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FARE INSIEME - Ep. 137 - Melazeta, quella nobile arte di inventare mondi connessi e giochi online

«Il gaming pervade qualunque cosa ormai»

08/06/2023

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A Modena c’è anche una gaming valley che ruota attorno ad una società nata nel Duemila. Oggi Melazeta conta venti professionisti per un fatturato di 1,5 milioni di euro e con una crescita anno su anno del +18%. Obiettivo: comunicare, promuovere, formare. Vengono così integrate esperienze con tecnologie innovative. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Lara Oliveti, co-founder & CEO di Melazeta

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Coraggiosa e instancabile. Addirittura in grado di cambiare il mondo. Una tipa tosta, insomma. Sema è fatta così. È la prima eroina disegnata per bambine e bambini con il potere di aiutare a sviluppare le abilità di alfabetizzazione e calcolo, infondendo fiducia. Il suo mondo è coinvolgente: così Sema immerge i più piccoli in uno storytelling hi-tech che permette di sconfiggere i malvagi, acquisire nuova conoscenza e condividerla con tutti. Sema è un contenuto multimediale disegnato per Kukua, app nata per migliorare la vita delle popolazioni africane. Un modo per imparare a leggere e a scrivere. Una donna in pixel per annientare la piaga che affligge l'Africa: l'analfabetismo. Ma soprattutto Sema è stata disegnata, pixel dopo pixel, per offrire esperienze di apprendimento. Dietro Sema ci sono interattività e innovazione di Melazeta. Ed è uno dei tantissimi progetti che l’azienda porta avanti in ogni ambito tecnologico e per qualsiasi target o brand. Un team, quello di Melazeta, fatto da pionieri. Perché a Modena correva l’anno 1998 e mentre la rete era ancora appannaggio di alcune élite, c’era chi pensava in grande.

La storia.
In fondo la scintilla di Melazeta nasce proprio dalla squadra, eterogenea per formazione. Lara Oliveti ha studiato filosofia, Marcella Albiero matematica, ma con una base di programmazione. Poi ci sono due creativi. La pazza idea di mettere su questa impresa legata ai progetti digitali si inizia a concretizzare durante una precedente esperienza di lavoro. «Avevamo questa sana ossessione di coinvolgere i ragazzi in modo più completo attraverso l’animazione ludica. Usavamo all’epoca flash e altri linguaggi di programmazione. Poi con gli anni Duemila sono iniziate ad arrivare le prime commesse importanti. Penso a quelle del comparto formazione della Fiat. Così creavamo da zero corsi con avatar per la formazione dei venditori delle concessionarie. Eravamo in pochissimi all’epoca a fare queste cose ed ecco perché venivamo cercati un po’ ovunque. Avevamo la possibilità di esplorare opportunità con grandi brand», ricorda Lara Oliveti, co-founder & CEO di Melazeta. Oggi l’azienda conta venti professionisti per un fatturato di 1,5 milioni di euro e con una crescita anno su anno del +18%. Il digitale applicato al mondo ludico, con un mix di competenze di programmazione e animazione. Melazeta, che nel 2008 è stata acquisita dal colosso Banzai e che oggi fa parte del gruppo HIND, sviluppa progetti multipiattaforma e realizza soluzioni di digital engagement sfruttando il linguaggio universale della gamification. Obiettivo: comunicare, promuovere, formare. Vengono così integrate esperienze con tecnologie innovative, guardando sempre avanti: Multiverso, Augmented Reality, Virtual Reality ed Extended Reality e AI. Il segreto sta nel rendere un’esperienza immersiva, interattiva, personalizzata. Ma facciamo un passo indietro. Tutto parte ufficialmente nel Duemila da Modena. E non è un caso. Perché questa terra è stata la patria di una generazione di grandi creativi del fumetto e dell’animazione: Guido De Maria, Ro Marcenaro, Paul Campani, Silver. Anche la cultura ludica che pervade il team nasce nella città del Play e Modena Nerd. La fucina oggi è a Modena Nord, vicino all’uscita autostradale. Ed è cambiato molto negli anni perché questa realtà parte nel garage di casa di uno dei soci. «Siamo nati nella New Economy. Abbiamo vissuto il percorso da startup con la fortuna che in Italia non esisteva ancora questo percorso. Non avevamo nessuno davanti a noi e ci siamo dovuti inventare qualsiasi tipo di attività. Ricordo che il nostro avvocato non sapeva farci un contratto e il commercialista non riusciva a catalogare la nostra attività», precisa Oliveti.

Il boom del gioco.
«Alle persone non piace il silenzio e continuano a parlare per riempire quel vuoto. Ecco perché bisogna puntare sul loro coinvolgimento». È quanto ha detto Emmett Shear, co-fondatore e CEO di Twitch, piattaforma nata proprio dal gioco con streamer e pubblici che diventano protagonisti. Oggi i numeri raccontano un comparto molto rilevante: nel mondo giocano 3,2 miliardi di persone con un’età media di 37 anni. «Ma c’è gaming e gaming. C’è un mercato consumer su diverse piattaforme che produce numeri sensazionali anche in Italia. A livello di aziende italiane il fatturato è ancora una Cenerentola e arriva a 90 milioni ma è in crescita. Ma il gaming pervade qualunque cosa ormai. Anche i metaversi intesi come le nuove piattaforme social per la generazione Z», dice Oliveti. Il team è multidisciplinare: ingegneri, modellatori 3d, illustratori, matematici, game designer e umanisti. «Come imprenditrice digitale ho sempre guardato oltre, a volte con troppo anticipo. Ora quell’oltre riprende ed evolve un passato che ho già vissuto. La differenza è la velocità con cui il mercato pianifica e distrugge. Non servono anni, ma a volte tutto accade in pochi mesi. La mia azienda ha deciso di tenere salda la vision e un preciso programma di crescita nel segno della consapevolezza», dice Oliveti. Correre sì, ma usando la testa e il cuore. Ecco la ricetta vincente per disegnare le pagine di futuro fatte di giochi e partecipazione.

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