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FARE INSIEME - Ep. 218 - Gecam, quei pionieri della manifattura che investono su nuovi materiali e nuovi mercati

«Quello che ci distingue è la trasversalità del prodotto»

11/11/2024

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Nella provincia bolognese nasce più di trent’anni fa un’azienda che da sempre ha puntato sull’innovazione e quindi sulla ricerca di nuovi materiali, nuovi prodotti, nuovi mercati. Siamo a Minerbio e qui c’è l’headquarter di Gecam, trenta persone al lavoro per un fatturato di 3 milioni di euro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Daniele Camisa, presidente e socio di Gecam

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Ci vuole fiuto per cogliere le evoluzioni del mercato. Di più. Per anticiparle. Ecco, la storia che stiamo per raccontare parte proprio da questa capacità di arrivare prima. Pionieri, si potrebbe dire. Ma anche startupper, come nel gergo americano di chi solca sentieri ancora inesplorati facendo innovazione e arrivando prima. Ossia prima dei competitor, prima del mercato, prima della giurisprudenza. Perché pensate che in Emilia c’è un’azienda che prende una decisione coraggiosa e controcorrente. Già negli anni ‘90 abbandona di sua sponte l’utilizzatissimo amianto ben quattro anni prima che divenisse obbligatorio farlo, puntando su scelte più attente all’ambiente e pure più dispendiose. Ma andiamo con ordine. Siamo a Minerbio, meno di diecimila anime nella cinta metropolitana di Bologna. Qui nasce Gecam, impegnata a sviluppare prima prodotti ottenibili con la vetusta tecnologia della fustella, poi implementando il parco macchine sia come numero che come tecnologia. Così nascono una vastissima gamma di oggetti: dalla plastica ai metalli, dal feltro al vetro. Questa piccola rivoluzione ha portato alla grande opportunità di entrare in una pluralità di mercati, rispondendo ad una domanda estremamente diversificata. L’ingresso del figlio Federico, ingegnere meccanico, ha consolidato questo trend di sviluppo. «In un settore dove la competizione è sempre più agguerrita noi puntiamo alla qualità della manifattura italiana e siamo sempre orgogliosi di raccontare che i nostri fornitori sono i nostri vicini di casa», afferma Daniele Camisa, presidente e socio di Gecam, insieme a sua moglie Monica che è direttrice amministrativa e suo figlio Federico.

Prodotti all’avanguardia
. Oggi Gecam vede al lavoro una trentina di persone con un fatturato che si aggira sui 3 milioni di euro. «Quello che ci distingue è la trasversalità del prodotto che va dalla guarnizione di pochi millimetri al tappeto ferma calcinacci di più di una tonnellata, dalla guarnizione in gomma al tubetto in plastica fino al filtro in feltro o al fermo in alluminio. Tutto questo unito alla volontà di seguire il cliente anche in richieste di materiali per noi nuovi», dice Camisa. Fare, ossia sperimentare, senza fermarsi. Ma partiamo dalle macchine, messe in moto sempre dalle persone. «Gecam è in grado di proporre standard elevati di produzione, sia in termini di qualità, dove ci si è dotati di un’attrezzatura sofisticata di controllo, che di rapidità di risposta. Il nuovo magazzino della logistica, unito a quello delle materie prime, garantisce una buona scorta di materiali tanto da poter garantire un servizio oramai collaudato e maturo di consegna express, ovvero entro le 24 ore», dice Camisa.

Nuovi prodotti, mercati, soluzioni
. Ecco, quello che stupisce è la ricerca continua. Di mercati, di materiali. «Ci affranchiamo dalla sola produzione di guarnizioni: nascono così nuovi prodotti nel campo della filtrazione dell’aria, della fonoassorbenza, degli isolanti elettrici e di molte materie plastiche. La volontà di migliorare si sviluppa su due fronti: l’acquisto di nuove tecnologie di produzione e l’ottenimento della certificazione di Qualità. Nel lontano 1996 acquistiamo la prima water jet, una macchina nuova per l’epoca che dà un forte impulso alla produzione specialmente sul fronte tempo potendo realizzare prodotti in tempi brevissimi senza passare attraverso il costoso stampo delle fustellatrici. Nel tempo poi acquisteremo altri sei water jet, realizzando un parco macchine veramente importante», dice Camisa. Intanto più recentemente si investe nel mercato delle plastiche speciali come policarbonato e metacrilato. «L’identità territoriale resta, a prescindere da quanto è globale il mercato: è un fatto di cultura, di un saper fare che si è costruito negli anni. La vera domanda è: l’identità territoriale è ancora un valore in un mercato ormai globale? Per molte tipologie di prodotto non più ormai, ma quando si parla invece di servizio e di just in time la vicinanza è ancora percepita come valore aggiunto», conclude Camisa. Intanto nel futuro a contare di più saranno resilienza e adattabilità. E poi il legame con ciò che accade a livello macro, anche europeo. Anche da quello che verrà deciso a livello politico internazionale dipenderà l’eventuale crescita della piccola manifattura italiana.

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