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FARE INSIEME - Ep. 81 - Gruppo Fabbri e quella speciale missione di preservare senza sprecare

«Così si reinventa la conservazione dei cibi»

06/10/2022

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Da una piccola tipografia di provincia non più grande del garage di Steve Jobs ad un colosso mondiale leader nel confezionamento alimentare. Oggi Gruppo Fabbri impiega 500 persone e registra un fatturato di 113 milioni di euro con una crescita del +15% da un anno sull’altro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Stefano Mele, Amministratore Delegato di Gruppo Fabbri

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Le storie imprenditoriali di successo hanno tutte ingredienti simili, semplici, quasi banali, eppure talvolta così difficili da perseguire. C’è l’intuizione geniale, c’è la capacità di fare sistema con tutte le forze della comunità, c’è la caparbietà, che nel gergo del management si declina anche in resilienza, ossia in quella forza che permette di attraversare le tempeste. Eppure queste storie hanno anche tratti molto specifici, identitari. Come questo: una piccola tipografia del modenese che riesce a passare dalla stampa tradizionale su carta alle pellicole alimentari, fino a diventare negli anni leader mondiale nella produzione e vendita di film stretch e barriera, avvolgitrici e termosigillatrici per il confezionamento del fresco e freschissimo. Per spiegare bene la storia che stiamo per raccontare dobbiamo tornare indietro nel tempo a una tipografia di provincia, poco più grande del garage di Steve Jobs, dove nel primo Dopoguerra prende forma la prima rotativa flessografica e rotocalco per la stampa di imballaggi dedicata a frutta e agrumi. L’embrione del packaging alimentare. Ecco, questo è l’esordio di ciò che negli anni sarebbe diventato un colosso mondiale nella produzione e vendita di macchine e linee complete, film e software per il confezionamento alimentare. Benvenuti in Gruppo Fabbri, raccontato al meglio anche dal payoff scelto: the evolution of freshness, ossia l’evoluzione della freschezza.

Mercato e consumi.
Oggi l’azienda, che impiega 500 persone, registra un fatturato di 113 milioni di euro con una crescita del +15% rispetto agli anni precedenti. L’headquarter è ancora a Vignola, ma ci sono anche due stabilimenti a Palazzolo sull’Oglio e a Muzzano, nel Canton Ticino, distretto di Lugano. E poi ecco le sedi tecnico-commerciali all’estero: Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera e Russia. «Oggi il nostro DNA sta tutto in uno slogan che però esplicita al meglio tutto ciò che facciamo: preservare senza sprecare. Mettiamo grande attenzione nello sviluppo dei sistemi di imballaggio che permettono ai nostri clienti di preservare il cibo fresco: carne, pesce, frutta, verdura... Abbiamo da sempre scommesso sull’innovazione. Operiamo presso i trasformatori del fresco e presso il retail con soluzioni che coprono tutti i settori alimentari e ci impegniamo quotidianamente ad offrire prodotti sicuri, competitivi ed efficaci per una soddisfacente conservazione dei cibi, investendo in soluzioni innovative volte al continuo miglioramento in termini di performance di sostenibilità» afferma Stefano Mele, Amministratore Delegato di Gruppo Fabbri. Diventare leader, ma farlo fiutando l’evoluzione del mercato, i nuovi bisogni di una società in cambiamento, le innovazioni di settore. «La nostra strategia è sempre stata quella di adattarci alle esigenze del mercato, essere molto attenti nel saper cogliere le innovazioni che di volta in volta possono essere necessarie. Così siamo diventati una realtà europea, attiva su scala mondiale, e la continua innovazione sta anche nel passaggio da impresa familiare a manageriale». Crescere, ma farlo con consapevolezza. La nobile virtù delle migliori guide d’impresa.  

La storia che diventa futuro.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo a quella piccola tipografia vignolese, rilevata da Ennio Fabbri negli anni ’30 e successivamente diventata il quartier generale del figlio, quel genio di Ermanno Fabbri, che la rese una realtà unica nel suo genere. Ermanno Fabbri, senza chiedere il permesso a nessuno – come solo i migliori innovatori riescono a fare – inizia a sviluppare soluzioni di packaging alimentare a partire dagli anni ’50, in pieno Dopoguerra, quando le risorse erano particolarmente preziose e andavano, allora come oggi, preservate senza sprechi. Nasce così la Fabbri Arti Grafiche. A seguire tanta ricerca e sviluppo e la registrazione dei primi brevetti: così la Fabbri riesce negli anni a cavalcare i trend di mercato più significativi, garantendo ai clienti le migliori soluzioni. Nel 1960 Ermanno Fabbri, fonda Automac e lancia la prima macchina per avvolgere automaticamente gli agrumi con carta speciale paraffinata. Nasce così l’attuale strategia Fabbri basata sulla sinergia integrata tra macchine e film. Obiettivo: offrire al mercato un sistema di confezionamento alimentare completo comprendente confezionatrici e consumabili. Poi con gli anni ’70 Automac applica l’utilizzo del film in PVC estensibile a freddo per l’avvolgimento automatico di cibi freschi per i supermercati. Nasce un’altra piccola, grande rivoluzione. Così Gruppo Fabbri inizia a spiccare nel mercato mondiale per lo sviluppo di tecnologie e materiali innovativi nel campo del packaging. Prosegue nei decenni l’evoluzione del settore dell’avvolgimento, che porta allo sviluppo delle avvolgitrici integrate con sistemi di pesatura ed etichettatura, fino alla termosigillatura. «Oggi il tema della sostenibilità è sulla bocca di tutti, ma “preservare senza sprecare” è sempre stato il nostro motto. In risposta alle nuove, pressanti richieste di mercato e istituzioni, poi, negli ultimi anni ci siamo concentrati su nuovi e significativi progetti di innovazione con un grande investimento di risorse. Insomma, abbiamo cercato di vedere il futuro in anticipo con un investimento importante nell’imballaggio leggero, col minor impiego di plastica possibile», precisa Mele. Così Fabbri investe circa il 5% del fatturato annuale in R&D. Tradizione e innovazione, due facce della stessa medaglia. «Oggi presidiamo il mercato globale con una rete di più di 90 distributori e centri di assistenza autorizzati, ma guardiamo sempre con riconoscenza e ammirazione alla terra dove siamo nati e dalla quale è partito tutto questo». 

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