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FARE INSIEME - Ep. 100 - Eurosets, gioiello di resilienza nel cuore del biomedicale emiliano

«La missione è quella di introdurre innovazione nelle soluzioni tradizionali»

19/12/2022

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Nel cuore del distretto biomedicale emiliano c’è un’azienda che è diventata un riferimento mondiale per la produzione e commercializzazione di dispositivi medici avanzati per la circolazione extracorporea, il supporto cardiopolmonare, la cardiochirurgia, l’ortopedia. Da Medolla al resto del mondo. Oggi Eurosets conta quasi 300 professionisti, 5 filiali e un fatturato di quasi 50 milioni di euro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Antonio Petralia (CEO di Eurosets), Giovanni Avanzini (Global Sales Director) e Mario Calzolari (Operations Director)

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Parola d’ordine: resilienza. Ossia quella capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare la propria vita e il proprio lavoro di fronte alle difficoltà. Di più. Di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità che il contesto presenta, senza mai alienare la propria identità. In fondo è questa la parola che meglio definisce Eurosets, eccellenza nata agli inizi degli anni Novanta nel cuore di quel distretto biomedicale emiliano che il mondo intero ci invidia. Siamo a Medolla, poco più di seimila anime nella bassa pianura padana, a poca distanza da Modena. Terra vocata al lavoro, al sacrificio, alla condivisione, all’essere e al fare comunità per davvero. Terra però colpita da alluvioni e terremoti ai quali in modo resiliente la comunità ha sempre fatto fronte. Ecco ancora una volta la resilienza.

Storia di un’eccellenza
. Ma procediamo con ordine e torniamo a Eurosets. Questa azienda è specializzata nella produzione e commercializzazione di dispositivi medici avanzati per la circolazione extracorporea, per il supporto cardiopolmonare, per la cardiochirurgia e per l’ortopedia. «La missione è quella di introdurre innovazione nelle soluzioni tradizionali. Tutto questo significa non solo creare nuovi prodotti, ma anche avere un diverso approccio che avvicini Eurosets al personale sanitario, diventando più ricettivi alle esigenze e in grado di rispondere in modo pratico alle necessità», afferma Antonio Petralia, CEO di Eurosets. Tutto nasce nel 1991: all’inizio la linea produttiva si concentra sulla produzione di componenti e dispositivi semilavorati, poi nel 1998 avviene l’acquisizione da parte del Gruppo Villa Maria, il secondo gruppo ospedaliero privato italiano. Questa acquisizione tira la volata alla crescita: si inizia così a lavorare ad alcuni dispositivi biomedicali, come quelli per il drenaggio toracico e i sistemi di autotrasfusione post-operatori. «Far parte di un gruppo privato ospedaliero ci permette di essere vicini ai pazienti, al personale sanitario  e di essere aggiornati su come cambiano le tecniche chirurgiche. Questo rappresenta un elemento distintivo per il nostro posizionamento sul mercato e grazie all’ascolto del personale sanitario riusciamo a raccogliere input e trasmetterli ai nostri prodotti, rispondendo così a bisogni a volte latenti», racconta Giovanni Avanzini, Global Sales Director di Eurosets. Nel 2012 il terremoto danneggia pesantemente l’headquarter. Ma non ci si dà per vinti e si sceglie di costruire da zero una nuova sede, che sarà inaugurata nel 2016: oltre 31.000 metri quadrati con altissimi standard di sicurezza. In tempo record, cioè nel giro di un mese dal sisma, parte una nuova produzione delocalizzata a Bastiglia che permette di chiudere l’anno senza subire perdite, ma incrementando il fatturato rispetto agli anni precedenti. Poi nel 2014 arriva l’inondazione del fiume Secchia, che allaga magazzini e uffici di produzione. Ma si riparte senza sosta dopo tre settimane di bonifica. Ecco di nuovo che torna la resilienza. Nel 2015 si aprono tre nuove sedi in Francia, Germania e Belgio. Nel 2019 arriva la filiale in Cina e ancora nel 2020 quella in Inghilterra. Oggi in azienda lavorano 270 persone, per oltre il 70% donne e con età media di 44 anni. Il fatturato 2021 è realizzato per l’80% all’estero e negli ultimi tre anni la crescita è stata a doppio zero, con un previsionale di 50 milioni di euro per il 2022.

Tra ricerca e sviluppo.
Grazie agli investimenti costanti in ricerca e sviluppo è stato possibile progettare prodotti finiti ed apparecchiature. Oggi in R&D lavorano 16 tecnici. Si tratta di ingegneri, biologi, ricercatori universitari. Qui si progettano anche le macchine per l'assemblaggio. E poi c'è il settore qualità con normative più stringenti e da presidiare costantemente. Già, la ricerca. Nel corso degli anni gli investimenti sono aumentati dal 10% al 15% del fatturato. Seguire il paziente in ogni ambito, dall’ospedalizzazione al rientro a casa. E farlo con intuizioni messe a sistema grazie a tanta innovazione. Così negli anni Eurosets ha depositato oltre 45 brevetti internazionali. «La vision è quella di aiutare le persone a tornare a fare ciò che più amano, ascoltando le necessità terapeutiche del personale sanitario e mettendo al centro della propria produzione il paziente. Sviluppare dispositivi in grado di rispondere a situazioni cliniche in cui il paziente non trova giovamento. L’orientamento è introdurre innovazione nelle soluzioni terapeutiche tradizionali. Non si tratta di dispositivi solo utilizzabili nell’ambito ospedaliero ma utilizzabili anche in campo extraospedaliero. Questo permette di raggiungere il paziente ovunque si trovi e di essere sempre più accanto al personale sanitario», precisa Petralia. Ma la differenza la fa il territorio. «Ci ha permesso di creare e far maturare la professionalità necessaria per questo tipo di lavoro. È interessante porsi la domanda: perché anche grandi multinazionali del biomedicale mantengono la propria produzione nella Biomedical Valley? Perché le professionalità le trovi qui», afferma Mario Calzolari, Operations Director di Eurosets. L’obiettivo nel futuro è di introdurre sul mercato nuovi dispositivi in grado di rispondere a diverse esigenze terapeutiche e di essere i leader nel settore dell’interventistica. «Un esempio è Colibrì, il più piccolo e leggero dispositivo salvavita presente sul mercato. Grazie al suo zaino appositamente studiato per il trasporto, idoneo a spostamenti anche via drone oppure tramite elicottero grazie al gancio verricellabile, permette al personale sanitario di raggiungere il paziente ovunque esso si trovi», conclude Calzolari. Così si prova a disegnare il futuro partendo dalla necessità degli operatori sanitari e dei pazienti.

Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

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