Nel modenese
ha sede la parte produttiva di un gruppo storico, dislocato su più sedi e che
presidia i vari ambiti del packaging. Di fatto l’azienda copre tutto il
processo produttivo: dal granulo al film flessibile, dal film alla busta neutra
o stampata. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Matteo Pozzesi, Direttore Generale di Niederwieser
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Segni
particolari: affamati di innovazione. Parola quanto mai azzeccata per
raccontare questa storia. Ma procediamo con ordine. Tutto inizia nel Secondo
Dopoguerra – precisamente nel lontano 1948 – quando i piccoli salumifici e
produttori di carni iniziano a crescere e richiedono macchinari più evoluti, adeguati
alla crescita. Con l’evoluzione tecnologica delle macchine nella produzione, arriva
anche quella del packaging legata alla necessità di una maggiore conservazione.
Ecco, in questo caso l’intuizione geniale è di Alfons Niederwieser, imprenditore
con base a Bolzano che decide di importare piccoli macchinari dalla Germania
per l’industria alimentare prima come ditta individuale e poi come azienda. Fare
e fare sempre meglio. Così l’innovazione continua a bussare alle porte di
questa realtà. Nel 1974 il figlio Manfred incrementa il portafoglio dei
prodotti e inizia con le macchine per il confezionamento sottovuoto e in atmosfera
modificata. Di fatto Manfred capisce che il mercato ha bisogno di un packaging più
evoluto, più performante. Così quattro anni dopo – precisamente nel 1978 –
viene fondata la Alcom Srl. che inizia a produrre e commercializzare packaging
sottovuoto. Siamo all’alba di una rivoluzione senza precedenti.
Dall’Emilia al
mondo intero. Dalla
Germania a Bolzano e poi da Bolzano all’Emilia. Perché questa storia ha molto a
che vedere con la capacità di scalare i luoghi, esportando innovazione.
L’approdo emiliano è prima a Modena e poi dal 1995 a Campogalliano, area di
transito importante, crocevia di prodotti, talenti, economie. Nel tempo i soci
vanno in pensione e nel 2006 Alcom diventa 100% Niederwieser. Oggi Niederwieser
conta cinque stabilimenti per 22.500 metri quadrati di area complessiva. A
Campogalliano lavorano 110 persone per un mercato che si estende in 70 Paesi
nel mondo grazie al 40% di commercio con l’estero. I clienti sono 1.700 e la
crescita è costante, nonostante la crisi. Proprio a Campogalliano ci sono due
linee di produzione. La prima è legata alle buste sottovuoto per il mercato
industriale e domestico. La seconda è la stampa flessografica di film per
confezionamento sottovuoto o atmosfera modificata. «Noi siamo una grande
azienda familiare. Grande perché come gruppo superiamo le 300 persone e
i 200 milioni di fatturato. Azienda perché tutti siamo al lavoro
quotidianamente. Familiare perché i valori della famiglia sono rimasti
alla guida di ogni azienda. Ancora oggi la famiglia rappresenta la proprietà,
ogni azienda ha un suo management senza rapporti di parentela, ma i valori
fondanti della famiglia sono rimasti nel nostro Dna. Sono tre: Fast, Fair
& Personal. Siamo rimasti corretti. Abbiamo sviluppato la velocità
perché il mercato e le esigenze dei nostri clienti sono in costante
cambiamento, e noi vogliamo cambiare con loro per continuare a supportarli al
meglio», spiega Matteo Pozzesi, Direttore
Generale di Niederwieser. Nel
2012 l’azienda acquisisce il 100% delle quote del principale fornitore, la VF
Verpackungen. «Oggi presidiamo l’intera filiera produttiva perché dal granulo
viene prodotto il film in Germania e dal film la busta in Italia. Questo ci dà
maggiore controllo sul processo, sulla qualità, sull’igiene», precisa Pozzesi. Intanto gli ambiti di utilizzo del packaging sono
diversi: si va dal parmigiano alla carne: ma con questa realtà per qualsiasi
prodotto abbiamo la soluzione perfetta.
Nel
segno del green. Il momento più appagante? Non ci sono dubbi. È l’inaugurazione
del nuovo magazzino da 10.000 posti pallet, frutto di tre anni di lavoro. «L’attenzione
alla sostenibilità è uno dei nostri punti di forza: nel 2018 abbiamo lanciato
sul mercato la linea di prodotti Nextflex, famiglia di film riciclabili per
sottovuoto e atmosfera modificata. Il 2021 è stato segnato dall’Operazione Zero
Waste: la famiglia ha deciso di investire in Germania e fare in modo che la
sede tedesca non generasse rifiuti dal processo produttivo. Intanto il futuro è
nel segno della riciclabilità che va oltre le mode e i luoghi comuni. «Per
esempio dobbiamo imparare a riconoscere il valore della plastica in certi
contesti e per certe applicazioni, evitando di fare di tutta l’erba un fascio.
Invece dobbiamo impegnarci a riciclare quando il packaging è necessario e
indispensabile».
Insomma, il futuro è ancora tutto da scrivere. Ma a fare la differenza sarà la
capacità di cogliere i segnali in modo lucido e al contempo visionario.
Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/
Leggi le altre interviste