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FARE INSIEME - Ep. 181 - Imeva, quell’impresa assai speciale che si occupa di componentistica industriale e di processo

«Il nostro DNA si è sempre basato su competenza e professionalità»

14/03/2024

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A Cognento, piccola frazione modenese che si affaccia sull’Autostrada del Sole e sulla tangenziale di Modena, quarantacinque anni fa nasce un’azienda diventata leader per la fornitura di componenti per impianti industriali e di processo. Una rivoluzione tecnica guidata dal capitale umano. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Paolo Campioli, oggi Amministratore Delegato di Imeva

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

“La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore”. Può sembrare un paradosso, ma nel cuore del distretto industriale modenese c’è un’azienda d’eccellenza che ha scelto questo pensiero del filosofo francese Voltaire per raccontarsi. Una frase che diventa manifesto identitario. La si legge all’ingresso di Imeva, società di fornitura componentistica industriale e di processo nei principali settori industriali presenti del territorio. Così anche quando si parla di valvole di regolazione, strumentazione di processo, pompe e scambiatori di calore si parte sempre dalle persone. Siamo a Cognento, frazione modenese con poco meno di tremila anime attraversata da quell’Autostrada del Sole che la connette col resto d’Italia e dalla tangenziale di Modena. È lo stesso nome della frazione a rivelarci di più sulla storia che stiamo per raccontare. Perché l'etimologia deriva dal participio latino cogens, ossia che raccoglie. Così il significato di Cognento, tradotto liberamente, diventa il luogo che accoglie la gente. In epoca antica, infatti, il problema delle inondazioni e delle relative infezioni trasmesse dalle paludi circostanti la città di Modena – con scarsissime condizioni igieniche e sanitarie – spingevano gli abitanti in un’area in cui si potesse condurre una vita più salutare. Da qui l’approdo a Cognento.

Identikit dell’azienda.
L’azienda nasce quarantacinque anni fa grazie a Gianni Campioli, classe 1938, idraulico curioso e lungimirante, appassionato e infaticabile, all’epoca impiegato come impiantista. Alle spalle una formazione da quinta elementare, ma la capacità di intuire che costruire una società commerciale dedicata ai componenti e agli impianti industriali potesse essere l’idea vincente. E così è stato. «Tutto è partito dall’intuizione di mio padre, uomo che per necessità di vita ha terminato solamente le scuole primarie, ma al momento giusto ha compreso la necessità di creare una società dedicata alla componentistica industriale e di processo, a suo tempo non presente nel nostro territorio e quindi con grande potenzialità se sviluppata nel modo corretto. Da lì poi l’alleanza con il primo socio, l’ingegnere Armaroli che in azienda a detta sua doveva essere la parte di sapere e di conoscenza dei processi industriali», ricorda Paolo Campioli, oggi Amministratore Delegato di Imeva. Insomma, l’ingegnere inciampa in cantiere sulla chiave inglese di Campioli e con questo matrimonio lavorativo inizia il commercio di prodotti. Poi i due soci si orientano alla vendita di componenti industriali, aiutati dall’arrivo in azienda di Tiziana e del figlio di Gianni, Paolo. Poi nel Duemila c’è l’ingresso di Massimo, il nuovo socio, e Manuel, figlio dell’ingegnere Armaroli, Il team si amplia. Tutto cambia e anche il territorio evolve, generando e confermando eccellenze industriali. Oggi la squadra conta quasi venti persone in organico, un mercato decisamente rivolto alle società della regione e in modo particolare al mondo manifatturiero della via Emilia, locomotiva dell’economia IT per i settori alimentare, ceramica, automotive, packaging e impiantistica industriale. Il fatturato è di 8,5 milioni di euro, sempre in crescita negli ultimi dieci anni, superando crisi economiche e pandemie varie. Ma fare impresa non è mai qualcosa di statico, perché vive in un contesto in costante mutamento. «Certo, ma senza farsi travolgere troppo dai cambiamenti che il sistema ci vorrebbe imporre, un mercato che per quanto riguarda la nostra visione e il comprensorio dove operiamo chiede sempre più professionalità e competenza. Il mutamento necessario è sicuramente nel come si fa impresa, dove serve massima attenzione al team e alla forza che questo può avere sul risultato aziendale», racconta Campioli. Competenza, professionalità e flessibilità nell’affrontare il lavoro: queste le parole chiave di Imeva per affrontare le sfide di un mercato complesso. E ancora una volta tutto passa dal capitale umano. «Il nostro DNA si è sempre basato sulla competenza e sulla professionalità come valore aggiunto per la clientela, in un mercato dove tutto si può trovare con un semplice clic, tranne la disponibilità delle persone nel proporre e trovare soluzioni», dice Campioli. È la conferma di quanto scriviamo e diciamo da tempo. Persone prima, tecnologie dopo. Ma le due voci strettamente collegate tra loro. È questa la ricetta di successo del fare impresa in Emilia.

Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

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