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FARE INSIEME - Ep. 98 - Iperwood, tanta ricerca e visione per il legno rigenerato attento all’ambiente

«Abbiamo creato un prodotto con una vita utile superiore ai trecento anni. Per questi motivi ci permettiamo di dire che è un’eccellenza»

12/12/2022

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A Ferrara venti anni fa nasce un’azienda che sin dall’esordio ha provato a declinare il proprio impegno verso un minor impatto ambientale. Identikit di Iperwood, azienda che produce e commercializza Novowood un materiale  composito ecosostenibile nato da una idea incentrata sulla ricerca di prodotti basso impatto ambientale e a ridotta manutenzione. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Andrea Pizzardi, AD di Iperwood

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Hannopensato fuori dagli schemi. Di più. Hanno anticipato le emergenze ambientali ehanno deciso di fare innovazione sostenibile prima degli altri. Se le miglioriorganizzazioni si interrogano sempre sul mondo che verrà, c’è un’impresa delferrarese che è nata già proiettata nel futuro. Quel futuro porta la data 2002,quando era ancora pionieristico parlare di impatto ambientale. Eppure c’è chisi è messo in testa di cambiare le cose. Nasce così Iperwood, a seguito diun'esperienza di oltre trent’anni nel mercato del legno esotico, soprattutto nellaricerca e commercializzazione di essenze di elevata durabilità per diversiambiti di applicazione.

L’idea sostenibile.
A mettere in piedi questa realtà dalcuore verde è Andrea Pizzardi,classe 1979, amministratore delegato di Iperwood. Ha iniziato a lavorare sin dagiovane nell’azienda del papà legata alla realizzazione di porti turistici ecostruzione di pontili galleggianti. «Per creare dodici metri di passerella lineareera necessario l’abbattimento di quasi tre alberi. Uno spreco troppo elevato.Bisognava pensare a qualcosa di diverso, e soprattutto fare. Il legno diarredo da interno dura una vita, ma trovarsi ad abbattere degli alberi percalpestarli ci ha fatto fare questa riflessione», ricorda Pizzardi. Obiettivosfidante: ricercare, analizzare e commercializzare essenze lignee accomunatedalla elevata durabilità adatte ad ambiti di applicazioni dove è richiesta onecessaria una bassa manutenzione. Si va dai pali di segnalazione dei fiumi edei mari inattaccabili dai microrganismi acquatici alle palancole in essenzaesotica che durano cento anni usate come argine di fiumi e canali. Da quil’idea di un prodotto composito per applicazioni di rivestimento orizzontali everticali per pavimentazioni da esterno, facciate ventilate, frangisole e frangivista. Negli anni Iperwood si è imposta sul mercato con la commercializzazionedi Novowood, un nuovo materiale frutto di tanta ricerca e sperimentazione e presentein 33 Paesi nel mondo. Oggi Iperwood si estende su un’area di circa 8.000 metriquadrati, di cui 5.000 di capannoni, conta 23 dipendenti e 16 agenti sul mercatoitaliano e registra un fatturato di 4,5 milioni di euro con una crescita del 20-25%.Un mercato estero in ampliamento legato per il momento al 15% dei progettirealizzati. «Siamo in grande espansione,siamo partiti come azienda di ricerca oggi disponiamo di quattro linee di estrusione,un laboratorio di analisi interno oltre a un ufficio tecnico-commercialecomposto di dieci persone. La crescita impone maggiori risorse e stiamocontinuando ad assumere personale»,dice Pizzardi. 

La storia.
Ricerca, si diceva prima.Tanta e trasversale. Così nasce un prodotto che garantisce durabilitàe che per la sua produzione permette il recupero dellematerie prime riciclate, oltre alla possibilità di essererigenerato più volte al termine del suo ciclo di vita. Nel 2004, in collaborazionecon la facoltà di ingegneria dei materiali dell’Università di Ferrara, inizia lo sviluppo di Novowood. Si tratta di un composito creato da farine di legno di recupero epolimeri. La ricerca si pone come obiettivo la ridotta manutenzione eresistenza dello stesso ai climi marini, i più aggressivi per ogni materiale. Dopo tanti studi e test di laboratorio nello stesso annoviene prodotta la prima doga estrusa in Novowood. Il prodottoè proposto da subito nel mercato dei marinas e pontili galleggianti e, grazieal suo successo, nel 2008 viene ampliato il suo ambito di utilizzo ancheal mercato dell’edilizia. «Per la produzione di Novowoodutilizziamo farina di legno derivante dai processi dello scarto delle lavorazionidelle fabbriche del legno, come la segatura e la piallatura. Non abbattiamonessun albero per ottenere il prodotto, che è composto da polimeri anch’essiderivati da sfridi della produzione della plastica. Il tutto si miscela con il10% di additivi che donano il colore e ne permettono la durabilità nel tempo», precisa Pizzardi.Oltre a provenire da materiali riciclati – ossia da materie primeseconde – al termine del suo ciclo di vita Novowood può essere rimacinato erigenerato fino a venti volte. «Abbiamo quindi creato unprodotto con una vita utile superiore ai trecento anni. Per questi motivi cipermettiamo di dire che è un’eccellenza. Lo studio si è basatosulla volontà di togliere i difetti comuni del legno, evitando manutenzione escolorimento», dice Pizzardi. Iperwood è quindi è in grado di fornire sistemi esoluzioni innovative per decking, rivestimenti, persiane e pannelli scorrevoli,offrendo ai propri clienti anche speciali sistemi sottostruttura adatti amolteplici campi di applicazione. C’è poi un ufficio tecnico all’avanguardia per supportare iprogettisti nella creazione di rivestimenti ad alto impatto visivo. L’evoluzione diNovowood e la sempre maggiore attenzione all’ambiente hanno permesso diacquisire nel 2021 la certificazione ReMade in Italy, che attesta oltre alla produzionein Italia anche la percentuale dimateriale riciclato al suo interno. Un dato importante: si tratta dell’81,5%. «Ci stiamo sempre più orientando sull’innovazione del prodotto, della propriagamma di profili e finiture, nonché dei sistemi integrati cioè dell’insieme diaccessori necessari che possano permettere una facile applicazione del prodottostesso. Siamo inoltre focalizzati su ambiti nuovi ascoltando anche le necessitàdei clienti e dei mercati», conclude Pizzardi. Quando si parla di sostenibilità,la differenza si fa nei fatti, oltre gli slogan.

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