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FARE INSIEME CHARITY – Ep. 12 – CEFA, il seme della solidarietà

«Il nostro principio guida: ascoltare i bisogni di ogni comunità e rispondere in modo concreto»

23/10/2025

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Nel 1972, a Bologna, nasce CEFA, una ONG fondata da Giovanni Bersani e Padre Angelo Cavagna, insieme ad un gruppo di cooperative agricole emiliano-romagnole. L’idea era semplice, ma visionaria: portare le loro competenze nei territori rurali dell’Africa e dell’America Latina, dove l’agricoltura rappresentava, e rappresenta ancora, la base della vita quotidiana. Per FARE INSIEME Charity, Lucrezia Lanzani intervista Alice Fanti, direttrice di CEFA

FARE INSIEME CHARITY è lo spin-off del progetto FARE INSIEME dedicato alla presentazione di alcune onlus e società no profit, realtà fortemente presenti nei territori di Bologna, Ferrara e Modena e che svolgono un lavoro straordinariamente importante e cruciale per l’intera comunità

di Lucrezia Lanzani*

“Cooperazione: organizzazione di lavoro in comune, per il conseguimento, senza intermediari, di un dato fine di produzione, di consumo o di credito”.

Nel 1972, a Bologna, nasce CEFA: una ONG fondata da Giovanni Bersani e Padre Angelo Cavagna, insieme ad un gruppo di cooperative agricole emiliano-romagnole. L’idea era semplice ma visionaria: portare le loro competenze nei territori rurali dell’Africa e dell’America Latina, dove l’agricoltura rappresentava - e rappresenta ancora - la base della vita quotidiana. In oltre cinquant’anni di attività, CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura) è cresciuto molto, ampliando i suoi orizzonti. Oggi, accanto all’agricoltura, lavora anche sui temi della parità di genere e dell’inclusione lavorativa, sempre con un principio guida: ascoltare i bisogni di ogni comunità e rispondere in modo concreto, migliorando diversi aspetti della vita quotidiana. Un esempio è il progetto “Acqua per crescere”, attivo in Tanzania e Somalia. L’acqua non è soltanto fondamentale per bere e garantire igiene e salute, ma rappresenta anche una fonte di reddito per le famiglie che vivono di agricoltura. Eppure, in alcune aree, la sua mancanza diventa persino un ostacolo all’istruzione: ci sono bambine che non possono frequentare la scuola durante il periodo delle mestruazioni, perché mancano le condizioni igieniche. Creare pozzi comunitari significa non solo alleggerire il carico della raccolta d’acqua per le donne, ma anche favorire l’accesso all’istruzione, spesso in scuole residenziali lontane dai villaggi.

«Per questo - racconta Alice Fanti, direttrice di CEFA - stiamo lavorando anche sugli orti scolastici: garantiscono cibo agli studenti, ma sono anche spazi di apprendimento. Vogliamo che le scuole siano autosufficienti dal punto di vista alimentare, così da permettere ai ragazzi di viverci durante l’anno accademico». Accanto al tema dell’acqua, CEFA porta avanti anche progetti dedicati al lavoro. Perché il lavoro non è solo sostentamento, ma anche dignità, autonomia, realizzazione. Creare opportunità lavorative è la base di ogni percorso, soprattutto nel Nord Africa, per favorire integrazione e inclusione, anche dopo un processo migratorio. «Lavoro, ambiente e agricoltura sono i tre pilastri del nostro impegno - continua Fanti - sempre accompagnati dalla lotta alle disuguaglianze. Per questo ci rivolgiamo soprattutto a donne e bambini, i più fragili e spesso i più colpiti». Anche in Italia CEFA lavora molto, con progetti di educazione alla cittadinanza globale, rivolti sia a studenti che ad adulti. L’obiettivo è sensibilizzare sui grandi temi che affronta ogni giorno, a partire dalle disuguaglianze di genere, stimolando empatia e consapevolezza.

Ogni anno, il 16 ottobre - Giornata mondiale dell’alimentazione, istituita in occasione della nascita della FAO - CEFA porta il suo messaggio nel cuore di Bologna, in Piazza Maggiore, con l’evento “Riempi il piatto vuoto”. Quest’anno il tema è l’impatto dei conflitti e delle guerre sull’accesso al cibo e sulle conseguenze della violenza. La piazza si riempie di piatti vuoti, che le persone possono simbolicamente riempire, creando una grande opera di pixel art: un gesto collettivo per dire no alle disuguaglianze. L’evento è accompagnato da dibattiti e riflessioni. La locandina porta la firma di Beatrice Alemagna, che ha donato un’illustrazione dedicata: una bambina che vola su un uccello, stringendo un piatto vuoto. «Un’immagine che parla di migrazioni - conclude Alice Fanti - che io preferisco definire non volontarie. Perché il nostro compito è proprio questo: lavorare affinché lo spostamento delle persone diventi una scelta e non un obbligo».

*Lucrezia Lanzani è una ex studentessa del Liceo Steam Emilia, che ora studia Communication Science all'Università di Amsterdam. Ha diciotto anni e da sempre è interessata a tematiche sociali, da più di tre anni presta attività di volontariato in diverse realtà della sua comunità.

Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

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