Nel cuore dell’Emilia eccellenza mondiale dell’automotive è nata un’impresa specializzata in soluzioni full-stack per la guida autonoma. Hipert oggi, tra università e azienda, conta 80 ingegneri al lavoro per 3 milioni di euro di fatturato. Applica algoritmi di intelligenza artificiale a macchine e dispositivi, perché possano imparare a leggere l’ambiente che sta intorno, interagire e muoversi all’interno di esso. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Marko Bertogna, founder di Hipert
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Ci sono imprese che abitano già il
futuro, talvolta senza neanche rendersene conto. Sono lì alla frontiera, pronte
a indicarci il cammino, avendo già percorso pezzi di strada ancora inesplorati
con quel mix di coraggio, consapevolezza, lucida visione. Insomma, guidare
verso il futuro, letteralmente. Perché queste imprese non si accontentano del
“si è sempre fatto così”, concetto assai noto che esprime la retorica ormai
inflazionata della strada più sicura perché già battuta in lungo e in largo.
Semmai argomentano all’opposto e tirano in ballo un “perché no?!”.
Identikit
dell’azienda.
Ecco, la storia che stiamo per raccontare corre veloce nelle strade del domani,
partendo dalla forza di un distretto che nei decenni ci ha visto sempre lungo.
Studio matto e disperatissimo e quindi ricerca senza confini, gioco di squadra
anche tra squadre diverse – e quindi capacità di fare sistema, parola che non
va tanto di moda – e concretezza nella visione. In fondo è sempre stata questa
la ricetta vincente di quell’ecosistema dell’automotive che dall’Emilia arriva
a lambire ogni angolo del mondo. Questa impresa proprio qui ha deciso di
attecchire e di ripensare il mercato tenendo assieme capitale umano e capitale
tecnologico e lavorando anche con grandi imprese. È Hipert, spinoff
dell’Università di Modena e Reggio Emilia specializzato nella fornitura di
sistemi di guida autonoma di nuova generazione per veicoli industriali,
autoveicoli e droni. Ad accenderla Marko Bertogna, ordinario di informatica e
studioso dei sistemi di embedded legati all’intelligenza artificiale, ossia quei
modelli dove l’AI viene inserita nei veicoli in movimento. Hipert è lo spin-off
dell’Hipert Lab, ossia High-Performance-Real-Time Laboratory fondato nel 2012
all’Università di Modena e Reggio Emilia. L’azienda oggi ha cinque anni di
vita, conta 80 ingegneri al lavoro per 3 milioni di euro di fatturato. Bertogna
è un professore startupper, potremmo dire. Ce ne sono tanti in giro per
l’Italia, ma se ce ne fossero di più tutto andrebbe un po’ meglio nelle mappe
sgualcite che ci indicano il futuro. «Accademia e imprenditoria hanno forme
molto diverse, ma noi proviamo ad accorciare le distanze con una didattica
applicata», afferma Bertogna. Ecco, si parla ancora di strada da percorrere, da
accorciare, da fare insieme. “Crediamo fermamente che l’intelligenza artificiale
rappresenti un’opportunità di potenziamento per l’essere umano. Immaginiamo un
futuro in cui ogni cosa in movimento sarà autonoma. Applichiamo algoritmi di
intelligenza artificiale a macchine e dispositivi perché possano imparare a
leggere l’ambiente che gli sta intorno, interagire e muoversi all’interno di
esso. Autonomamente”. È il credo dell’azienda che oggi intercetta giovani
talenti e professionisti di lungo corso.
I tratti distintivi. In Hipert la specializzazione è in soluzioni full-stack per la guida
autonoma al servizio di settori che spaziano dall’automotive alle tecnologie
per le smart city. La competenza nello sviluppo software e nell’integrazione
hardware garantisce che i veicoli autonomi siano in grado di percepire
l’ambiente circostante, pianificare azioni ed eseguire comandi con precisione e
sicurezza. Ecco l’intuizione geniale: non è tecnologia fine a se stessa, ma
inserita in un ecosistema fisico, reale, tangibile. L’ambiente conta eccome.
Anche oggi. E forse – come diciamo spesso in questo nostro podcast – ancora di
più. Affrontando le sfide della prevedibilità computazionale si migliorano le
prestazioni delle piattaforme di elaborazione parallela per sistemi in tempo
reale. I sistemi robotici operano così in modo efficiente e sicuro in ambienti
dinamici. «Le nostre competenze spaziano tra sistemi di guida autonoma,
intelligenza artificiale, calcolo parallelo, sistemi real-time, ingegneria
robotica, localizzazione e mappatura, oltre a protocolli di sicurezza.
Affrontiamo sfide complesse e innoviamo costantemente. Oggi realizziamo chip
della grandezza di un centimetro quadrato, più performanti e più piccoli
rispetto ai processori del passato. Ci dedichiamo all’intelligenza artificiale
applicata innestandola in veicoli, bracci robotici, droni», precisa Bertogna.
Il nome dell’impresa significa hi-performance real-time e declina i sistemi
computazionali performanti in tempo reale. Il punto di forza sta nella capacità
di creare sistemi coesi che si muovono in ambienti complessi con precisione e
affidabilità. E alla base c’è la sicurezza. Un’impresa che ci ha visto lungo,
arrivando prima di altri, anche nella scelta dei partner. «Abbiamo iniziato a
lavorare con Nvidia ben quindici anni fa e avevamo intuito la portata di questa
realtà», conclude Bertogna. Ecco allora l’abilità dei pionieri, esploratori di
futuro. Fiutano il domani, partendo dalla cosa più preziosa: l’ascolto.
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