“Il nostro obiettivo non è solo garantire la sicurezza sismica, ma permettere alle imprese di continuare a produrre anche dopo un evento critico, proteggendo il valore economico del loro lavoro”, spiega Andrea Vittorio Pollini, responsabile ricerca e sviluppo e membro del board di Sismocell.
Ed è una mission che funziona, perché l’azienda bolognese Sismocell registra una crescita significativa, da startup innovativa ad azienda di riferimento nel settore dell’antisismica per l’industria. Negli ultimi tre anni sono stati triplicati i ricavi, mentre continuano gli investimenti di oltre il 15% del fatturato in attività di ricerca e sviluppo. E non solo, offre servizi e soluzioni sempre più complete affiancando il percorso di messa in sicurezza aziendale con supporto tecnico specializzato, dai dettagli esecutivi al calcolo dei progettisti, integrandolo coi parametri dei dispositivi di tipo meccanico.
D’altra parte la sicurezza sismica è un tasto particolarmente delicato per il territorio emiliano. E la storia di Sismocell inizia proprio dopo il terremoto del 2012, quando due violente scosse colpiscono l’Emilia, lasciando un seguito disastroso, non solo in termini di vite umane, ma anche per l’economia dell’intera area. A pagare un prezzo alto sono, infatti, anche le imprese: capannoni industriali che crollano o diventano inagibili a causa delle loro fragilità costruttive. In molti casi si tratta di strutture prefabbricate con elementi semplicemente appoggiati e senza collegamenti efficaci, non in grado di resistere alle sollecitazioni sismiche.
“Da quell’esperienza nasce Sismocell”, spiegano dall’azienda, “con una missione precisa: offrire soluzioni avanzate di sicurezza sismica per l’industria, capaci di proteggere non solo le persone ma anche il tessuto produttivo, garantendo la continuità operativa alle imprese anche subito dopo un sisma. In collaborazione con l’Università di Bologna e con il supporto di centri di ricerca come il CIRI Edilizia e Costruzioni, Sismocell sviluppa un primo dispositivo antisismico, SismoCell, realizzato in acciaio e fibra di carbonio e progettato per creare connessioni dissipative tra le travi e i pilastri”.
Poi è la volta di SismoBox, che consente di collegare tegoli e travi, e più di recente di SismoShock, che collega i pannelli di tamponamento e gli elementi strutturali. Tutti funzionano a fusibile dissipativo: non irrigidiscono la struttura, ma la rendono capace di “accompagnare” il terremoto, preservandone l’integrità. Queste soluzioni consentono agli elementi strutturali di muoversi in modo controllato durante il sisma, assorbendo energia e prevenendo i crolli. Si tratta di tecnologie facilmente adattabili alle diverse tipologie costruttive: i dispositivi Sismocell, possono infatti essere installati anche in presenza di fitte reti impiantistiche e sono dotati di marcatura CE, conforme alla normativa europea EN 15129.
“Oggi la nostra azienda è in grado di offrire soluzioni per realizzare ogni tipologia di collegamento nei capannoni prefabbricati ed è diventata il principale riferimento nel campo della sicurezza sismica per l’industria. Offre supporto tecnico ai progettisti, realizza dispositivi customizzati e continua a investire in ricerca e sviluppo. Ma soprattutto, è diventata un partner strategico per le imprese. Riesce anche, proprio grazie alla preparazione dello staff tecnico, a coordinare in modo adeguato le varie fasi degli interventi con le esigenze aziendali che dipendono dallo svolgimento delle opere. Facciamo in modo che, dopo un terremoto, le imprese possano continuare a fare ciò che sanno fare meglio: lavorare”, concludono da Sismocell.