Nel bolognese c’è un’azienda che ha scritto le
migliori pagine della torrefazione italiana nel mondo. L’ha fatto attingendo a un
patrimonio di conoscenza che affonda le radici nella storia, ma anche innovando
nel rispetto della tradizione. S come scienza, S come sapienza, S come specializzazione. Ecco le tre S che raccontano
Essse Caffè. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Francesco Segafredo, cofondatore e presidente di
Essse Caffè
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Guardare indietro per andare avanti. Perché il passato diventa una bussola
per orientarsi meglio nel futuro. Un capitale da valorizzare. Lo ripete
come un mantra Francesco Segafredo, imprenditore italiano legato a
una lunga tradizione familiare nella torrefazione italiana, una di quelle figure imprenditoriali che oggi
definiremmo startupper, proiettata nel domani ma con la consapevolezza che le
grandi imprese si fondano su intuizioni geniali, resilienza estrema, ricerca
senza fine e una squadra vincente. A proposito di squadra, quella di Francesco Segafredo
nasce in famiglia. Perché nel lontano 1979 con
il supporto e la
compartecipazione delle sue due sorelle Chiara e Cristina dà vita a Essse Caffè. In realtà Francesco
comincia a lavorare nel 1972 e gestisce la precedente azienda per cinque anni, vendendola poi nel 1977. Dopo due anni la nascita di
Essse Caffè. Ma per capire questa storia dobbiamo fare un passo indietro. Anzi,
come spesso diciamo in questa rubrica, più d’uno. La tradizione della famiglia
nel mondo del caffè affonda le sue radici negli anni ‘30 e cresce in maniera importante negli anni ‘50, nel Dopoguerra segnato dal boom economico e da quella
ripartenza che permetteva ai sogni di uscire dal cassetto e trasformarsi in
realtà.
Guardare
indietro per andare poi avanti. La svolta per l’azienda avviene infatti nel 1952, quando Giampiero, il
padre di Francesco, inventa la Miscela Masini in occasione dell’apertura di due
importanti locali nel centro di Bologna. Ma con
l'industrializzazione e la morte prematura dell’imprenditore, la formula di questa miscela va persa. «Ho intrapreso un viaggio
nelle mie origini per riuscire a ricontattare Berto, il torrefattore con il quale mio padre creò la miscela. Con il reparto di Tecnologie
alimentari della facoltà di Agraria dell’Università
di Bologna abbiamo cominciato a mettere
in controluce tutto l'arco produttivo del caffè e abbiamo ripristinato l’iconica Miscela Masini, che ancora oggi è il nostro prodotto di punta e con il quale realizziamo il 30% del fatturato», afferma
Segafredo. Guardare indietro
per andare poi avanti. Nel 2019 l’azienda
ha festeggiato i quarant’anni con un libro che declina la scienza dell’espresso
per Essse, che si scrive con tre S. Una sta certamente per Segafredo, ma in realtà oggi la spiegazione che piace di più a
questo capitano di impresa partito a
ventisette anni con poche ma chiare idee – come dice
lui stesso – è la declinazione su tre concetti chiave: S come scienza, S come sapienza, S come specializzazione.
Dall’Emilia al mondo intero. L’headquarter è ad Anzola dell’Emilia, nel bolognese. L’azienda oggi conta 74 dipendenti, oltre a una rete di vendita composta
da un centinaio di collaboratori per un mercato HO.RE.CA prevalentemente italiano, ma che trova spazio anche in 62 Paesi nel mondo attraverso i distributori. Si vola in Arabia Saudita, Stati Uniti, Israele, Grecia. Il
fatturato è di 39 milioni di euro e la presenza è anche online, con
l’e-commerce di proprietà all’interno del
quale si possono trovare tutti i prodotti per il consumatore finale. Quello di Essse Caffè è ancora oggi un DNA familiare e italiano. «Da subito abbiamo puntato
all’eccellenza di qualità e su un approccio quasi scientifico
nella preparazione delle nostre miscele, avvalendoci della collaborazione
costante con le facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e
Foggia. Ma non solo: oltre al prodotto, siamo stati tra i primi ad essere certificati
anche per le attività di servizio e assistenza ai baristi, riuscendo in questo modo ad offrire loro un
pacchetto completo di qualità», dice Segafredo.
La qualità prima di tutto. Una qualità che diventa
sana ossessione. Parliamo sì di prodotti,
ma anche di servizio post-vendita, assistenza e formazione ai clienti.
Ricerca senza fine. L’arte del
caffè ha bisogno di esperienza, ma anche di innovazione e tecnologia. Ne sono convinti in Essse Caffè.
Passione e tradizione, in un equilibrio perfetto. «Abbiamo mantenuto inalterato ciò che ci contraddistingue e per cui siamo
riconosciuti sul mercato, non solo la qualità, ma la costanza della qualità,
sempre garantita. Dove invece abbiamo innovato è stato tutto il mondo del
monoporzionato, e quindi gli investimenti fatti sia a livello di conoscenze che di tecnologia», precisa
Segafredo. Resta centrale la formazione: nasce così “La Classe di Essse”, ovvero l’accademia con una vasta offerta di corsi. «Il mondo della torrefazione sta evolvendo rapidamente e in diverse direzioni: i clienti sono
sempre più esigenti e attenti all’alto
standard qualitativo, nonché al tema della sostenibilità e del rispetto della
filiera. Poi c’è anche la crescita del segmento specialty coffee e di
soluzioni innovative per la caffetteria, non solo all’estero, ma anche in Italia.
Ecco perché ci aspettiamo anche una tendenza di consumo più
consapevole del caffè e una maggiore cultura del consumatore finale sul
prodotto, sia nel canale HO.RE.CA che a casa», conclude Segafredo.
In azienda intanto
è già al lavoro la quarta generazione della famiglia: Agata Segafredo come responsabile acquisti e fornitori,
Pietro Buscaroli responsabile reparto export, Riccardo Auteri responsabile
finanza e controllo di gestione, Ruggero Auteri come strategy manager HO.RE.CA.
Pronti per disegnare insieme a filiera e clienti
le nuove pagine di futuro.
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