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FARE INSIEME - Ep. 180 - IQC - Pomiager, quell’intuizione geniale di puntare sulle tecnologie per far crescere le imprese

«Collaboriamo con istituzioni, enti e organizzazioni pubbliche e private»

11/03/2024

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A Bologna un gruppo mette a disposizione le competenze sulle tecnologie di frontiera per aiutare tramite la transizione digitale diverse tipologie di imprese. Tutto nasce dall’idea di sposare le tecnologie di frontiera come strumento di trasparenza e efficacia nel loro utilizzo. Oggi IQC-Pomiager conta trenta professionisti e un previsionale di 4 milioni di euro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Daniela Gabellini e Giuseppe Adduce, rispettivamente Direttore Generale e AD allo sviluppo del Gruppo IQC-Pomiager

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Uno per tutti, tutti per uno. Vi sembrerà strano, ma per raccontare questa storia imprenditoriale nata sotto il cielo d’Emilia bisogna scomodare anche questa storica frase tratta dai tre infallibili Moschettieri del Re: Athos, Porthos e Aramis, ossia gli spadaccini più ammirati del mondo. Perché quella che stiamo per raccontarvi è sì una storia che parla di tecnologie, ma che parte dalle persone e soprattutto dall’alleanza tra loro. Tutto nasce dalla condivisione di una precedente esperienza professionale, messa poi a fattore comune dal 2013. Così nasce IQC Pomiager, diventando società di information technology. Ed ecco allora spiegato il senso del nostro incipit, quel richiamo al gioco di squadra.

Il ruolo delle tecnologie blockchain.
Da oltre dieci anni questa realtà studia e progetta soluzioni innovative che rendono le tecnologie più accessibili per organizzazioni di ogni taglia e tipologia. Ma attenzione. Lo abbiamo detto poco fa. Persone prima e tecnologie dopo. Ma in fondo alle tecnologie ci si arriva eccome. Tra gli obiettivi della società c’è quell’idea di semplificare la strada verso l’Industria 4.0. L’intuizione nasce grazie alle competenze del team e all’approfondimento delle potenzialità legate alla blockchain come strumento per la certificazione digitale di dati e informazioni. Una garanzia di sicurezza, inalterabilità, immutabilità. Un valore aggiunto imprescindibile in tutte le transazioni economiche e commerciali. Ma cosa significa blockchain? In italiano questa parola va tradotta come blocchi concatenati. Si tratta di una struttura dati che consiste in elenchi crescenti di record denominati appunti blocchi, collegati tra loro in modo sicuro utilizzando la crittografia. Poiché ogni blocco contiene informazioni su quello precedente, questi blocchi formano una catena con ogni blocco aggiuntivo che si collega a quelli precedenti. Ecco perché le transazioni blockchain sono irreversibili: una volta registrate, i dati in un determinato blocco non possono essere modificati retroattivamente senza alterare tutti i blocchi successivi. Ed ecco perché la blockchain rientra nella grande famiglia dei registri distribuiti: si tratta di sistemi che si basano su un registro replicato, condiviso e sincronizzato tra più soggetti presenti in più luoghi. Insomma, tornano ancora una volta quei tre moschettieri con l’idea di uno per tutti, tutti per uno. «La blockchain offre numerosi vantaggi in termini di sicurezza, trasparenza e immutabilità dei dati. L’utilizzo di questa tecnologia ci ha reso leader in Italia. Applicata alla certificazione digitale, assicura l'immutabilità dei dati. Questo garantisce che, una volta validati, i dati contenuti nella certificazione rimangano inalterati e protetti da qualsiasi manomissione anche involontaria. Crediamo che la certificazione digitale sia un potente strumento per affermarsi e distinguersi sul mercato», raccontano Daniela Gabellini e Giuseppe Adduce, rispettivamente Direttore Generale e AD allo sviluppo del Gruppo IQC-Pomiager.

Identikit dell’azienda.
Ancora una volta si parla al plurale. Il gruppo, impegnato nei sistemi informatici all'avanguardia, nasce a Bologna in via di Corticella, in direzione nord dal centro della città. Tutto parte da un piccolo appartamento, ma poi le cose vanno bene e ci si allarga, abbattendo muri per farsi spazio. Oggi anche i numeri sono importanti: 30 dipendenti per un fatturato in crescita e la prospettiva di raggiungere 4 milioni di euro nel 2024. «Quando ci siamo insediati nella nuova sede non avevamo tavoli o scrivanie, ma solo la voglia di fare cose assieme. Nelle nostre intenzioni c’era la volontà di metterci in sinergia per fare consulenza ad alto contenuto tecnologico in linea con la transizione digitale», ricordano Gabellini e Adduce. Blockchain, si diceva qualche riga sopra. Ecco, il primo esempio di ambito applicativo ha interessato la piattaforma tecnologica C-BOX. Obiettivo: rendere trasparenti gli apprendimenti acquisiti dalle persone in tutti i contesti formativi ed esperienziali attraverso l’uso del Digital Badge. Ma c’è di più. Il gruppo fornisce servizi di business integrati tra l’IoT (ossia Internet of Things) e l’IoC (ossia Internet of Competence). C’è la blockchain, ma ci sono anche intelligenza artificiale generativa, big data, NFT. «Collaboriamo con istituzioni, enti e organizzazioni pubbliche e private distribuite sull’intero territorio nazionale e operanti nei settori servizi, industria e formazione. Da quest’anno stiamo valutando strategie di internazionalizzazione e abbiamo costituito una società di diritto americano a Filadelfia», concludono Gabellini e Adduce. Ancora una volta entra in scena il gioco di squadra, quell’uno per tutti, tutti per uno che fa sempre la differenza.

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