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FARE INSIEME - Ep. 3 - Paolo Castelli, la via italiana al design

«Per gestire progetti complessi non c’è una bacchetta magica. Tutto parte dalle persone. È il fattore umano che fa la differenza»

03/11/2021

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Progetti e arredi su misura per privati ed enti pubblici: biblioteche, uffici, navi, musei e altro ancora. Il tutto tra artigianato e industria: è questa la ricetta per navigare nelle acque tempestose di un mercato mondiale che ha bisogno di risposte rapide e nel segno della qualità. E tutto parte sempre dalle persone, da come lavorano insieme. Per FARE Insieme Giampaolo Colletti intervista Paolo Castelli.

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

C’è una scena di Pulp Fiction, film di Quentin Tarantino, entrata nell’immaginario collettivo. Una frase che rappresenta un manifesto programmatico del fare e soprattutto del fare bene. “Sono il signor Wolf, risolvo problemi”. Se c’è una realtà che più di altre declina al meglio questo aspetto è proprio Paolo Castelli, leader nel mondo delle soluzioni di arredamento e degli oggetti d'arte, impegnato anche nei progetti contract per spazi residenziali e pubblici. Al centro c’è la progettazione e la realizzazione di soluzioni per hotel, teatri, banche, biblioteche, ville private, navi, musei, aeroporti, fino alla sfida titanica di Expo 2015, con l’interno del Padiglione Italia capolavoro del made in Bologna. «Un’esperienza incredibile, un grande orgoglio. È stato come costruire la Torre Eiffel», ricorda Castelli.

Tutto parte dalle persone

Le sfide si affrontano con professionisti competenti e appassionati, puntando sul rispetto delle regole, sulle intuizioni che si legano necessariamente alle procedure, sul gioco di squadra. Già la squadra: persone che lavorano insieme in una logica multidisciplinare. Perché anche in questo caso le soluzioni si trovano facendo rete e il Mister Wolf è una prima persona plurale. Così Paolo Castelli diventa una storia internazionale. Centoquaranta anni di ricerca dall’Italia al resto del mondo. «Non c’è una bacchetta magica, tutto parte sempre dalle persone che fanno la differenza. D’altronde quando si gestiscono progetti di una tale complessità come facciamo noi, il capitale umano è tutto. Non è solo un tema di competenze. C’entra l’affidabilità e per questo siamo dei “problem solver”: i progetti hanno intoppi per definizione e strada facendo noi troviamo la risoluzione dei problemi in tempi rapidi». Così Paolo Castelli, bolognese, classe 1966 una laurea nel ramo economico della facoltà di Scienze Politiche e un’esperienza negli Stati Uniti. Poi il rientro in Italia. Da sempre Castelli definisce l’artigianato come arte e punta sulla filiera composta da una rete di artigiani, artisti e designer al lavoro insieme. Nel mare tempestoso segnato dalle forti accelerazioni del mercato Castelli ha mantenuto la barra dritta, puntando la bussola sempre in quell’area ibrida che lega l’artigianato all’industria. Una terza via che racchiude dinamismo, flessibilità, agilità. Ecco perchè sono capaci di demolire un edificio, ricostruirlo e fornire arredi, con la logica del global value engineering, una sorta di servizio chiavi in ​​mano. «Riusciamo a lavorare su progetti complessi senza rinunciare alla mentalità artigiana, con un approccio applicato alla produzione e insieme una cura assoluta per il dettaglio, per l’alta qualità. Dico spesso che il divano fuori misura può diventare la regola che va affrontata, non evitata. Il paragone non è azzardato perché siamo legati alla personalizzazione del prodotto. Abbiamo ingegnerizzato 458 prodotti per terzi», precisa Castelli. Così l’italianità diventa un plus perché implica quell’avere una marcia che fa eccellere.

Saper fare e saper pensare insieme
L’azienda conta più di 100 dipendenti e partner, per più della metà ingegneri, designer, architetti. Poi c’è la squadra legata alla logistica, agli acquisti, legali, amministrativi, finanziari. «Le persone in azienda sono con noi da sempre, siamo cresciuti insieme. Ora puntiamo su competenze legate al digitale, anche con forti specializzazioni, a patto però che sappiano lavorare in gruppo», precisa Castelli. L’headquarter è a Ozzano dell'Emilia, nel bolognese. Qui nasce la sede-studio di progettazione che oggi si occupa di product design e progetti di general contractor. Poi c’è lo showroom nel cuore del prestigioso distretto milanese di Brera, e una divisione marine a Carrara per la gestione delle forniture navali. Ma il perimetro va ben oltre i confini nazionali. Nel 2018 l’approdo a Parigi, con l’apertura dello showroom nel Marais, recentemente trasferito al prestigioso boulevard Saint Germain. Poi nel 2019 l’apertura della sede a Londra, in grado di gestire importanti progetti. Ma in realtà prima di essere una società, Paolo Castelli rappresenta la storia di una famiglia che ha costruito questa impresa subito dopo l'Unità d'Italia. Correva l’anno 1887 e il nonno Castelli decideva di aprire un’ebanisteria a Bologna. Non si trattava solo di un laboratorio. Già all’epoca c’era qualcosa di più. Poi col tempo la dimensione artigianale legata al taglio manageriale e l’apertura oltre i confini nazionali. Nel 1994 il giovane Paolo, pronipote di Castelli e il penultimo di sette fratelli, ha integrato l'azienda di tendaggi Modular con la società specializzata in arredamento e design. Domodinamica. Da qui la nascita dell’attuale Paolo Castelli S.p.A. Ora si guarda alle tecniche innovative legate alla sostenibilità: la collezione Greenkiss, nata un anno prima dell’emergenza pandemica, si basa sull’idea di consegnare ai clienti un prodotto non solo fatto con resine ecologiche, ma costruito con piedini in legno FSC non selezionato o cinghie in iuta. «L’attenzione all’ambiente va oltre l’elemento accessorio e diventa parte integrante del progetto. E poi ogni albero tagliato viene ripiantumato. Le tecniche green dei nostri artigiani guardano anche alla saggezza del passato: come la finitura acetica che dona al legno una particolare colorazione tannica, più o meno intensa a seconda della permanenza del legno nel bagno acetico, oppure la finitura a poro aperto che permette all’essenza di mantenere il suo aspetto naturale. In fondo gli arredi una volta erano già green», precisa Castelli. Per questo visionario designer diventato imprenditore di successo la parte più esaltante del lavoro si ripete ogni volta che esce un nuovo prodotto dalle collezioni. «In fondo è come se nascesse un figlio. Per farlo servono certamente competenza, flessibilità, visione. Ma poi soprattutto coraggio».

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