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FARE INSIEME - Ep. 151 - Galletti, quell’eccellenza secolare che si rimette sempre in gioco

«Quello che è rimasto negli anni è la passione per l’azienda, l’attaccamento al nostro territorio e l’orgoglio di essere italiani al 100%»

16/10/2023

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Nel bolognese c’è una un’azienda familiare giunta alla terza generazione e impegnata negli impianti di climatizzazione e le pompe di calore. Innovazione aperta, attenzione all’ambiente e design spinto. Questa è Galletti, Galletti 220 dipendenti per 50 milioni di euro di fatturato nel 2022. Perché non basta fare le cose per bene. Bisogna distinguersi con successo sul mercato. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Michele Galletti, Amministratore Delegato di Galletti

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Là fuori prima era tutta campagna. Quante volte lo abbiamo sentito dire. Ecco, nella storia che stiamo per raccontare proprio la campagna è il fattore di successo. Perché spesso le più grandi storie imprenditoriali nascono da bisogni molto concreti da colmare e legati ad aree geografiche specifiche. Così le intuizioni iniziali si rivelano geniali nel tempo. È successo anche per Galletti. Ormai centoventi anni fa quella che oggi è la periferia di Bologna era un’area essenzialmente agricola, con la necessità di riparare gli attrezzi della terra e i trattori dalle insidie del maltempo. Così nonno Galletti decide di creare una piccolissima officina. Siamo a Castel Maggiore, meno di ventimila anime a nove chilometri a nord di Bologna. Qui prende forma un opificio per la lavorazione del ferro e la riparazione di attrezzi e macchine agricole di tutte le grandi aziende del territorio, dalla Ferrari alla Lamborghini, all’epoca impegnata nella produzione dei trattori e ancora fino alla Ducati e alle innumerevoli aziende. Fare, rifare, senza fermarsi mai, provando a fiutare i cambiamenti del mercato. In fondo è ciò che è successo a Galletti. Perché con la Seconda Guerra Mondiale arriva la parziale distruzione della fabbrica. Ma tutto ciò non impedisce alla piccola officina di trasformarsi in un’impresa in grado di contare nel tempo su oltre duecento dipendenti. «Penso che in fondo ci sia sempre stata una grande voglia di rimettersi in gioco, anche in prima persona. È stato sfruttato il boom economico ed è stata strategica la decisione di entrare nel settore del condizionamento diventando distributori del marchio giapponese Sanyo, molto noto negli anni ’80 e ’90. E ancora dopo decidendo di produrre internamente sistemi idronici», racconta Michele Galletti, Amministratore Delegato di Galletti, terza generazione alla guida dell’azienda di famiglia.

L’azienda nel tempo.
Da cosa nasce cosa. E così anche Galletti nel tempo cambia, mantenendo però quella capacità di cogliere le intuizioni. Oggi l’azienda è sempre radicata nel bolognese, quasi fosse un marchio di fabbrica, un tratto distintivo che lega il passato al futuro. Galletti conta 220 dipendenti per 50 milioni di euro di fatturato nel 2022 con un + 25% sul 2021. Di questa cifra poco meno della metà viene venduta in Italia. Perché il resto l’azienda lo ottiene con commesse internazionali. «Oggi le macchine sono sempre più grandi con regolazione sempre più complessa e i professionisti del settore non chiedono più solo dati tecnici del prodotto, ma vogliono capire come la nostra macchina si comporta all’interno di impianti di climatizzazione sempre più articolati e integrati. Una volta si ricevevano ordini per stock dai grandi grossisti, ora che sono quasi scomparsi c’è un frazionamento degli ordini che fino a 20 anni fa non esisteva», afferma Galletti. Una storia secolare. La tenacia – quella resilienza che è nel Dna di quelle realtà che resistono alle sfide del tempo – è dimostrata dalle centinaia di persone che in ambiti diversi hanno lavorato dal 1906 a oggi. «In più di cento anni è cambiato tutto, anche nel mondo del condizionamento. In Italia c’erano solo 10-15 anni fa tante piccole o medie realtà nel settore del condizionamento idronico, mentre ora la maggior parte di queste è stata ceduta a multinazionali. In pratica siamo rimasti in meno di cinque aziende familiari a essere ancora di proprietà. Quello che è rimasto negli anni è la passione per l’azienda, l’attaccamento al nostro territorio e l’orgoglio di essere italiani al 100%», dice Galletti.

Il design che fa la differenza.
Lo abbiamo detto prima: Galletti è una delle prime realtà specializzate nella produzione di terminali idronici, chiller e pompe di calore. Ma per un’azienda che guarda sempre al futuro tutto questo non basta. «Se consideriamo i principali concorrenti qualificati, la qualità e le prestazioni tecniche le dobbiamo dare per scontate. Ecco perché quello che ci ha contraddistinto negli ultimi prodotti è una cura particolare al design». Ne è convinto Galletti. Così l’azienda ha portato avanti il primo fan coil di design dal pannello personalizzabile. Si tratta di Art-U, progetto creativo e dall'alto contenuto estetico, vincitore di diversi premi di design come il Red Dot Award e menzionato dal Compasso d’Oro 2021. Un percorso che nasce dalla collaborazione con l’Università di Bologna e in particolare con il Dipartimento di Ingegneria Industriale: la sinergia è in ambito termotecnico e vede il coinvolgimento (e in alcuni casi l’assunzione) dei giovani studenti. C’è poi anche l’alleanza con il Dipartimento di Architettura e nello specifico l’area di Design Industriale: d’altronde il nuovo Art-U nasce proprio da questa collaborazione. «Prima il fan coil era un oggetto da nascondere perché essenzialmente brutto, ora può far parte dell’arredamento», precisa Galletti. Inoltre è diventata nel tempo importantissima la parte di regolazione e la capacità di fare funzionare al meglio quei prodotti all’interno di un impianto complesso. A guidare è l’Open Innovation, cioè la capacità di esplorare continuamente non solo il proprio settore, ma anche quelli molto distanti. Un modo per individuare soluzioni, idee, stimoli che possano fare la differenza nel nostro mondo. Con una attenzione costante al design e all’innovazione. «Prodotti come Art-U, Canvas, Effetto Airclissi, sono tutti nati da questo nuovo approccio lavorando sulle forme, sui materiali, sul concetto della personalizzazione, della luce, come nessuno aveva mai fatto prima nel nostro settore», dice Galletti. Oggi le sfide sono quelle ambientali: così l’azienda è 100% green producendo più del 100% dell’energia consumata tramite un impianto fotovoltaico ormai da quasi dieci anni in produzione. Lo dicevamo prima: guardare avanti, senza fermarsi mai. Ecco una delle ricette vincenti delle organizzazioni che guardano con coraggio al futuro.

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