A Bomporto, nel modenese, poco più di vent’anni fa nasce una realtà legata al mondo dell’immobiliare di costruzione impegnata in tutte le fasi della filiera. Obiettivo: garantire al cliente il migliore prodotto. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Leonardo Borghi Gibertoni, CFO e R&D Manager di Leonardo srl
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
C’è
un rumore che ritorna sempre, quasi fosse una colonna sonora di un destino. È
il suono delle matite che incidono linee su un foglio bianco. Un suono
familiare a metà tra intuizione e progetto. È un pensare che si fa azione,
trasformandosi in qualcosa di speciale. Ecco, quel rumore a Bomporto, paesino
emiliano nell’area modenese di poco più di diecimila anime, è diventato
impresa. Perché da queste strade strette tra argini e nebbie tra il fiume
Panaro e i campi che si perdono all’orizzonte, nasce una storia che parla di
costruzioni, ma prima ancora di comunità. È il 2003 quando due anime decidono
di unire i puntini. Lei è Manuela Gibertoni, classe 1966, geometra, cresciuta
nella provincia operosa dove l’odore di cemento fresco si mescola a quello
della terra arata. Lui è Giuseppe Gelati, imprenditore dalla visione concreta e
insieme sognante. Da quell’incontro prende vita Leonardo Srl, azienda che oggi
conta due soci, quattro dipendenti interni, quattro collaboratori stabili e un
indotto che allarga il cerchio. Un’impresa che ha scelto di restare radicata a
Bomporto, anche se lo sguardo è rivolto ben oltre i confini regionali. «Nasciamo
come liberi professionisti che collaboravano con realtà locali, mamma ha voluto
collegare questi punti, condensarli in collaborazioni tuttora in essere», afferma
Leonardo Borghi Gibertoni, 24 anni e seconda generazione in azienda, oggi
membro del Gruppo Giovani Confindustria Emilia Area Centro nonché CFO e R&D
Manager di Leonardo, al lavoro in azienda da cinque anni. Parole semplici, ma
che restituiscono il senso di una scelta: partire piccoli per fare poi le
cose in grande.
Evoluzione
dell’impresa. In vent’anni il mercato è cambiato
radicalmente. Sono arrivate la sostenibilità, la domotica, l’efficienza
energetica, la personalizzazione estrema. Eppure un valore resta identico per
Leonardo: la fiducia. «Ciò che è rimasto costante è la centralità della qualità
costruttiva e il valore della fiducia con i clienti e il territorio», dice Borghi
Gibertoni. Fiducia che passa dalle imprese alle amministrazioni pubbliche fino
alle famiglie, perché costruire significa anche entrare nella vita quotidiana
delle persone. Ecco allora i cantieri che diventano storie. I comparti
produttivi, le urbanizzazioni, le riqualificazioni di spazi storici. E poi le centoventi
nuove abitazioni realizzate a Bomporto tra il 2020 e il 2024, simbolo di un
approccio sartoriale. «Costruire e vendere direttamente alle famiglie significa
entrare nella loro vita personale. Non abbiamo uno standard. Partiamo dalle
persone», precisa Borghi Gibertoni. Una dichiarazione che è insieme manifesto e
metodo. Non tutto, però, è stato lineare. La crisi del 2008 ha costretto a
fermarsi, ripensare, ricalibrare. Poi il sisma del 2012, che ha colpito
l’Emilia nel profondo. Ma anche qui la prova si è trasformata in forza: «Tra i
momenti più appaganti c’è sicuramente la resilienza dimostrata durante il
sisma, quando gli edifici realizzati da Leonardo rimasero indenni. È stato un
passaggio doloroso, ma ci ha rafforzati». I numeri confermano un percorso in
salita: nel 2024 il fatturato integrato, considerando anche le consociate
G&G Immobiliare e Trascar Spa, ha toccato quasi i 6 milioni di euro, +61,8%
rispetto all’anno precedente. Ogni anno, circa il 2% viene investito in ricerca
& sviluppo. Innovazione, dunque, come scelta di campo.
Tecnologie e persone. Smart building
connessi, IoT e sensori intelligenti. Cementi fotocatalitici che si
autopuliscono e combattono l’inquinamento. Tetti verdi, agrivoltaico, legno
bio-based, BIM integrato con intelligenza artificiale. È un lessico tecnico che
si traduce in immagini quotidiane: città più resilienti, case che respirano
insieme a chi le abita, comunità che diventano più sicure. Ma prima ancora
delle tecnologie ci sono le persone. La squadra è giovane, dinamica, formata da
ingegneri, architetti, tecnici con competenze trasversali che vanno dalla
sostenibilità all’automazione. È un capitale umano che rappresenta il futuro.
Un futuro che Gibertoni descrive così: «Guardiamo a smart building gestiti
tramite AI, materiali innovativi a basso impatto ambientale, progetti di
agrivoltaico e resilienza urbana. Vogliamo continuare a essere un punto di
riferimento nel panorama edilizio moderno, coniugando solidità, estetica e
innovazione». Leonardo non è soltanto costruire. È alleanza con gli attori
della comunità, rivalorizzazione dei poli urbani, rispetto dei luoghi e delle
persone. È la capacità di partire da un dettaglio minuscolo – una matita che
incide su un foglio bianco – per arrivare a un disegno più grande. Un’impresa
che non smette di pensare in prospettiva, perché il futuro si immagina e si
costruisce ogni giorno. Un futuro che, a guardarlo bene, tiene assieme
solidità, estetica e innovazione.
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