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FARE INSIEME - Ep. 132 - Ferno, quell’azienda appassionata e competente che fa la storia nelle soluzioni per il soccorso

«La nostra forza è nel team fernomenale»

22/05/2023

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Ha rivoluzionato il mondo del soccorso in Italia e nel mondo. Perché proprio in Italia nasce la barella a cucchiaio gialla oggi venduta in tutto il mondo. Oggi la divisione Ferno in Italia, nata a Pieve di Cento, conta 33 persone per un fatturato di quasi 10 milioni di euro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Alice Carletti, Sales & Marketing Manager di Ferno

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Questa è la storia di uno startupper, prima che questo termine venisse sdoganato dal mondo dell’innovazione, diventando di uso comune. Ma è anche la storia di un visionario che va in America per un colloquio di lavoro e che in fondo quell’America la porta in Italia. Perché all’inizio Enrico Carletti pensa che quell’incontro di lavoro cercato e ottenuto non fosse andato bene. E invece… Ma andiamo con ordine. Nel 1995 la multinazionale americana Ferno cerca un manager per aprire una filiale in Italia e incontra diversi candidati. Tra questi c’è proprio Enrico Carletti, che supera le selezioni e fonda la sede italiana dell’azienda. «Quando papà inizia l’attività in Italia non aveva ancora degli uffici, ma solo un telefono e un fax e da un giorno all’altro si vede arrivare un tir dalla Germania con sopra tutta la gamma dei prodotti da vendere. E da lì comincia tutto», racconta Alice Carletti, Sales & Marketing Manager di Ferno. L’azienda, che si occupa di produzione e distribuzione di attrezzature per il soccorso, ha l’headquarter in Wilmington Ohio e le filiali distribuite ovunque nel mondo: Australia, Canada, Italia, Svizzera, Giappone, Inghilterra. C’è poi una rete vendita di dealer autorizzati in ogni Paese. I clienti sono rivenditori, allestitori – e quindi produttori di ambulanze – aziende ospedaliere, Croce Rossa, pubbliche assistenze, soccorso alpino, militari e associazioni di soccorso. In Italia il fatturato si aggira sui 10 milioni di euro e la squadra è composta da 33 persone. Ed è quella che fa la differenza. «In fondo siamo un ombelico del mondo e durante le fiere di settore ci vedono tutti uniti. In una di queste hanno definito il nostro team fernomenale. Ed è proprio così», dice Carletti. Per l’Italia tutto parte da Pieve di Cento, settemila anime nella provincia bolognese, in quella striscia di terra che si estende per le rive del fiume Reno. Una terra di confine perché collocata in quel triangolo tra Bologna, Ferrara e Modena. «Siamo una comunità di persone che si conoscono da sempre e abbiamo un’amministrazione comunale giovane e appassionata. Un paese piccolo, ma che si fa sentire perché fa molto rumore», dice Carletti.

Prodotti che fanno la storia.
Ma in questa storia c’è qualcosa in più. Perché se tutto parte costruendo da zero un’azienda diventata riferimento del soccorso, proprio dall’Italia arriva un’idea wow destinata a rivoluzionare il mercato. Qui nasce la barella gialla a cucchiaio oggi venduta in tutto il mondo. Si tratta di ScoopEXL ed è stata inventata e brevettata da Enrico Carletti. È una evoluzione della barella in metallo, ma è composta da materiale plastico e ha un ottimo isolamento termico, oltre ad essere radiotrasparente: permette così al paziente di essere sollevato e immobilizzato senza generare situazioni critiche. Oggi è presente su quasi la totalità delle ambulanze italiane ed estere e viene prodotta proprio a Pieve di Cento. In fondo è qualcosa che lascia senza parole: tutto parte da qui, ma quando si atterra anche nell’aeroporto più sperduto del pianeta si può vedere una squadra di soccorso con la ScoopEXL in dotazione. D’altronde i numeri parlano chiaro: le unità vendute ad oggi sono più di 150.000. «Abbiamo ricevuto la telefonata più strana che io ricordi dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Dovevano prendersi cura di una mummia che poi sarebbe stata trasportata in Brasile. Ci chiedevano se una delle nostre barelle poteva essere adatta per muoverla e farla viaggiare in sicurezza», racconta Carletti.  

Capitale umano e tecnologico.
Prodotti, servizi e tanta formazione. Così è nata la Ferno Academy che tramite i vari corsi insegna ai soccorritori il corretto utilizzo dei presidi. In questo modo l’utilizzatore finale impara ad usarli in maniera corretta. «Durante questi corsi abbiamo capito che noi stessi stavamo imparando dai soccorritori e più volte abbiamo avuto modo di raccogliere da loro preziosi consigli e capire meglio le loro esigenze che sono fondamentali nello sviluppo di nuovi presidi», ricorda Carletti. I prodotti nascono da un reparto di R&D che sforna continuamente nuovi spunti. Ed ecco la forza del capitale umano. «Riusciamo a coniugare la tecnologia che studiamo al servizio di queste esigenze. Da qui nasce anche la prima sedia motorizzata inventata dieci anni fa. Ma non siamo sempre noi a parlare: la più bella caratteristica della nostra azienda è la capacità di ascoltare le reali necessità che i soccorritori incontrano nel loro lavoro quotidiano», conclude Carletti. Mettersi in ascolto: ecco ciò che rende una organizzazione davvero eccezionale.

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