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FARE INSIEME - Ep. 24 - Golinelli, storia dei sarti della carta che fanno le cose per bene

«Noi cercatori di valore puntiamo sulla cura del dettaglio»

03/02/2022

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Tecnologia avanzata e passione artigianale. E su tutto le persone, che fanno la differenza. Storia della società nata settant’anni fa con headquarter a Formigine, nel modenese, e che oggi conta 50 professionisti e un fatturato di 8 milioni di euro.
Per Fare Insieme Giampaolo Colletti intervista Paolo Golinelli, amministratore unico di Golinelli

 

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Tutto nasce in un garage, come nelle più iconiche storie imprenditoriali americane. Ma qui di mezzo ci sono anche centinaia di chilometri macinati con pedalate senza fine, percorsi in bici dall’infaticabile papà Guglielmo Golinelli nel lontano 1951. All’epoca questo ventunenne emiliano appassionato e ambizioso ogni giorno partiva da Medolla, a nord di Modena, verso Formigine, a sud di Modena. Quaranta chilometri di pedalate e sogni custoditi in un cassetto, che però nel tempo si sarebbe aperto. «Papà è partito da zero per costruire questa impresa di successo. All’epoca la macchina da stampa era a pedali e non elettrica. Una macchina oggi considerata storica, ma che a quei tempi era un concentrato di innovazione nel processo produttivo. Nonostante tutto, da Gutenberg in poi, la carta è sempre stata ed è centrale, anche se oggi il mercato è totalmente frazionato. Noi col tempo abbiamo fatto investimenti per nobilitare il nostro prodotto, che sta mutando perché in fondo le informazioni le puoi raccogliere da più parti in modo rapido, tempestivo, multicanale», racconta Paolo Golinelli, amministratore unico di Golinelli srl. L’headquarter della società è a Formigine, poco più di trentamila anime a tre chilometri da Maranello, a cinque dal distretto della ceramica di Sassuolo e a dieci da Modena. Il paese è parte dell'Unione dei comuni del distretto ceramico, e in questa storia la ceramica c’entra eccome. Ma procediamo con ordine. In azienda, da poco tempo diventata B-Corp, oggi lavorano 50 professionisti per un fatturato pre-crisi pandemica che si aggirava sui 10 milioni di euro. «Con la pandemia siamo passati a 7 milioni di euro e il 2021 lo abbiamo chiuso a 8 milioni. È un dato di cui vado orgoglioso. L’avvento del virus ha riscritto il modo di comunicare: di fatto all’innovazione tecnologica continua e costante si è sommato un altro modo di relazionarsi alle persone», precisa Golinelli.  

Persone, tecnologie, servizi.
Il distretto della ceramica, si diceva prima. L’azienda fornisce una narrazione multipiattaforma a questo settore, lavorando per Graniti Fiandre, Marazzi, Mutina. C’è poi il comparto dell’automotive, eccellenza che dal territorio guarda al mondo intero. Golinelli si occupa della stampa per brand come Ferrari, Lamborghini, Maserati e BMW e con l’ufficio francese lavora per Citroen e Peugeot. Ci sono poi le firme del lusso mondiale: tra queste Louis Vuitton, Roger Vivier e Bell & Ross. «Cerchiamo di dare al nostro clienti la pièce of mind: ci affidi un incarico e noi, oltre a farlo nei tempi prestabiliti, ti offriamo un servizio su misura. In fondo siamo dei sarti della carta: abbiamo mantenuto nella storia il fare le cose fatte bene, provando a fare in modo che il mondo sia più bello», dice Golinelli. Così la società ha ampliato il servizio, offrendo altri servizi complementari al prodotto stampato. Tecnologia avanzata e passione artigianale, in un equilibrio che racconta l’evoluzione dell’industria grafica. Per Golinelli tecnologie e persone sono centrali, ma l’uomo ci mette quel tocco in più, quella cura del dettaglio. Come stampatori la società ha il servizio di pre-press: si lavora sul colore con coerenza e visione. Un servizio che acquista valore intangibile per i clienti. «Con questo spirito abbiamo dato vita ad altri servizi: soprattutto per il comparto della ceramica progettiamo il catalogo della nuova serie, oppure la valigetta di cartotecnica che racchiude come in uno scrigno tutti gli elementi pubblicitari. Dedichiamo molto tempo alla ricerca, sperimentando infinite combinazioni tra carte, tecnologie e finiture speciali. Investiamo costantemente per ridurre l’impatto ambientale con l’utilizzo di energie rinnovabili,  carte FSC e carbon free e riducendo al minimo componenti chimici e sfridi di produzione», dice Golinelli.  

La macchina del tempo.
In fondo il manifesto programmatico di questa impresa così locale e al contempo internazionale guarda sì al futuro, ma capitalizzando il passato. Perché non c’è domani senza comprendere quello che si è fatto ieri e senza lavorare al meglio oggi. Così nel 2008 nasce Golinelli History. «Sulla base della nostra esperienza nel lavorare i file abbiamo dato vita a questa attività che digitalizza gli archivi storici di impresa, valorizzando la storia di grandi e piccole realtà. Per Maserati da oltre dieci anni andiamo nel loro archivio, prendiamo disegni, lettere, bozzetti e digitalizziamo tutto, trasformando la carta in file. Oppure rendiamo contemporanee le diapositive del passato soggette ad usura. Per Barilla digitalizziamo i vecchi documenti, comprese le delibere dei consigli di amministrazione che raccontano la storia dell’impresa. Documenti straordinari che segnano i tempi. In fondo facciamo rivivere il passato», dice Golinelli. Una vera e propria officina creativa di progetti e prodotti, dove le idee diventano linguaggi visivi, forme, segni, colori. «La nostra competenza risiede nello sviluppare soluzioni visive in modo inedito. Curiamo elaborazione e organizzazione dei contenuti, ricerche bibliografiche, impaginazione e linea grafica fino alla stampa finale. Da cataloghi espositivi di mostre d’arte alle raccolte fotografiche, dalla storia all’informazione: accettiamo le sfide per un lavoro a regola d’arte», puntualizza Golinelli. Benvenuti in una macchina del tempo. Così l’azienda, che ha compiuto settant’anni di vita, guarda indietro e al contempo anche avanti. «Oggi ci sono innovazioni sul mercato che fanno paura. È cambiato il modo di comunicare ed ecco perché bisogna interpretare il mercato con tutte le novità possibili, ma in modo oggettivo, lucido, senza ansia. E poi bisogna basarsi non tanto sulle decisioni aziendali del passato, quanto sull’interpretazione di quelle stesse, cercando di comprendere quel tempo. I passi da compiere nel futuro diventano sempre più difficili da fare. C’è una banalizzazione delle cose. Oggi si vuole tutto e subito e spesso la prima cosa che si guarda è il prezzo. Ma il nostro obiettivo è diventare dei cercatori di valore, puntando su attenzione e cura dei dettagli». Cercatori di valore: una definizione che profuma di passato, ma che ci proietta con forza nel futuro.

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