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FARE INSIEME - Ep. 271 - Quix, la ricetta dell’azienda emiliana hi-tech che punta sulla relazione

«È il valore che fa la differenza, non la tecnologia»

4/12/2025

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Nel modenese c’è un’azienda nata nel 2000 che è impegnata da sempre a trasformare processi complessi in relazioni fluide e valore tangibile. Ma c’è di più. Nel corso degli anni l’azienda si è evoluta da system integrator tradizionale a consulente strategico e tecnologico. Con le persone al centro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Claudio Masini, amministratore delegato di Quix

di Giampaolo Colletti

@gpcolletti

Ve lo ricordate quel suono stridulo che accompagnava i primi collegamenti ad internet quando il mondo – come la rete, ovviamente – andava lento e il telefono di casa risultava occupato dalla connessione a 56K? Un rumore greve, quasi fastidioso, ma oggi dolcissimo nel ricordo di quella generazione a cavallo tra analogico e digitale. Ecco, ora al suono che ci riporta alla fine degli anni ’90 e ai primi anni 2000, aggiungiamo anche un dove. Siamo nella provincia modenese, quella operosa e coraggiosa. Quella che non si sottrae alle sfide del tempo e che, anzi, lo cavalca. Proprio qui, precisamente a Campogalliano, nel modenese, il 14 novembre 2000 prendeva forma Quix. Un’impresa accesa da un gruppo di amici, un gioco di parole che richiamava già all’epoca – che visionari! – quella “x” espressione di experience. Poi, quando la crescita lo richiese, il trasferimento a Soliera e poi successivamente a Modena. Un’avventura imprenditoriale che ancora pulsa di innovazione, legami umani e visione tecnologica. «Ma quegli amici seduti al tavolino di un bar erano animati da una curiosità sincera: capire cosa Internet potesse davvero significare per il business», afferma Claudio Masini, amministratore delegato di Quix. Una base tecnica solida — Masini è perito elettronico e ingegnere informatico — accompagnata dall’energia di chi sa che la tecnologia non basta da sola: «Il tempo ci ha fatto evolvere e adattare alle mutate esigenze di clienti sempre più grandi, ma conserviamo da sempre la volontà di aiutare i clienti in modo sartoriale», dice Masini.

Identikit dell’azienda.
La squadra conta 105 dipendenti per un portafoglio clienti che spazia dalla ceramica all’automotive, dal fashion al bancario, dai trasporti alla pubblica amministrazione. Settori diversi, un unico comune denominatore: trasformare processi complessi in relazioni fluide e valore tangibile. «Mettiamo la tecnologia al servizio dei nostri clienti con lo scopo di creare valore. È il valore che fa la differenza, non la tecnologia», puntualizza Masini. Nel corso degli anni la dimensione è maturata: da system integrator tradizionale Quix è diventata consulente strategico e tecnologico. Un salto non solo formale. «Con i clienti della fondazione ci siamo costruiti crescendo insieme. Erano appena scoppiate le bolle della new-economy, ma noi non eravamo preoccupati perché avevamo scelto di andare piano, un passo alla volta». E quel passo alla volta ha tracciato una traiettoria che oggi vale: expertise, fiducia, relazioni decennali. Nel 2019 arriva un momento chiave: Quix diventa partner certificato Salesforce. «Questa scelta ci dà accesso a una piattaforma internazionale ben posizionata sul mercato e ci permette di coniugare l’expertise raccolto negli anni con una piattaforma enterprise in costante evoluzione su temi come l’intelligenza artificiale», osserva Masini. La posta in gioco? La relazione tra brand e clienti, ridefinita in un mondo cloud, scalabile, personalizzabile. Non è tecnologia per la tecnologia, ma tecnologia che semplifica, che abilita, che trasforma. Un cambio di paradigma: dalla logica delle macchine al valore delle persone. «Essere partner significa per noi non terminare mai con un cliente, ma continuare il processo di miglioramento. In molti casi abbiamo rapporti che superano i venti anni di storia. In un mondo dove tutto corre molto veloce e gli utilizzatori dimostrano a volte una resistenza al cambiamento, è necessario collaborare con i clienti e mettere in pista un “piano di adoption” per coinvolgere gli utilizzatori, renderli parte del processo di innovazione», dice Masini. La parola “customer-centricity” non è un cliché nel vocabolario Quix: è metodo, è attitudine. «Il cliente è sempre il centro attorno al quale creare valore. Questo vale per noi verso i nostri clienti, ma vale ancora di più per i nostri clienti verso i loro clienti finali», spiega Masini. Soluzioni che ruotano attorno a questo rapporto: CRM, e-commerce, scambio informativo fra diversi attori del business.

Cultura e comunità.
Formazione, cultura, capitale umano: gli ingredienti del successo silenzioso, ma potente. «Dedichiamo quasi il 5% del totale del tempo a disposizione per attività di formazione specifica», dice Masini. Non è un plus, è parte integrante del progetto azienda-persona. E il legame con il territorio con l’Emilia-Romagna culla di manifattura e innovazione? «La maggior parte dei nostri clienti è ubicata qui. Essere consulenti significa avere relazioni e, nonostante siamo alfieri della digitalizzazione, crediamo che un rapporto umano porti maggior valore nello scambio con i nostri clienti». Il territorio come base, l’ecosistema come alleato: Quix ha costruito una rete di collaborazioni con altre aziende digitali, perché «non possiamo sapere tutto e su temi specifici preferiamo collaborare con altri partner piuttosto che perdere il rapporto di fiducia con i clienti avventurandoci in materie che non sono nella nostra sfera di competenza». Qual è il prossimo orizzonte? «Per il 2026 prevediamo una crescita delle attività legate all’automazione dei processi mediante l’adozione di soluzioni AI», annuncia Masini. Un’idea semplice: la tecnologia al servizio della relazione. Un passo alla volta, insieme.

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