimi relatori, discussioni senza rete o filtri. Un luogo dove la parola chiave è fare insieme, ma per davvero.

Le sfide future.
Oggi Aferetica guarda avanti. Verso nuove filiali europee, verso un futuro in cui l’80% della produzione sarà esportata, ma anche verso nuove frontiere terapeutiche come lo xenotrapianto, campo pionieristico dove la perfusione d’organo potrà fare la differenza. L’obiettivo è ambizioso: azzerare o almeno ridurre drasticamente le liste d’attesa per i trapianti. Perché oggi solo un paziente su dieci nel mondo riesce ad accedere a un organo compatibile. Ma al di là dei traguardi resta la visione di partenza: l’idea che la tecnologia, per essere davvero utile, debba tenere insieme scienza e valore umano della cura. «Quando un paziente entra in ospedale il primo obiettivo deve essere farlo uscire guarito, indipendentemente da chi è o da dove viene. Da lì bisogna partire».

Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

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