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FARE INSIEME - Ep. 83 - Expert.ai, pionieri nell’intelligenza artificiale

«All’inizio eravamo startup senza saperlo»

13/10/2022

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A Modena più di trent’anni fa nasce un’impresa che oggi sta scalando i mercati di mezzo mondo grazie all’intelligenza artificiale. Una squadra di professionisti divisi tra Italia, Europa e Nord America per un fatturato di 30 milioni di euro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Stefano Spaggiari, fondatore ed executive chairman di expert.ai

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Sono nati più di trent’anni fa in un garage che sarebbe diventato col tempo ipertecnologico, molto prima di quelli più conosciuti a stelle e strisce. Così in quello spazio arrangiato di cavi e computer di prima generazione già negli anni ’90 tre ragazzi compagni di studi all’università di informatica a Modena – uno dei primi corsi in materia – provavano a fare le cose in grande e a ragionare di intelligenza artificiale prima che se ne parlasse in Italia e nel mondo. È questa la storia di expert.ai, realtà modenese e oggi una delle più grandi in Europa impegnata sull’intelligenza artificiale. Si tratta di una squadra di persone con solide competenze tecniche e di business e una significativa presenza internazionale fra diversi Paesi in Europa e Nord America per un fatturato che si aggira attorno ai 31 milioni di euro. Dall’Italia all’America, andata e ritorno: dal 2020, in piena emergenza pandemica, si lancia un nuovo grande progetto di internazionalizzazione. Così oggi gli headquarter sono splittati in due: c’è quello di Modena e quello di Boston, destinato alle vendite e al marketing, mentre la ricerca e sviluppo trova casa a Modena. «Ma abbiamo anche gruppi di ricerca a Trento, Napoli, Siena, Roma, Milano e all’estero uffici commerciali in Francia, Spagna, Regno Unito e Germania. Da sempre siamo stati pionieri nel mondo. Eravamo in competizione con colossi come IBM e Olivetti. Perché all’epoca c’erano i grandi gruppi e non le startup. Non ci occupavamo all’inizio di Artificial Intelligence (AI), ma di linguistica applicata al software. All’epoca avevamo sviluppato il primo correttore automatico della lingua italiana inglobato nel pacchetto Office, poi successivamente venduto a Microsoft. Eravamo startup e non lo sapevamo. Non c’era un ecosistema allargato e quindi il relativo supporto dei business angel come finanziatori», racconta Stefano Spaggiari, fondatore ed executive chairman di expert.ai.

Pensare in grande.
Quanta strada fatta. E senza neanche immaginarla prima. Così i primi anni sono serviti per crescere, ma anche per sperimentare. Il correttore grammaticale, per esempio, è stata un’intuizione geniale di uno dei tre soci. Passo dopo passo, bit dopo bit, senza fretta perché all’inizio si era senza soldi. «Non avevamo la possibilità di intercettare facilmente gli investimenti perché in passato era più complicato, così durante il giorno facevamo software per lavoro e la sera programmavamo per piacere», puntualizza Spaggiari. La soddisfazione nell’incoscienza giovanile di provare a cambiare il mondo. Così il sogno si alimentava di notte, e nel secondo turno. Perché il primo era quello per sopravvivere. «Stiamo parlando di un mondo pre-internet. Ma immaginavamo che il mondo sarebbe cambiato. Poi ad inizio Duemila arrivano i primi grandi investimenti per fare un vero pezzo di AI che simulasse le capacità cognitive. Da lì parte la nostra lunga storia. Oggi copriamo 12 lingue compreso cinese, giapponese, coreano, arabo. Ma la cosa che ci contraddistingue è che pensiamo sempre in grande. Anche agli inizi volevamo mostrare che dall’Italia e non solo dalla Silicon Valley si poteva costruire un software di valenza mondiale», precisa Spaggiari. Ma cosa ci si fa con questa piattaforma? Qualunque attività umana si basa sulla conoscenza. E lo spiega bene Spaggiari. «All’interno delle aziende c’è un’enorme conoscenza non strutturata, ma più conosci e meglio fai. Quindi ci sono due gruppi di applicazioni per le aziende: da un lato la robotic processing automation e la nuova rivoluzione industriale su attività che vengono fatte manualmente e che si possono fare in modo automatico. Per esempio la gestione dei servizi. C’è poi il mondo dell’information intelligence che sfrutta la conoscenza con ciò che ho a disposizione per prendere decisioni».

La forza delle competenze.
Tutto nasce dalle competenze. In questo caso da programmatori e sviluppatori. Ma il resto del team non ha necessariamente nozioni tecniche. C’è posto per una formazione classica con filosofi, linguisti, laureati in lingue o in lettere. «Hanno dimostrato di avere la forma mentis adatta a razionalizzare la conoscenza destrutturandola e riportandola con formalizzazione a forme intelligibili con la macchina. Sono veri e propri mediatori delle regole di analisi. Così le scienze umane entrano in gioco col dato», dice Spaggiari. Comprendere ed estrarre, questa la doppia missione. Oggi la società collabora con alcune delle più importanti realtà private e agenzie governative del mondo: con un approccio ibrido si trasforma il linguaggio in dati, fornendo la visione necessaria per migliorare i processi decisionali all’interno delle organizzazioni. Così grazie all’intelligenza artificiale si può potenziare e scalare il business. Expert.ai ha sviluppato una tecnologia all’avanguardia per la comprensione del linguaggio naturale che sfrutta l’analisi semantica (capacità di comprendere il significato delle parole e delle frasi) per aiutare le macchine a comprendere i testi, risolvendo le ambiguità del linguaggio. Le soluzioni sono pensate per assicurazioni, banche, editoria e media, difesa e intelligence, sanità e industria farmaceutica, energia, Pubblica Amministrazione, telecomunicazione. Così le tecnologie abbracciano l’uomo per disegnare nuove pagine di futuro.

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