A Modena c’è anche una gaming valley che ruota attorno ad una società nata nel Duemila. Oggi Melazeta conta venti professionisti per un fatturato di 1,5 milioni di euro e con una crescita anno su anno del +18%. Obiettivo: comunicare, promuovere, formare. Vengono così integrate esperienze con tecnologie innovative. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Lara Oliveti, co-founder & CEO di Melazeta
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Coraggiosa e
instancabile. Addirittura in grado di cambiare il mondo. Una tipa tosta,
insomma. Sema è fatta così. È la prima eroina disegnata per bambine e bambini con
il potere di aiutare a sviluppare le abilità di alfabetizzazione e calcolo, infondendo
fiducia. Il suo mondo è coinvolgente: così Sema immerge i più piccoli in uno
storytelling hi-tech che permette di sconfiggere i malvagi, acquisire nuova
conoscenza e condividerla con tutti. Sema è un contenuto multimediale disegnato
per Kukua, app nata per migliorare la vita delle popolazioni africane. Un modo
per imparare a leggere e a scrivere. Una donna in pixel per annientare la piaga
che affligge l'Africa: l'analfabetismo. Ma soprattutto Sema è stata disegnata,
pixel dopo pixel, per offrire esperienze di apprendimento. Dietro Sema ci sono
interattività e innovazione di Melazeta. Ed è uno dei tantissimi progetti che
l’azienda porta avanti in ogni ambito tecnologico e per qualsiasi target o
brand. Un team, quello di Melazeta, fatto da pionieri. Perché a Modena correva
l’anno 1998 e mentre la rete era ancora appannaggio di alcune élite, c’era chi
pensava in grande.
La storia. In fondo la
scintilla di Melazeta nasce proprio dalla squadra, eterogenea per formazione.
Lara Oliveti ha studiato filosofia, Marcella Albiero matematica, ma con una
base di programmazione. Poi ci sono due creativi. La pazza idea di mettere su questa
impresa legata ai progetti digitali si inizia a concretizzare durante una
precedente esperienza di lavoro. «Avevamo questa sana ossessione di coinvolgere i
ragazzi in modo più completo attraverso l’animazione ludica. Usavamo all’epoca
flash e altri linguaggi di programmazione. Poi con gli anni Duemila sono
iniziate ad arrivare le prime commesse importanti. Penso a quelle del comparto
formazione della Fiat. Così creavamo da zero corsi con avatar per la formazione
dei venditori delle concessionarie. Eravamo in pochissimi all’epoca a fare
queste cose ed ecco perché venivamo cercati un po’ ovunque. Avevamo la possibilità
di esplorare opportunità con grandi brand», ricorda Lara Oliveti, co-founder & CEO di
Melazeta. Oggi l’azienda conta venti professionisti per un fatturato di
1,5 milioni di euro e con una crescita anno su anno del +18%. Il
digitale applicato al mondo ludico, con un mix di competenze di programmazione
e animazione. Melazeta, che nel 2008 è stata acquisita dal colosso Banzai e che
oggi fa parte del gruppo HIND, sviluppa progetti multipiattaforma e realizza
soluzioni di digital engagement sfruttando il linguaggio universale della
gamification. Obiettivo: comunicare, promuovere, formare. Vengono così
integrate esperienze con tecnologie innovative, guardando sempre avanti:
Multiverso, Augmented Reality, Virtual Reality ed Extended Reality e AI. Il
segreto sta nel rendere un’esperienza immersiva, interattiva, personalizzata. Ma facciamo un
passo indietro. Tutto parte ufficialmente nel Duemila da Modena. E non è un
caso. Perché questa terra è stata la patria di una generazione di grandi
creativi del fumetto e dell’animazione: Guido De Maria, Ro Marcenaro, Paul
Campani, Silver. Anche la cultura ludica che pervade il team nasce nella città
del Play e Modena Nerd. La fucina oggi è a Modena Nord, vicino all’uscita
autostradale. Ed è cambiato molto negli anni perché questa realtà parte nel
garage di casa di uno dei soci. «Siamo nati nella New Economy. Abbiamo vissuto il
percorso da startup con la fortuna che in Italia non esisteva ancora questo percorso.
Non avevamo nessuno davanti a noi e ci siamo dovuti inventare qualsiasi tipo di
attività. Ricordo che il nostro avvocato non sapeva farci un contratto e il
commercialista non riusciva a catalogare la nostra attività», precisa Oliveti.
Il boom del gioco. «Alle persone non piace
il silenzio e continuano a parlare per riempire quel vuoto. Ecco perché bisogna
puntare sul loro coinvolgimento». È quanto ha detto Emmett Shear, co-fondatore
e CEO di Twitch, piattaforma nata proprio dal gioco con streamer e pubblici che
diventano protagonisti. Oggi i numeri raccontano un comparto molto
rilevante: nel mondo giocano 3,2 miliardi di persone con un’età media di 37
anni. «Ma c’è
gaming e gaming. C’è un mercato consumer su diverse piattaforme che produce
numeri sensazionali anche in Italia. A livello di aziende italiane il fatturato
è ancora una Cenerentola e arriva a 90 milioni ma è in crescita. Ma il gaming pervade
qualunque cosa ormai. Anche i metaversi intesi come le nuove piattaforme social
per la generazione Z»,
dice Oliveti. Il
team è multidisciplinare: ingegneri, modellatori 3d, illustratori, matematici,
game designer e umanisti. «Come
imprenditrice digitale ho sempre guardato oltre, a volte con troppo anticipo.
Ora quell’oltre riprende ed evolve un passato che ho già vissuto. La differenza
è la velocità con cui il mercato pianifica e distrugge. Non servono anni, ma a
volte tutto accade in pochi mesi. La mia azienda ha deciso di tenere salda la
vision e un preciso programma di crescita nel segno della consapevolezza», dice Oliveti. Correre sì,
ma usando la testa e il cuore. Ecco la ricetta vincente per disegnare le pagine
di futuro fatte di giochi e partecipazione.
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