Unire meccanica e innovazione per offrire un servizio di consulenza integrato. L’azienda nasce nel 2006 a Calderara di Reno, all’ingresso di quella Motor Valley fiore all’occhiello dell’Emilia. Il progetto è stato pensato da Fabio Di Martino assieme al socio e tecnico Gianni Fabbretti. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Fabio Di Martino, CEO di Mechinno
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Perché dobbiamo
andare necessariamente
all’estero per pensare e produrre innovazione? Se ci pensiamo è una domanda
tanto banale, quanto difficile da affrontare. Soprattutto se spostiamo le
lancette di quasi vent’anni, in un’epoca storica caratterizzata da una forte
spinta alla delocalizzazione estera. Eppure nel lontano 2006 questa domanda se
l’è posta Fabio Di Martino, ingegnere meccanico siciliano trasferitosi ben
presto in Emilia, dopo essersi confrontato con molte realtà anche a livello
internazionale, in particolare in India. Di Martino negli anni ha lavorato all'estero sui servizi di ingegneria, operando per conto di clienti italiani che avevano pensato di portare fuori la produzione, anche quella più ingegneristica, e quindi di maggior
valore. Perché dobbiamo andare necessariamente all’estero per
pensare e produrre innovazione? Nei primi anni del Duemila
ritorna ossessivamente la domanda nella testa di Di Martino, al punto da determinare
il suo futuro percorso imprenditoriale. E di metterlo in pratica quasi
controcorrente. «Abbiamo sempre avuto ottimi
ingegneri in Italia, forse senza esserne troppo consapevoli. Invece all’epoca
si parlava di offshoring perchè si pensava costasse meno. Ma quando si parla di capitale umano risparmiare non è mai una mossa
saggia», afferma Di Martino.
Storia di un’intuizione. Così nasce Mechinno. Nomen omen,
come recita la nota locuzione latina. Perché per capire il senso di questa
eccellenza emiliana dell’ingegneria hi-tech
si può partire da
quella crasi che in fondo diventa un manifesto valoriale. Mechinno unisce Meccanica e
Innovazione. Dal
2006 l’azienda ha un obiettivo ambizioso: fornire
alle aziende quel supporto ingegneristico necessario a garantire un elevato
livello di competenze,
evitando di intaccare il gap qualitativo e
permettendo di sviluppare prodotti innovativi senza dover affidarsi ad
alternative remote e declassificanti. La società diventa un acceleratore dell’innovazione, un
coach per disegnare nuove pagine di futuro. Siamo a Calderara di Reno, quasi quindicimila anime nell’area metropolitana bolognese, alle porte di quell’area che viene definita Motor Valley. Qui al lavoro ci sono 130 professionisti impegnati a dare
risposte alle imprese manifatturiere dai servizi industriali di alto livello, flessibili e
personalizzabili: si
va dal concept al design, fino alla progettazione, alla prototipazione e alla produzione. L’obiettivo è mettere a disposizione un supporto che lega competenze umane e
tecnologiche evolute. Persone e macchine in grado di competere. L’azienda
registra un fatturato di 8,6 milioni di
euro, con un incremento del +7% anno su anno. Pensare,
ripensare, fare. Le sedi sono tre e quella principale a Calderara di Reno conta
un ufficio tecnico di oltre 1.000 metri
quadrati.
Ascolto dei clienti. Tutto parte da Fabio Di Martino, dicevamo prima.
Classe 1968, una laurea in
ingegneria meccanica
conseguita
all’Università di Firenze e da sempre orientato all’ascolto delle aziende e del
mercato. «Analizzando i processi
di gestione relativi alle attività di ingegneria da remoto, mi sono reso conto che quelle realtà italiane,
connotate da qualità e alte performance di prodotto, rischiavano di compromettersi a causa di una
concorrenza incentrata sulla quantità a scapito della qualità. La gestione da remoto dell’innovazione di prodotto
rischiava, quindi,
di assottigliare sempre più quel gap che li distingueva da prodotti di qualità
inferiore», racconta Di Martino, che ha intrapreso questa
scommessa da startupper partendo proprio dal settore automotive, fiore
all’occhiello dell’innovazione in quel distretto d’eccellenza modenese. «Possiamo garantire un servizio di alta qualità
anche in situazioni di tempistiche frenetiche e ristrette. Oggi offriamo la possibilità di lavorare su più settori ai giovani ingegneri, puntando su una ibridazione delle competenze e una visione allargata, erogando alle imprese manifatturiere servizi industriali di alto
livello, flessibili e personalizzabili. Bisogna saper cogliere le evoluzioni del mercato, puntando sempre sulle persone», conclude Di Martino. Ingegneria qualificata certamente, ma ciò che conta è la capacità di
mettersi in gioco. E di ascoltare per davvero un mercato del lavoro che corre
veloce.
Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/
Leggi le altre interviste