Nel ferrarese tre stabilimenti danno vita a quell’iconico e storico piatto mangiato in tutto il mondo. Così ad Argenta nasce il couscous. Benvenuti a Bia, 75 persone al lavoro per un prodotto che arriva in 50 Paesi del mondo generando 50 milioni di euro di fatturato. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Giulia Pasquali, sales manager di Bia
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Questa storia nasce molti secoli fa e molti chilometri più a sud dell’Emilia. Ma proprio qui riesce a crescere, a rafforzarsi, a lasciare il segno. Questa storia racconta uno dei piatti più iconici al mondo. Una ricetta dai mille colori e dalle mille e una notte che lega culture diverse, terre lontane, tavole di ogni sorta. Questa storia porta l’Emilia nel mondo, ma lo fa per davvero. Per esempio sapete che il couscous ha la sua casa proprio nel ferrarese? Potete strabuzzare gli occhi quanto volete, ma è proprio così. Perché ad Argenta, poco più di ventimila anime nell’Unione dei Comuni delle Valli e Delizie, ci sono ben tre stabilimenti che lavorano proprio il couscous. Numeri da capogiro: qui si producono ogni anno 54.000 tonnellate e si confezionano oltre 24 milioni di astucci. Due dei tre stabilimenti sono dedicati alla produzione di couscous di grano duro convenzionale e biologico. Uno è per la produzione di couscous senza glutine. Si va dai sacchetti da 100 grammi fino alle scatoline da 500 grammi o da 1 chilogrammo fino ai sacchi da 5, 10 e 20 chili. E poi ci sono le cisterne dedicate ai clienti che acquistano per grandi produzioni di piatti pronti. Si produce e si distribuisce per i più importanti brand, per la grande distribuzione, per le catene della ristorazione e per altre aziende di confezionamento, in Italia e in ben cinquanta Paesi nel mondo. Ve l’avevo detto che questa è una storia incredibile? In fondo “l’amore è couscous”. Così recita l’omonima pellicola premiata nel 2017 al Festival del Cinema di Venezia. E come non esserne d’accordo.
Identikit dell’azienda. Benvenuti a Bia, realtà da decenni tra i top player mondiali del mercato del couscous. Nel mondo è l’azienda con più varietà di couscous nel settore del biologico e del senza glutine. La capacità produttiva è tra le più grandi d’Europa. L’export rimane il canale più importante e pesa per oltre due terzi del fatturato, ma anche il mercato nazionale è quasi interamente coperto. Tutto nasce nel 2005 con 13 dipendenti e circa 4 milioni di euro di fatturato. Ma i numeri sono cresciuti. «Bia è nata nel 2005 dall’acquisizione di un ramo di azienda che produceva pasta e che avendo molti clienti in Francia – mercato che più consuma couscous in Europa – è diventato naturale installare anche una linea di couscous. Abbiamo cominciato a operare con la nuova proprietà a luglio 2005 e io sono arrivata a novembre dello stesso anno. Ho iniziato in un piccolissimo gruppo ed ho vissuto tutte le fasi di sviluppo dei mercati e dei prodotti, grazie alla direzione – illuminata, visionaria e molto strutturata – del suo fondatore, l’ingegnere Pollini». Così afferma Giulia Pasquali, sales manager di Bia. Oggi Bia conta su una squadra di 75 dipendenti e sfiora i 50 milioni di euro di fatturato. Siamo nel comune di Argenta, lo dicevamo prima: la produzione si sviluppa in tre stabilimenti, tutti nel raggio sostenibile di tre chilometri. «Oltre alla territorialità, elemento che da sempre ha caratterizzato la nostra politica, questa struttura permette un alto livello di efficienza e di garanzia. Uno degli stabilimenti è dedicato al segmento gluten free, che è un mercato in continua crescita e che offre un’alternativa sana, buona e genuina sia per chi ha necessità alimentari specifiche sia per chi è interessato a cambiare il gusto della tradizione», dice Pasquali.
Gli elementi distintivi. Il DNA dell’azienda da sempre è votato alla flessibilità e all’alta qualità del servizio.Si fa tanto, ma si ricerca anche. Pensate che il team di R&D di Bia è in grado di sviluppare prodotti personalizzati partendo da qualunque materia prima. «Ci occupiamo anche di realizzare il packaging, dal progetto grafico alla fornitura.Abbiamo inserito a fine dello scorso anno un nuovo couscous fatto con 100% di farina di piselli, certificato biologico e gluten free per andare incontro alle esigenze di una fascia maggiore di consumatori.L’attenzione all’ambiente continua ad impattare anche sui materiali del packaging: si privilegia sempre di più la carta rispetto alla plastica.Da anni in Bia lavoriamo solo con packaging in carta certificata FSC e stiamo concludendo il passaggio di tutto il materiale plastico a 100% riciclabile oppure compostabile», dice Pasquali.Le difficoltà sono legate alla disponibilità di materie prime a causa dei cambiamenti climatici, ma qui non si molla. Anzi. «Oggi con l’acquisizione dell’azienda da parte di B.F. SpA, il più grande gruppo agroindustriale italiano, ci aspettano nuove sfide e soddisfazioni», dice Pasquali. Avanti tutta, Bia.
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