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FARE INSIEME - Ep. 49 - Euroricambi Spa, leader nei pezzi di ricambio

«Realizziamo ricambi made in Italy perfettamente intercambiabili con quelli originali»

02/05/2022

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Da Valsamoggia, nell’area metropolitana bolognese, ai mercati internazionali. Così un’azienda nata da una felice intuizione oggi è presente nelle officine di tutto il mondo. Identikit di Euroricambi, 400 dipendenti per un fatturato di 140 milioni di euro generato nel 97% all’estero. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Pierluigi Taddei, presidente di Euroricambi Spa

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Emiliana di nascita e globetrotter per vocazione, player mondiale nella produzione di ingranaggi per cambio e differenziale per camion, autobus e macchine movimento terra. Una storia di genio emiliano quella di Euroricambi: da una piccola officina di provincia questa idea diventata impresa scalabile è riuscita a sbarcare nei mercati del mondo, arrivando ad esportare addirittura il 97% dei propri prodotti. Tutto nasce quarant’anni fa da Orazio Taddei, fondatore di Euroricambi, all’epoca giovane capo-officina. Taddei aveva investito tutti i suoi risparmi per rilevare con altri soci una quota di minoranza di un’azienda di San Lazzaro di Savena che aveva chiuso per fallimento. Si trattava di un’officina meccanica dotata di macchine per la produzione di ingranaggi. Un dettaglio, capace però di fare la differenza. Ecco allora, qualche anno più tardi, l’idea di presidiare un mercato potenziale legato ai ricambi non originali. Così decise di fondare Euroricambi. Obiettivo: realizzare ricambi perfettamente intercambiabili con quelli degli originali, eguagliando standard qualitativi e tecnologie utilizzate per la produzione, ma con un prezzo di vendita inferiore e il tutto made in Italy. «Ancora oggi prendiamo i pezzi originali di un camion, li ridisegniamo e li produciamo. Ci siamo specializzati nei componenti del cambio e del differenziale. In questo modo aiutiamo i clienti e il mercato perché diamo la possibilità di scegliere tra originali a prezzi elevati oppure tra ricambi come i nostri della stessa qualità a costi minori», afferma Pierluigi Taddei, presidente di Euroricambi.  

Da Valsamoggia al mondo.
Oggi l’azienda conta 400 dipendenti per un fatturato di 140 milioni di euro. Siamo a Valsamoggia, trentamila abitanti nell’area metropolitana bolognese, ad ovest del capoluogo e su quella strada che porta a Modena lastricata di decine e decine di aziende di successo. In questo caso con Euroricambi siamo di fronte ad una realtà che si occupa dei pezzi di ricambio, diffusa nel mondo e altamente tecnologica. Così lo racconta lo stesso Taddei. L’azienda oggi produce la più ampia gamma di ricambi per l’aftermarket: si tratta di pezzi perfettamente intercambiabili con gli originali delle maggiori case costruttrici. Di lavoro ce ne è tanto: processi, materiali, tecnologie. Proprio l’innovazione tecnologica è alla base del successo: le officine di Euroricambi rappresentano lo stato dell’arte per la lavorazione degli ingranaggi, costruiti utilizzando i più avanzati sistemi produttivi. Capitale umano impegnato a guidare quel tesoretto tecnologico che permette di scalare il mercato: oltre 150 macchine utensili a controllo numerico e 50 robot sono attivi 24 ore su 24 ed effettuano ogni giorno sofisticate lavorazioni meccaniche. Ancora una volta c’è il dettaglio a fare la differenza: tolleranze di pochi millesimi di millimetro sono verificate e garantite da sistemi di misura integrati. Da sempre l’azienda reinveste in nuove tecnologie. «Anche per questa ragione i nostri pezzi sono scelti dai meccanici di tutto il mondo per le riparazioni e oggi coprono gran parte dei modelli delle principali marche di veicoli e trasmissioni», precisa Taddei.  

Magazzino di valore.
Per fornire un servizio d’eccellenza alla clientela Euroricambi garantisce la disponibilità immediata a magazzino: lì c’è il 97% degli articoli sempre disponibili e un servizio di logistica veloce che permette di evadere gli ordini con tempestività e sicurezza, anche grazie alla cura dell’imballaggio che custodisce al meglio ogni prodotto. Un’impresa che potrebbe sembrare titanica, alla luce del fatto che ogni anno la gamma si arricchisce di circa cinquecento nuovi articoli. «Il nostro magazzino, che si estende per quindicimila metri quadrati e conta diecimila codici prodotti, è una sfida. Bisogna capire il mercato e individuare le logiche giuste per avere lo stock di prodotti che si vendono», dice Taddei. In azienda vengono gestiti numerosi processi distinti legati al manufacturing: citiamo fra tutti tornitura, dentatura a creatore e a coltello, dentatura “scudding”, fresatura, rettifica denti, rettifica diametrale, rodaggio, metallizzazione con molibdeno, riporto di fibra di carbonio, saldatura a fascio elettronico, shot peening, trattamento termico, montaggio e confezionamento. Concetti che potrebbero sembrare incomprensibili per un non addetto ai lavori, ma che rivelano quel difficile equilibrio tra abilità professionale e adozione di macchine performanti. Ed è proprio in un’alleanza vincente che si ritrovano le persone e le macchine. Ogni mese vengono condotti 1.830 controlli qualitativi. «Questo numero rispecchia l’elevato numero di commesse in lavorazione, attualmente sono ben 8.607», racconta Taddei. Un numero incredibile. Il futuro potrebbe apparire a tinte fosche tra costi energetici cresciuti enormemente e il contesto internazionale legato alla guerra. Ma ancora una volta per questo gioiello gli investimenti nella ricerca sono essenziali e ridisegnano nuovi prodotti. «Per i componenti della sincronizzazione siamo passati negli anni dal molibdeno alla fibra di carbonio, che è molto performante. Dobbiamo fare industrializzazione e quindi per noi è rilevante il processo di reverse engineering, ossia quel percorso per identificare le proprietà di un oggetto fisico attraverso un’analisi completa: dimensionale, fisica, chimica e di funzionalità. Esperienza vuol dire conoscenza tecnica. Ed è quella che caratterizza le nostre persone».

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