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FARE INSIEME - Ep. 155 - Gruppo Barbieri, la carpenteria meccanica che innova grazie al mix tra tecnologie e persone

«La lavorazione del ferro è sempre stata parte di me»

2/11/2023

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Nel ferrarese c’è una realtà specializzata nella produzione di componenti per costruzioni meccaniche medie e pesanti. Nel Gruppo Barbieri lavorano 145 persone per un fatturato poco inferiore ai 29 milioni di euro con una crescita sull’anno precedente del +64%. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Nicola Barbieri, presidente dell’omonimo Gruppo

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

“Il ferro battuto diventa acciaio”. Così recita un antico adagio cinese che racchiude tutta quella perseveranza che si annida nelle storie di quelle imprese emiliane che stiamo raccontando. Il tempo che aggiusta le cose. Il tempo che segna la vita. La storia che stiamo per raccontare ha a che fare proprio con il ferro e con il tempo. In quello spicchio di terra del ferrarese nasce nel 1981 una realtà destinata a scalare i mercati. Si tratta delle Officine Barbieri, accese da Nicola Barbieri, ora affiancato dai figli Dante e Roberta e dai nipoti Annalisa e Federico. Una storia incredibile. Nicola inizia a lavorare come meccanico alla Montedison di Ferrara. Poi alla morte prematura del padre lascia quel lavoro sicuro per aiutare lo zio nel lavoro di fabbro ferraio a Bondeno, paesino del ferrarese con tredicimila abitanti sulle sponde del fiume Panaro. Passano pochi anni e Nicola avvia un’attività in proprio nel settore idraulico e impiantistico. Ancora pochi anni e c’è un altro cambio: Nicola sposta il tiro al settore meccanico, mettendosi nella produzione di carpenteria per macchine movimento terra. È il settore giusto per cavalcare la crescita e sarà anche quello definitivo. Da allora l’azienda si consolida nel segno di una specializzazione che l’ha portata a essere presente nei principali appalti per le grandi opere in Italia e all’estero. «La lavorazione del ferro è sempre stata parte di me. Alla morte di mio padre sono stato costretto a darmi da fare per mantenere la famiglia. La vera intuizione l’ho avuta nel 1974 quando ho deciso, insieme a mia moglie e ad alcuni soci, di fondare un’azienda specializzata nel taglio lamiere. Questo mi ha permesso di sviluppare l’attività in un modo diverso perché avendo a disposizione tutti i particolari tagliati a misura avevo una forza in più rispetto alle altre aziende concorrenti», racconta Nicola Barbieri, fondatore e oggi presidente del Gruppo Barbieri. Fare e rifare, senza fermarsi mai. Proprio come quel ferro battuto che diventa acciaio. «Nella mia vita ho sempre osato, non mi sono mai accontentato ed è stato questo che mi ha reso felice, anche grazie al fatto che ho sempre avuto al mio fianco la famiglia. Questo è ciò che mi caratterizza anche oggi, all’età di quasi 90 anni, perché ancora sogno di ottenere un ulteriore sviluppo sia dal punto di vista degli spazi che delle attrezzature, per rendere la mia azienda ancora più efficiente ed organizzata», dice Barbieri. Una vita che è stata tutta una volata, la sua. «Vorrei ancora stare dieci anni qui perché la vita è bella. Vorrei vedere l’azienda ampliarsi», ripete Barbieri.

Identikit dell’azienda.
Siamo a Scortichino di Bondeno, meno di millecinquecento anime nel ferrarese. Qui c’è l’headquarter di Barbieri, realtà specializzata nella produzione di componenti per costruzioni meccaniche medie e pesanti, complete di tutte le lavorazioni meccaniche correlate: taglio tubi, piegatura, saldatura robotizzata e alesatura. Al lavoro 145 persone per un fatturato poco inferiore ai 29 milioni di euro con una crescita sull’anno precedente del +64%. Dalle origini artigiane alla realtà industriale. «Il salto è stato facile e naturale perché il forte sviluppo dell’epoca richiedeva una maggiore capacità produttiva: quindi è bastato salire su quel treno e cogliere tante buone opportunità. Ho sempre reinvestito nell’azienda le risorse prodotte perché una realtà sana e capitalizzata permette di cogliere le opportunità nel momento che si presentano e quindi di crescere», precisa Barbieri. Si tratta di un’azienda a conduzione familiare leader nella produzione di strutture meccaniche medio-pesanti per conto terzi. Il parco macchine conta circa 40 tra macchine utensili e robot di saldatura e oltre 100 saldatrici. Negli stabilimenti si trovano macchine all’avanguardia: robot intelligenti e manodopera specializzata. I carpentieri e i saldatori specializzati garantiscono i lavori. Un mix vincente tra tecnologie e persone. «Gli anni di produzione hanno permesso di creare i singoli reparti, ciascuno con la designazione della propria attività. Questo ha concesso la possibilità di rendere l’operatore specializzato protagonista e responsabile della propria mansione. Il mio è uno di quei settori in cui è richiesta ancora, oltre alla tecnologia, un’alta professionalità degli addetti. Ed è questo che fa la vera forza della mia realtà», ricorda Barbieri.

Prodotti wow.
Le costruzioni realizzate sono destinate a vari settori: macchine da movimentazione, sollevamento, demolizione, riciclaggio, edilizia. Avete presente le gru che si vedono in TV durante le corse di Formula Uno, quelle che recuperano le macchine dopo gli incidenti? Ecco, la carpenteria che le forma è un esempio di produzione del Gruppo Barbieri. Ma qui si fa anche tanto altro: macchine per il riciclaggio, come mulini trita metalli, muletti di quelli che si utilizzano nelle aziende per le varie movimentazioni e prodotti edili di vario genere a seconda delle richieste del cliente. Partendo dalle lamiere in acciaio l’azienda è in grado di realizzare qualsiasi tipo di costruzione meccanica medio-pesante completa di tutte le lavorazioni correlate con l’utilizzo di fresa-alesatrici lunghe fino a 10 metri. Qui si sfornano mensilmente strutture metalliche di macchinari per la movimentazione, il sollevamento ed il trasporto, l’edilizia stradale e ferroviaria, le costruzioni civili e industriali e tanto altro. Qui sono nati i componenti del Mose, realizzati nell’epoca in cui il capannone industriale della frazione scortichinese era stato danneggiato dal terremoto del 2012 e rimesso in sesto a tempo di record, ma anche l’Allianz Stadium di Torino ha visto la luce qui. «Ogni giorno bisogna rimboccarsi le maniche e guardare avanti cogliendo tutte le opportunità che si presentano dopo averle attentamente analizzate e valutate. Le sfide del fare impresa si vivono pensando a dove vivi e dove appoggi i piedi», conclude Barbieri. Piedi per terra, testa sulle spalle e cuore che batte forte. Ancora una volta la migliore lezione sul futuro ci arriva da un imprenditore novantenne con la testa di un giovane startupper. Evviva!

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