Da oltre 70 anni a Bologna opera un’Associazione dedicata a promuovere la cultura della donazione, affiancando i centri ospedalieri non solo nella gestione dei donatori, ma anche in una costante attività di sensibilizzazione. Perché il sangue non si produce, si dona. Per FARE INSIEME Charity, Lucrezia Lanzani intervista Luciano Signorin, presidente di FIDAS Bologna
FARE INSIEME CHARITY è lo spin-off del progetto FARE INSIEME dedicato alla presentazione di alcune onlus e società no profit, realtà fortemente presenti nei territori di Bologna, Ferrara e Modena e che svolgono un lavoro straordinariamente importante e cruciale per l’intera comunità
di Lucrezia Lanzani*
“Dono: azione del donare, ciò che si dà o
si riceve senza ricevere nulla in cambio; può essere un bene materiale o
spirituale”.
È il 1951 quando a Bologna nasce una nuova
realtà del dono: da una scissione con AVIS, un piccolo gruppo di volontari
decide di agire di fronte alla crescente necessità di sangue per i pazienti dell’Ospedale
Sant’Orsola. Così prende forma l’Associazione Donatori Volontari di Sangue
(ADVS), che oggi conosciamo come FIDAS Bologna ed è parte dell’omonima
federazione nazionale FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di
Sangue).
«Oggi, FIDAS Bologna continua a svolgere
un ruolo fondamentale nel promuovere la cultura della donazione, affiancando i
centri ospedalieri non solo nella gestione dei donatori, ma anche in una
costante attività di sensibilizzazione. Perché il sangue non si produce, si
dona. E la generosità di una persona è spesso la salvezza di un’altra»,
esordisce Luciano Signorin, presidente dell’Associazione.
Con circa 5.000 soci attivi ogni anno e
una squadra di una quarantina di volontari, FIDAS porta avanti un lavoro
difficile, ma necessario: «Chiediamo alle persone di donarci fisicamente un
pezzo di sé. È un gesto che può sembrare piccolo, ma dall’altra parte può
significare vita», racconta ancora Signorin.
L’Associazione, però, ha scelto di
investire sulle nuove generazioni, consapevole che senza il ricambio
generazionale non ci può essere futuro per nessuna realtà, specialmente questa.
Nascono così i progetti con le scuole, volti a sensibilizzare gli studenti
sull’importanza del dono, e i “quarti d’ora accademici”, pensati per le
università: quindici minuti prima dell’inizio delle lezioni ci si ritrova per
parlare di dono, salute e responsabilità sociale, con la partecipazione di
donatori attivi e volontari. Sempre per i giovani, è attivo il concorso “Che
Classe”, rivolto ai ragazzi e alle ragazze tra i 14 e i 25 anni residenti a
Bologna e provincia, per raccontare - attraverso parole, immagini o video -
cosa rappresenta per loro la bellezza del dono in generale.
«Noi rimaniamo sempre attivi sul
territorio. Ogni anno partecipiamo ad eventi pubblici, banchetti informativi,
manifestazioni sportive (come la Bologna Marathon), e ad iniziative con
istituzioni e aziende locali; questo per continuare a mantenere il contatto con
la gente. A settembre, ad esempio, saremo presenti anche a FARETE, la due
giorni organizzata da Confindustria Emilia a BolognaFiere, per avvicinare il
mondo dell’impresa al tema della donazione. E il 28 settembre, durante la
nostra Festa Sociale, organizzeremo anche una piccola premiazione per i
donatori più attivi», continua il presidente di FIDAS Bologna.
Sabato 14 giugno, in occasione della
Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, FIDAS Bologna sarà presente nei
centri trasfusionali con piccoli gadget e materiali informativi per celebrare
insieme i donatori e attirarne di nuovi nel periodo estivo, in cui la carenza
di sangue si fa sentire. Dalle 16, l’Associazione sarà anche ospite al Centro Commerciale
Vialarga di Bologna, con uno stand informativo e tanti eventi gratuiti che
animeranno il pomeriggio tra cui: un seminario con una biologa nutrizionista,
una lezione di yoga, la cerimonia di premiazione del concorso “Che Classe” e,
in serata, una camminata solidale per le strade dei quartieri San Donato e San
Vitale, tutto questo organizzato e gestito dai volontari.
Parallelamente all’attività di promozione
e raccolta, FIDAS Bologna ha avviato anche un gruppo di protezione civile, oggi
composto da 13 volontari, con l’obiettivo di essere pronti a rispondere in caso
di emergenze, anche fuori dall’ambito sanitario.
«Donare è semplice: chiunque può diventare
donatore se ha tra i 18 e i 59 anni, pesa almeno 50 kg e gode di un generale
stato di buona salute. Basta contattare l’Associazione e fissare una visita di
idoneità e iniziare questo percorso di altruismo concreto, tutte le
informazioni si possono trovare anche su www.fidasbologna.org. In Italia
quasi 1.800 pazienti vengono trasfusi ogni giorno, grazie alla generosità di
tanti donatori e donatrici. Il sangue usato per le trasfusioni di emergenza,
quelle che si vedono nei film, è solo il 3% di quello raccolto. Il restante 97%
viene utilizzato in diversi reparti ospedalieri: dalle sale chirurgiche ai
trapianti, dai reparti ginecologici a quelli oncologici, arrivando fino ai
reparti grandi ustionati e ai pazienti talassemici, solo per riportare alcuni
esempi. È un vero e proprio medicinale salvavita e la sua disponibilità fa la
differenza tra la vita e la morte», conclude Luciano Signorin.
Oggi FIDAS Bologna è presente sul territorio bolognese cooperando con i centri
trasfusionali degli ospedali S. Orsola e Bellaria e con vari punti prelievo
attivi in provincia. Inoltre, collabora anche con altre associazioni del dono
(come il midollo osseo e gli organi), perché il fine è comune e, grazie a
questa rete di gesti semplici, si riesce a garantire a tutti un futuro sano.
*Lucrezia Lanzani è una studentessa del Liceo Steam Emilia, ha diciassette anni e da sempre è interessata a tematiche sociali. Da tre anni presta attività di volontariato in diverse realtà della sua comunità.
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