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FARE INSIEME - Ep. 82 - Biolchim, persone al centro e ricerca declinata al plurale

«Abbiamo rapporti consolidati con clienti e fornitori anche da trent’anni»

10/10/2022

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È una delle aziende più dinamiche nel panorama internazionale dei biostimolanti. Il suo modello di business, che pervade anche la parte organizzativa, è centrato sull’innovazione continua e sulle alleanze trasversali. Radici ancorate alla comunità, ma capaci di estendersi ovunque nel mondo. L’azienda è presente in più di 80 Paesi in Europa, Africa, Asia e Sudamerica. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Leonardo Valenti, AD di Biolchim

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

“Là dove coltivi la rosa, non può crescere il cardo. Dimenticare come zappare la terra e curare il terreno significa dimenticare se stessi”. Così racconta un vecchio adagio, che richiama inevitabilmente la forza della terra, la sua salvaguardia, il suo benessere e in fondo il nostro. Ebbene, c’è un’impresa emiliana che da cinquant’anni scende in campo – letteralmente! – per prendersi cura della terra. È Biolchim, gioiello bolognese impegnato nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti speciali grazie a particolari biostimolanti. Si tratta di prodotti ad alto valore aggiunto che combinano efficacia agronomica e sostenibilità ambientale. Tutto nasce nel 1972. Siamo a Medicina, meno di ventimila anime nell’area metropolitana bolognese. Un fazzoletto di terra che si estende per quasi 160 chilometri quadrati nella pianura emiliana, bagnato dal canale che dà il nome anche alla storica strada San Vitale. Proprio a Medicina ha sede lo stabilimento dove si realizzano tutte le fasi del ciclo produttivo fino al confezionamento finale dei prodotti, che vengono poi spediti in tutto il mondo. Radici ancorate alla comunità, ma capaci di estendersi ovunque nel mondo. L’azienda è presente in più di 80 Paesi d’Europa, Africa, Asia, e Sudamerica: in Brasile, Germania, Polonia, Ungheria, Cina, Nuova Zelanda e Australia Biolchim opera con proprie filiali, mentre in Turchia, Libano, India e Russia il supporto ai distributori locali è assicurato da una rete di tecnici residenti sul territorio. Nei rimanenti Paesi ci si affida invece a consolidate partnership commerciali e a una rete capillare di distributori e importatori. Così si è puntato su tecnologie proprietarie per la produzione di materie prime strategiche e una solida piattaforma di conoscenze e innovazione.

Direzione innovazione continua.
Ancora oggi Biolchim offre ai propri clienti un portafoglio completo di prodotti sicuri ed efficaci che permettono di massimizzare la resa di ogni coltura, in qualsiasi parte del mondo. Dal 2014 è a capo di un gruppo di cinque aziende che si colloca tra i top player del settore. «Festeggiamo i cinquant’anni quest’anno. Le aziende che abbiamo comprato sono anche più storiche di noi e pioniere nei rispettivi settori, ma alla fine insieme a noi respirano un forte orientamento all'innovazione. Così l’innovazione si consolida, si rafforza, viene sostenuta dall’esperienza e dal forte pragmatismo. Vogliamo consolidare il settore comprando aziende fornitrici e concorrenti che poi si integrano al meglio», racconta Leonardo Valenti, AD di Biolchim. Numeri da capogiro per un settore di nicchia specializzato e frammentato: il 2021 è stato chiuso a 142 milioni di euro con una squadra di 420 persone, mentre sul 2022 il previsionale è di 155 milioni di euro. Il gruppo opera nel settore della nutrizione e cura delle piante e per il 90% nell’agricoltura professionale. L’offerta si basa su fertilizzanti innovativi, biostimolanti, soluzioni di biocontrollo e in linea generale su prodotti finalizzati ad una agricoltura sostenibile biologica o convenzionale. Questo impone una continua attenzione all’innovazione di prodotto, di processo ma anche del servizio tecnico e delle modalità organizzative più idonee alla domanda di soluzioni efficaci, ma anche eco-compatibili.

Le persone prima di tutto.
Certo, si parla di soluzioni hi-tech, ma quello che fa la differenza sono le persone, dentro e fuori l’azienda. Ne è convinto Valenti. «Abbiamo rapporti consolidati con clienti e fornitori anche da trent’anni. Il nostro turnover è molto basso e prestiamo grande attenzione ai temi di inclusione e diversità. In fondo la nostra natura internazionale ci porta ad essere un melting pot di culture. E poi abbiamo molte donne in posizioni apicali. Il nostro è un settore di nicchia e la qualità delle persone fa la differenza: ecco perchè abbiamo una prevalenza di personale intercettato dalle università e che poi formiamo internamente». La ricerca è declinata al plurale. Biolchim ha stretto alleanze con decine di realtà e oggi conta più di cento collaborazioni aperte con centri di ricerca, laboratori, università, partner industriali come clienti e fornitori o spinoff. Nel 2012 è stato lanciato il progetto WIN, acronimo di Worldwide Innovation Network: consiste in una piattaforma di cooperazione scientifica e tecnica, finalizzata all’innovazione di cinque ambiti: l’innovazione di prodotto, quella di processo, quella relativa agli imballi, quella inerente il supporto tecnico agli agricoltori ed infine quella sui modelli organizzativi. «Si tratta di un nuovo modello di ricerca globale, reticolare, vincente. Sviluppare il network significa andare a cercare reciproche collaborazioni di qualità e specializzazioni anche fuori dal perimetro del nostro settore. Abbiamo lavorato moltissimo, per esempio, con la botanica farmaceutica e viviamo di miglioramento continuo. Al cuore della nostra mission aziendale rimane la volontà di fornire all’agricoltore soluzioni efficaci ed efficienti per il quotidiano lavoro in campagna. Lunga esperienza pluriennale, concretezza e attenzione alle esigenze dell’utilizzatore finale sono gli strumenti attraverso cui modelliamo la nostra offerta commerciale, fortemente incentrata sui temi cardine di prodotto e servizio: il nostro obiettivo principale è far sì che l’agricoltore possa sempre percepire la nostra azienda come un affidabile partner in grado di fornirgli soluzioni tecniche vincenti”, precisa Valenti. Per lui e la sua squadra non è pensabile oggi un’agricoltura che prescinda da strumenti di diagnostica più obiettivi, perché anche quest’ultima sta attraversando una fase di profonda trasformazione tecnologica pari a quella già verificatasi in medicina: si è passati dallo studio dei sintomi alla evidenziazione obiettiva attraverso l’analisi. Il digitale è imprescindibile e il processo è irreversibile. Ma al centro c’è e ci sarà sempre l’uomo.

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