A nord dell’area metropolitana bolognese nasce un’azienda centrata sul valore delle persone e sul potenziale dell’acciaio. In Zarri lavorano 40 persone su un’area di oltre ventimila metri quadrati rispondendo ai bisogni di oltre 4000 clienti, di cui il 30% è all'estero. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Franca Zarri, amministratrice delegata dell’azienda
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
I capolavori sono fatti di dettagli. Anche nella meccanica. Anzi, soprattutto in questo campo così difficile da raccontare eppure così essenziale perché mette in moto le macchine e quindi l’industria. I capolavori sono fatti di dettagli, dicevamo. E quelli che stiamo per declinare sono legati alla produzione e alla fornitura di articoli ottenuti dal filo metallico. Soluzioni che vengono adottate per una pluralità di mercati. Ecco, questi capolavori fatti di dettaglio abitano la terra emiliana sin dagli anni ‘70. A Castello D’Argile, seimila anime a nord dell’area metropolitana bolognese, c’è un’azienda a conduzione familiare nata nel 1973 e arrivata alla terza generazione. Benvenuti in Zarri, realtà che raggiunge i 10 milioni di euro di fatturato per il 70% nel mercato italiano e il restante 30% all’estero. Ma facciamo un passo indietro. Tutto parte da Giorgio Zarri, che si appassiona sin da giovanissimo alla meccanica, in particolare a quella agricola. Così alla metà degli anni ’60 decide di realizzare un macchinario adatto alla produzione di serie di cavallotti. Si tratta di bulloni a U molto richiesti dagli installatori di impianti. Un’intuizione geniale. Zarri passa dalla costruzione dei primi prototipi manuali alla realizzazione di una macchina per piegare a U le barrette di tondino filettate, in svariati diametri e forme. Intanto Angelo, ancora studente di ingegneria meccanica, diventa la mente tecnica dell’azienda e con la sorella Franca, responsabile commerciale, accende l’azienda. Passione di famiglia. I genitori, Giorgio come attrezzista e Alba in produzione, diventano il braccio operativo dell’azienda artigiana. Dagli esordi ai giorni nostri: l’azienda dà lavoro a 40 persone ed è riconosciuta tra i leader italiani specializzati nella realizzazione di articoli ottenuti proprio dal filo metallico su disegno attraverso diversificate linee di produzione che permettono di realizzare ulteriori altri articoli complessi in tondo e in piatto. Tra i servizi ci sono le strutture composte da lamiera, tondino, tubo, torniti, particolari in plastica e gomma o ancora molle. E pensate che tutto nasce addirittura in una stalla e che nei primi cinquant’anni di attività si sono affrontate tante sfide, come la concorrenza agguerrita e senza regole arrivata dalla Cina e dall’India.
Identikit dell’azienda. Un’azienda e mille diverse diramazioni nei più svariati settori: meccanica agricola e industriale, impiantistica di ogni genere, ceramica, arredamento indoor e outdoor, parchi gioco, edilizia, navale, giardinaggio, sistemi di risalita, automazione, oggettistica, zootecnia e molto altro. «Lavoriamo su disegno dei clienti nella subfornitura, ma recentemente ci siamo affacciati anche sul mercato: abbiamo realizzato un brevetto di nostra proprietà di un prodotto finito per il mondo della ceramica: un posa-piastrelle di cui abbiamo oggi una versione standard e una in co-branding con Mapei», afferma Franca Zarri, amministratrice delegata dell’azienda. Guardare avanti, senza fermarsi. Anche così si cresce. Quest’anno sono stati completati i lavori di ampliamento che hanno portato lo stabilimento a 5.500 metri quadrati coperti, con un vasto parco macchine per la produzione di particolari sia a disegno del cliente che a catalogo standard. E poi c’è il magazzino automatico passato a 1300 post pallet dai 700 di partenza. Un modo per segnare quel “just in time” che diventa sinonimo di cura del cliente. «Alla base della nostra identità c’è l’attenzione al dettaglio e alla qualità. Crediamo che siano le persone che danno valore a un’azienda: una macchina da sola, senza la mano umana, non funziona. Più sono brave le persone che compongono le imprese, più passione ci mettono, interesse, curiosità, più i rapporti umani sono rispettosi e stabili, più un’impresa è capace di generare vero valore», dice Zarri.
Persone e acciaio. L’azienda trasforma ogni anno ben duemila tonnellate di acciaio. Una materia prima essenziale. «Senza la sua trasformazione la materia prima rimane inerme, inutile, informe. Dare forma a qualcosa di così forte, resistente, duro dà enorme soddisfazione. Plasmare progetti partendo da zero – da semplice materia prima – è una magia quotidiana. Lavorare nella massima qualità significa anche scegliere la materia prima più performante, la migliore che si trovi sul mercato», dice Zarri. D’altronde “col filo d’acciaio diamo forma alle tue idee” è uno dei primi slogan che accompagnano l’azienda. Un fil rouge che collega il passato della meccanica al presente. Perché si è forgiati dall’esperienza, ma guidati dall’innovazione. «È incredibile vedere come si sia evoluta la meccanica in tutti questi anni, ma qui la sfida è mantenere attivo ciò che ha permesso di nascere, ossia i prodotti di fissaggio per poi evolvere entrando in ulteriori settori. Per vincere queste sfide sono necessarie passione, dedizione, attenzione al dettaglio, capacità di fare team e condividere le idee, accettare contributi e il desiderio di non smettere mai di apprendere e crescere e di non sentirsi mai arrivati. Molti dei nostri dipendenti sono entrati nel mondo del lavoro dentro alla nostra azienda e non l’hanno più lasciata, in alcuni casi dal diploma fino alla pensione. È un punto di grande orgoglio», precisa Zarri. Azienda dal cuore verde: sul tetto dello stabilimento produttivo sono stati installati pannelli fotovoltaici che garantiscono più del 50% dell’energia elettrica. «La nostra storia si articola su di un continuo sviluppo di progetti e opportunità da cogliere a medio e lungo termine. L’interconnessione mondiale è fondamentale per lo sviluppo dell’economia e delle idee. Ma siamo esseri umani, e la vicinanza è un aspetto fondamentale dell’interconnessione», conclude Zarri. Ecco allora la forza del territorio, che ci fa andare ovunque nel mondo.
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