Una storia che declina al meglio l’ambito universitario con quello aziendale. Siamo a Modena e qui nasce uno spin-off punto di riferimento nel settore della consulenza ingegneristica meccanica, un partner per le imprese nel cammino verso l'eccellenza. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Roberto Rosi, CEO di Astra Research
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Da cosa nasce cosa. Così quando l’ambizione è
pari solo alla dedizione, alla costanza, alla voglia di fare la differenza,
possono nascere solo cose belle. In fondo è questa la storia di un’avventura
imprenditoriale nata da quattro ragazzi diventati soci in affari dopo il
dottorato. Una storia che prende forma in quelle scale universitarie percorse
migliaia di volta anni prima, con il sole o con la pioggia, con il cuore a
mille per gli esami da fare e con la gioia dei traguardi raggiunti. Siamo nella
zona vignolese a Modena est, in quello spazio che tiene insieme università e
aziende. Questa è la storia di Astra Research, spinoff universitario del
Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari all’Università di Modena e Reggio
Emilia.
Gli esordi e il presente. Tutto parte nel gennaio 2008,
in quegli iconici spazi universitari, espressione di quell’ateneo impegnato a
sfornare talenti che declinano al meglio percorsi scientifici e manageriali. A
guidare questa avventura sono quattro giovani laureati: Roberto Rosi, Matteo
Giacopini, Andrea Salsi e Andrea Baldini. Tutti nati tra il 1975 e il 1977. E tutti
con in tasca una laurea in ingegneria meccanica. «Quel che comincia
come un progetto ambizioso cresce e si sviluppa nel corso di sedici anni di
intensa attività. Oggi Astra Research è molto di più di un’azienda. Si tratta
di un vero e proprio punto di riferimento nel settore della consulenza
ingegneristica meccanica, un partner per le imprese nel cammino verso l’eccellenza.
Avevamo già contatti con alcune realtà e ci siamo
accorti che c’era un forte distacco tra le richieste aziendali e le attività
che facevamo in università», afferma Roberto Rosi, CEO di Astra Research. Da lì
la scelta di fare qualcosa di concreto. L’headquarter si estende su oltre
cinquecento metri quadrati: è un luogo in cui la creatività e l’innovazione si
fondono, dando vita a soluzioni ingegneristiche che varcano i confini nazionali
e si proiettano su scenari globali. Dallo scorso
anno l’ampliamento della parte sperimentale con il capannone a cinquecento
metri dalla sede. Qui, su seicento metri quadrati, si articola un’area di
sperimentazione: si va dai banchi prova all’acquisizione di dati per la
componentistica. «Il
cuore pulsante della nostra operatività è il nuovissimo laboratorio di ricerca
e sviluppo, uno spazio dove le idee prendono forma, dove la ricerca diventa
innovazione tangibile», dice Rosi. Una vicinanza anche fisica con quel mondo
universitario che li ha uniti. «In fondo siamo rimasti vicino all’università, a pochi passi da lì. È come se non l’avessimo mai abbandonata l’università», precisa Rosi. Il team è composto
da oltre 30 specialisti con un’età media di circa 33 anni e tutti con
competenze trasversali che spaziano dall’automotive al biomedicale, dal
movimento terra al settore idraulico, dalla meccanica all’aereospaziale, dal
packaging al settore agricolo, dal farmaceutico all’alimentare. Nel 2023 si
raggiunge un traguardo significativo: l’azienda supera i 2 milioni di euro di
fatturato. «Un successo che non è fatto solo di numeri, ma è il
risultato tangibile della fiducia riposta in noi da principali player italiani
nei settori della mobilità e della manifattura. Siamo orgogliosi di camminare
al fianco di queste eccellenze, contribuendo a plasmare un futuro all’insegna
dell’innovazione e della partnership solida. In fondo ogni progetto è una
storia che scriviamo insieme ai nostri clienti, un capitolo che racconta di
sfide superate e obiettivi raggiunti. Astra Research è un alleato che si
impegna emotivamente in ogni passo che intraprendiamo insieme»,
dice Rosi.
Abbattere
barriere. Qui si abbattono le barriere tra accademia e azienda e si creano sinergie
che danno vita a soluzioni uniche e adattabili. «In questi anni abbiamo
coltivato con cura e preservato il nostro DNA universitario, mantenendo un
legame diretto con l’università. Questa connessione è molto più di una semplice
collaborazione: è un vincolo forte e significativo. Ogni anno accogliamo
numerosi ragazzi nello sviluppo della propria tesi e che entrano all’interno
del nostro ecosistema, che rappresenta un vero valore aggiunto nell’
arricchimento del loro bagaglio tecnico e umano. Ai neo-laureati che si
sono distinti per valore e passione offriamo non solo l’opportunità di entrare
nel mondo del lavoro, ma una vera e propria prospettiva di crescita attraverso
un contratto stabile, con un valore che va oltre il semplice aspetto economico:
la possibilità di essere coinvolti in attività con aziende internazionali
aggiunge un ulteriore strato di esperienza e crescita professionale», precisa con orgoglio
Rosi. E ritorna con forza quel legame viscerale con la propria terra, avamposto
di futuro. «Nella nostra amata
Modena, culla di passioni e motori, abbiamo radici profonde che si intrecciano
con i sogni che sin da bambini ci hanno affascinato. Le auto non sono mai state
solo un sogno, ma una fonte di ispirazione incessante. Il ruggito dei motori è
la colonna sonora delle nostre vite, il richiamo di una passione che ci guida
fin dai primi passi. La storia di Enzo Ferrari, il visionario che ha sfidato il
mondo, è per noi mito e ispirazione», dice Rosi. D’altronde
il futuro si affronta meglio con quei maestri del passato che indicano la via
da percorrere.
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