Sono nati a dicembre 2021 da quattro professionisti e appassionati del mondo cyber. Gli uffici sono a Milano, ma si opera in tutta Europa. Per FARE INSIEME STARTUP Giampaolo Colletti intervista Bruno Cordioli, co-fondatore di Muscope
FARE INSIEME STARTUP è lo spinoff del progetto FARE INSIEME dedicato alla presentazione di alcune delle realtà presenti nel portfolio di Primo Ventures, società che gestisce fondi specializzati nel settore digitale e della new space economy. Con Primo Ventures Confindustria Emilia ha avviato una partnership. Obiettivo: offrire alle imprese associate nuove occasioni di crescita grazie alla presentazione delle startup più innovative sul mercato. Qui raccontiamo alcune loro storie.
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
In fondo sono dei supereroi. Perché oggi per
proteggerci dai rischi che infestano le nostre navigazioni in rete – e quelle
delle aziende – abbiamo bisogno di superpoteri che poi si declinano in
tecnologie evolute e in capitale umano d’eccellenza. Prodotti hi-tech e persone
hi-tech. Forse è questo il mix vincente, o almeno è quello che pensano in
casa Muscope, startup specializzata in sicurezza informatica nata a cavallo tra
il 2021 e il 2022. Tutto parte da quattro soci con oltre vent'anni di
esperienza nel campo della sicurezza online e delle infrastrutture di rete. «L’intuizione
è nata da un caso reale legato al mercato assicurativo: la società in questione
aveva la necessità di analizzare la cybersecurity delle aziende prima di
stipulare loro la polizza. Questo ci ha fatto scattare la scintilla, rispetto
al lavoro che abbiamo fatto per vent’anni, che è sostanzialmente analizzare e
proteggere l’impresa da un punto di vista di sicurezza informatica, creando un
servizio veloce e intuitivo che permetta di vedere a quali rischi l’azienda è
esposta». Lo racconta Bruno Cordioli, uno dei co-fondatori. Qui si analizzano le
vulnerabilità delle aziende per capire dove si annidano i problemi attraverso
dati e informazioni. Siamo a Milano e qui lavorano sei dipendenti impegnati per il mercato B2B. «Rispetto al mercato globale, quello italiano è fortemente legato
alle medie e piccole imprese ed è di particolare interesse per i cyber
criminali. Tutto ciò, assieme alla poca percezione del problema, va a creare un
perfetto scenario di attacco. La nostra soluzione è stata progettata per
aziende di grandi dimensioni, ma è perfettamente adattabile anche alle piccole
e medie realtà. Siamo attualmente focalizzati sul mercato italiano, anche se
più della metà del nostro fatturato viene già da altri Paesi europei», dice Cordioli.
Persone e tecnologie. Tutto parte dalla tecnologia. Certo, poi ci sono le
persone che la pensano, la ottimizzano, la testano, la misurano. Ma la
tecnologia è l’elemento distintivo. In questa startup prende il nome di Muscope|Risk
ed è una piattaforma di analisi del rischio, progettata e realizzata
interamente dai professionisti che lavorano in questa realtà. La piattaforma
effettua una valutazione approfondita di una qualsiasi azienda, dal punto di
vista di un criminale cyber. Integra strumenti di analisi del perimetro di
attacco, offrendo anche un ranking da 0 a 100 che misura la postura di
sicurezza di un'azienda. E poi, tra le tante funzionalità, c’è il calcolo del
rischio monetario: una stima dei costi che un'azienda potrebbe sostenere in
caso di attacco informatico. «Rispetto
ad altre soluzioni tecnologiche, la nostra cerca di distinguersi per la
facilità di lettura dei dati anche da parte di persone non tecniche, come ad
esempio gli amministratori delegati e i responsabili finanziari. Un altro
elemento fondamentale e distintivo è la velocità con la quale la piattaforma
fornisce l’analisi, mai superiore ai venti minuti. La caratteristica di
ripetitività della stessa analisi più volte al mese, in maniera del tutto
automatica, semplifica il tutto»,
precisa Cordioli. Insomma, La cybersecurity non è più solo una questione
tecnica, ma una questione di business. La problematica dell’Italia e
dell’Europa, in ambito cyber security, è che le soluzioni disponibili sono limitate,
bisogna incrementare la consapevolezza. Lo ripetono come un mantra in Muscope. «Il problema della cyber security è
attualmente immenso e per risolverlo non basta una sola realtà, ma serve una
collaborazione di più attori, italiani ed europee. La nostra soluzione, ad
esempio, è utilizzata da altre società di sicurezza per seguire la sicurezza
del cliente nel suo insieme. Noi stessi per i nostri clienti consigliamo le
soluzioni di altri partner. Il senso di comunità nell’ambito cyber security è
fondamentale per riuscire a contrastare i cyber criminali, e ad ora in Italia
ed Europa c’è ancora molto lavoro da fare a riguardo». Lo dice senza mezzi termini Bruno Cordioli. Il rischio cyber
per un’azienda è la combinazione tra la probabilità che si verifichi un
incidente informatico e l'entità del potenziale impatto sia finanziario che
reputazionale sull'organizzazione. Non bisogna più ragionare con il se si
verrà attaccati, ma con il quando si verrà attaccati. «I cyber criminali ormai sono vere e
proprie aziende strutturate che fanno business. I rischi delle aziende sono
molteplici: dalla perdita dei dati, al fermo produzione, dalla perdita di
credibilità, a sanzioni economiche».
Consapevolezza è la parola d’ordine. E poi c’è quella capacità di fiutare il
pericolo. Esattamente come fanno i supereroi. Così dice Cordioli. «Dobbiamo avere la sensibilità come
team di entrare un po’ nella mente dei criminali e riuscire ad anticipare,
tramite la nostra intuizione, la tecnologia e i servizi, l’operato dei
criminali. Ogni giorno affrontiamo sfide nuove».
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