A Modena nel 2008 si è costituita ufficialmente la Fondazione che si pone come un laboratorio di idee e progetti tesi a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e ad accrescere la loro autonomia personale e abitativa accompagnandole verso un’indipendenza effettiva, stabile e sicura. Per FARE INSIEME Charity, Lucrezia Lanzani intervista Roberto Bosi, presidente di Fondazione Vita Indipendente
FARE INSIEME CHARITY è lo spin-off del progetto FARE
INSIEME dedicato alla presentazione di alcune onlus e società no profit, realtà
fortemente presenti nei territori di Bologna, Ferrara e Modena e che svolgono
un lavoro straordinariamente importante e cruciale per l’intera comunità
di Lucrezia Lanzani*
“Autonomia: nel suo senso più generale, il
potere di dar legge a sé stesso. Indipendenza di giudizio, libertà d’azione”. Correva l’anno 2008: il Comune di Modena,
Asp Charitas, Aisla, AutAut, Anffas, Insieme a Noi e Uildm, decidono di
accogliere una proposta regionale, dando vita a Fondazione Vita Indipendente.
Sotto la guida del primo presidente Benito Toschi, la Fondazione porta avanti
progetti per l’autonomia personale e abitativa e percorsi di valutazione personalizzata
per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità fisica,
relazionale e intellettiva.
«Nel corso degli anni il ruolo di
Fondazione Vita Indipendente si è sviluppato con lo scopo di tenere insieme,
collegare, connettere, coordinare e integrare queste varie realtà che la
costituiscono per promuovere azioni di miglioramento», racconta Roberto Bosi, dal
2023 presidente di Fondazione Vita Indipendente.
Da tempo un’équipe di professionisti lavora
e collabora incontrando famiglie di persone con disabilità, ascoltandole e costruendo
percorsi personalizzati, volti a raggiungere la maggiore indipendenza possibile.
All’interno di questo percorso nascono progetti per andare a vivere da soli: si
ricercano appartamenti, si attivano delle vere e proprie “palestre di autonomia”,
per far sì che le persone con disabilità possano cominciare a sperimentare
gradualmente esperienze di “vita quotidiana” in autonomia.
Gli educatori, insieme a psicologi,
analisti del comportamento e pedagogisti, hanno il compito di individuare e
stimolare le abilità dei ragazzi, coinvolgendo i genitori nel modo più discreto
possibile. «Vorremmo che la loro fosse una presenza che facilita la crescita
dei figli, che li incoraggia a tirare fuori il meglio di sé», risponde il
dottor Bosi evidenziando anche il supporto che viene dato ai genitori nei
percorsi di autonomia, per aiutarli a vivere il cambiamento.
Qui prende il via “Andiamo a vivere da
sole!”, il progetto di cohousing che recentemente ha compiuto un anno. Un
appartamento in cui, dal lunedì al venerdì, vivono tre giovani donne con Sindrome
di Down, che imparano a provvedere a loro stesse in maniera autonoma e
indipendente, con il supporto di un educatore e della équipe di professionisti. «Nello specifico, “Andiamo a vivere da
sole!” è nato da una co-progettazione con il Comune di Modena ed è in parte
finanziato con i Fondi del Dopo di noi. Per molti altri progetti, le risorse
vengono raccolte da bandi regionali, donazioni e iniziative, come concerti o spettacoli
teatrali, ma la Fondazione aspira a collaborare con altre associazioni per avviare
una raccolta fondi e condividere risorse. Lavorare insieme significa lavorare
meglio», sottolinea ancora il presidente Roberto Bosi.
Fondazione Vita Indipendente crede infatti
nell’importanza di fare rete, coinvolgendo il mondo del volontariato, i
privati, le istituzioni e gli enti pubblici, e di sensibilizzare la
cittadinanza su temi di importanza pubblica e collettiva attraverso iniziative
mirate.
Inoltre, grazie alla
collaborazione con il CSV (Centro di Servizio per il Volontariato) e al rapporto
con la Fondazione di Modena, Fondazione Vita Indipendente ha in progetto la ristrutturazione
di alcuni edifici nell’area dell’ex ippodromo. Questo consentirebbe di valorizzare
il territorio e sviluppare contatti con le realtà locali, come il Modena
Football Club o l’Università di Modena e Reggio Emilia, e la vicinanza
al centro città aiuterebbe molti giovani a esprimere le loro potenzialità
interagendo maggiormente con la comunità. Fondazione Vita Indipendente, con
tutti i suoi soci, è quindi quella realtà che può intervenire in maniera significativa
sul territorio, per promuovere il più possibile l’autonomia delle persone con
disabilità.
*Lucrezia Lanzani è una studentessa del Liceo Steam
Emilia, ha sedici anni e da sempre è interessata a tematiche sociali. Da tre
anni presta attività di volontariato in diverse realtà della sua comunità.
Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/
Leggi le altre interviste