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FARE INSIEME - Ep. 87 - Gruppo Hera, la forza nell’integrare competenze, persone, tecnologie, impianti

«Abbiamo fatto in modo che i confini si trasformassero in ponti che generano valore e ricchezza economica e sociale»

27/10/2022

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Identikit della multiutility che per prima in Italia ha proposto un nuovo modello di aggregazione tra aziende municipalizzate. Oggi Gruppo Hera conta 9mila dipendenti che rispondono ai bisogni di circa 5 milioni di cittadini in più di 300 comuni, localizzati prevalentemente in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana e Abruzzo. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente esecutivo del Gruppo Hera

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Solo insieme si possono affrontare le sfide più importanti e disegnare nuove pagine di futuro. Lo ha esplicitato anche il World Economic Forum a Davos già nel 2020, in piena emergenza pandemica: “nessuna istituzione o individuo da solo può affrontare le sfide di questo tempo. Oggi nessuno si salva da solo”. In fondo è ciò che si può leggere in filigrana nella storia del Gruppo Hera, azienda multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici. Una visione pionieristica. Perché tutto nasce nel 2002 proprio dall’aggregazione di undici aziende municipalizzate dell’Emilia-Romagna, prima esperienza nazionale di questo tipo, per poi intraprendere una crescita costante integrando altre società attive negli stessi ambiti. Quotata dal 2003, dal 2019 Hera è anche entrata nel prestigioso FTSE MIB, il principale indice di Borsa Italiana, che include i 40 maggiori titoli di Piazza Affari per capitalizzazione, liquidità e volume di scambi. Oggi questa eccellenza dai natali emiliani conta 9mila dipendenti che rispondono ai bisogni di circa 5 milioni di cittadini in più di 300 comuni, localizzati prevalentemente in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana e Abruzzo. «Sono tutti risultati importanti, collegati dallo stesso impegno: mettere le persone al centro fornendo i migliori servizi possibili e puntando su alcune peculiarità che ci contraddistinguono da sempre. Tra queste il radicamento sui territori e l’investimento sui lavoratori che tutti i giorni mettono la loro professionalità al servizio delle comunità. Facciamo in modo che i lavoratori possano contare su strumenti, tecnologie e strutture all’avanguardia», afferma Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente esecutivo del Gruppo Hera.

L’unione fa la forza.
Così la somma delle parti è sempre maggiore rispetto al mero calcolo matematico. «Il nostro modello di business è attuale ancora oggi, anche dopo diverso tempo, e lo testimonia la capacità di rispondere a scenari complessi come quelli che stiamo vivendo negli ultimi mesi. Già all’origine questo modello guardava lontano e ci abbiamo sempre creduto. La scelta si è rivelata lungimirante. La forza sta nell’integrazione di competenze, persone, tecnologie, strutture e impianti. Insomma, mettere in comune storia ed eccellenze dei territori in cui si opera. Sono saperi che si mescolano e che si arricchiscono a vicenda. Abbiamo fatto in modo che i confini si trasformassero in ponti che generano valore e ricchezza economica e sociale», precisa Tommasi di Vignano. Così nel raccontare la storia ventennale una delle parole chiave è proprio insieme. «Cresciamo sempre generando contemporaneamente ricchezza e sviluppo sulle comunità locali di riferimento. E non solo: la crescita economica va di pari passo alla sostenibilità, è un binomio imprescindibile», dice Tommasi di Vignano.

Servizi integrati.
Impegno su più fronti: nel settore ambientale con la gestione e trattamento dei rifiuti, nell’ambito idrico con l’acquedotto, le fognature e la depurazione. E nel comparto dell’energia con la distribuzione e vendita di luce, gas e servizi energetici. A questi si aggiungono l’illuminazione pubblica e la telecomunicazione. Una pluralità di servizi integrati tra loro. «Sin dall’inizio ci siamo focalizzati su quello che sapevamo fare bene con concretezza, impegno e tanti investimenti. Il nostro è un modello di business che si fonda sulla consapevolezza che la condivisione e l’integrazione di saperi, tecnologie, dotazioni impiantistiche e risorse in un unico progetto possono generare ancora più valore per le comunità. Si tratta di valorizzare al massimo le competenze. Seppur con business diversi, è il lavoro di squadra e soprattutto la capacità di sostenersi nei periodi di complessità che ha reso peculiare il nostro modo di operare», dice Tommasi di Vignano.

Tra passato e futuro.
Ma in questa storia di alleanze vincenti si coglie l’elemento dell’impatto ambientale, tra economia circolare e riuso delle risorse. A Sant’Agata Bolognese, settemila anime nel capoluogo di regione, un impianto hi-tech permette la produzione di biometano e compost a partire dai rifiuti organici prodotti dai cittadini. E poi ci sono le strutture di Aliplast, la controllata del gruppo che si occupa di riciclo e rigenerazione della plastica di altissima qualità. Una multiutility italiana fortemente radicata sul territorio e votata all’innovazione. «L’impegno per rispondere e anticipare i bisogni delle comunità alle quali ci rivolgiamo non è mai cambiato. Però sono cambiati gli strumenti e le competenze per farlo, è indubbio. Ma innovazione non è solo un sinonimo di digitalizzazione e tecnologia: significa anche operare su processi, luoghi e modalità di lavoro, puntando sullo sviluppo professionale e la formazione e occupabilità delle persone», dice Tommasi di Vignano. Fare squadra col territorio: nasce così la Corporate University HerAcademy, che non solo eroga formazione ai dipendenti, ma realizza anche iniziative con altre realtà di rilievo nel panorama locale e nazionale. Ne fa parte anche il nuovissimo training center di Ferrara, un centro polifunzionale dove lavoratori e neo-assunti possono esercitarsi sul campo con attrezzature all’avanguardia e un contesto protetto in cui imparare a gestire in sicurezza le reti di acqua, gas ed elettricità.

Nuovi bisogni e nuove relazioni.
Ma in che modo è cambiata la relazione col cliente in una logica di disintermediazione? Tommasi di Vignano non ha dubbi. «I cittadini guardano ai propri comportamenti di consumo in modo diverso rispetto al passato e sono più attenti rispetto agli impatti che possono avere sulla loro vita e sul pianeta. Questo si tramuta anche in una richiesta di sempre maggiore trasparenza e vicinanza. La digitalizzazione è un canale di contatto flessibile e veloce che supporta questo processo», dice Tommasi di Vignano. Nasce così l’applicazione mobile My Hera, che consente ai clienti di gestire in autonomia le proprie utenze anche a distanza. C’è poi l’app del Rifiutologo, che associa a ogni rifiuto la corrispondente modalità di conferimento e permette di effettuare segnalazioni con foto relative a situazioni di abbandono. Il Rifiutologo è diventato anche una Skill di Alexa, l’intelligenza artificiale di Amazon, supportando i clienti nella raccolta differenziata. E ancora c’è Il Diario dei Consumi o l’applicazione l’Acquologo. Con il loro utilizzo i cittadini possono avere un supporto per migliorare le loro abitudini e comportamenti quotidiani. «Sono convinto che in questo gioco di squadra che unisce azienda, istituzioni e comunità si nasconda uno dei tratti distintivi del gruppo». Intanto la controllata Hera Luce, uno dei principali operatori nazionali nel settore dell’illuminazione pubblica, fornisce un servizio su misura con soluzioni di efficienza energetica e di economia circolare per oltre 180 comuni con la gestione di 570mila punti luce e 10.500 lampade semaforiche. “In Hera siamo consapevoli di avere una grande responsabilità nei confronti dei territori in cui operiamo. In vent’anni di storia, abbiamo sempre messo al centro della nostra strategia la generazione di valore per tutti i nostri stakeholder. E la recente trasformazione di Hera Luce in Società Benefit rafforza l’impegno del nostro Gruppo per uno sviluppo equilibrato e sostenibile attraverso progetti concreti e innovativi per la transizione energetica, l’economia circolare e l’evoluzione tecnologica.Il nostro fine ultimo è quello di contribuire a creare le città del futuro», conclude Tommasi di Vignano. Un futuro da scrivere necessariamente col contributo di tutti, nessuno escluso.

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