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FARE INSIEME - Ep. 248 - PFB, la ricetta vincente nella componentistica degli ascensori

«Puntiamo sempre più in alto»

14/4/2025

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Da Modena al mondo intero. PFB progetta e produce componenti per ascensori 100% made in Italy dal 1964 ed esporta oltre il 50% del fatturato in 60 Paesi con una squadra di 33 persone per più di 2,6 milioni di dispositivi di sicurezza venduti in tutto il mondo. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Riccardo Bevini, oggi alla guida dell’azienda di famiglia insieme al padre Alberto, la socia Meri Pinzetta e la figlia Giulia

di Giampaolo Colletti

@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

La vita, si sa, è fatta di salite e di discese. In fondo quelle salite sono faticose, sembrano infinite, eppure una volta arrivati in alto si gode di un panorama mozzafiato. Le discese? Appaiono più facili da affrontare, dopo tanta fatica fatta per salire in cima. Possono sembrare persino un gioco da ragazzi, eppure sono insidiose perché ci illudono rispetto a quello che viene dopo. “La natura dell’uomo non è di avanzare sempre, ha i suoi alti e i suoi bassi”. Così scriveva il matematico e fisico francese Blaise Pascal a cavallo del Seicento. Ecco, tutto questo vale per la vita di ogni individuo e per quella delle aziende.

Storia dell’azienda.
La storia che stiamo per raccontare ha molto a che fare con gli alti e con i bassi. Non a caso l’azienda si occupa di ascensoristica e in particolare di componenti di sicurezza. Ma partiamo dagli esordi. Tutto nasce in una piccola fabbrica artigianale a conduzione familiare che faceva lavorazioni per conto terzi. Siamo nel lontano 1959, quando questa realtà si chiamava ancora solo FB, ossia le iniziali di Franco Bevini. Solo cinque anni dopo, nel 1964, la società diventa PFB grazie all’entrata dei due nuovi soci Pinzetta e Baraldi. Alti e bassi, dicevamo. Il momento più difficile risale agli inizi degli anni Ottanta, quando si acquistano due torni a controllo numerico e si fa così un investimento troppo grande per l’epoca, tutto poi brillantemente superato dalla seconda generazione che prende il testimone e arriva a moltiplicare di ben 15 volte il fatturato. In particolare una scelta si rivela vincente: spostare le energie su una propria produzione a marchio PFB, ossia i componenti per ascensori che ancora oggi vengono realizzati, abbandonando il conto-terzi che aveva accompagnato l’azienda fino a quel momento. A seguito dell’improvvisa scomparsa di Franco Bevini, nel 1992 la gestione passa interamente ai figli. In questo caso la nuova generazione porta l’azienda ad un’espansione internazionale, alla creazione di una vasta gamma di prodotti e al raggiungimento dell’obiettivo di oltre 10 milioni di euro di fatturato. «Il momento più appagante? Quando a partire dagli anni Duemila l’azienda si è posizionata come leader nel mercato ascensoristico ed è tuttora riconosciuta come tale in tutto il mondo grazie all’offerta di prodotti con elevato rapporto qualità/prezzo e totalmente made In Italy, garantendo la massima serietà ogni giorno a clienti provenienti da oltre 60 Paesi nel mondo». Così afferma Riccardo Bevini, ventiseienne modenese di nascita, terza generazione dell’impresa di famiglia insieme a Giulia, al lavoro dal 2017 insieme ad altre 33 persone in squadra per più di 2,6 milioni di dispositivi di sicurezza venduti in tutto il mondo.

Identikit dell’azienda.
Siamo a Modena, dal 2005 nella nuova sede in zona Torrazzi. Qui si producono componenti per ascensori dal 1964, esportati oltre il 50% del fatturato. «A proposito di alti, qui c’è anche una torre di prova di 8 metri che permette di eseguire test unici in Italia sui prodotti e che viene utilizzata dagli enti certificatori per approvare i nuovi dispositivi che progettiamo ogni anno. Ci occupiamo di progettare e creare i prodotti che verranno poi installati su impianti ascensoristici, automatici o trasloelevatori. La forza è legata alla qualità del prodotto creato dai nostri ingegneri per durare nel tempo. Abbiamo prodotti di sicurezza che hanno operato senza necessità di sostituzione per oltre trent’anni, salvando la vita di migliaia di persone. Il made in Italy ci permette di esportare il nostro know-how, mettendo in mostra la qualità dei materiali e delle lavorazioni che sono – nella stragrande maggioranza dei casi – eseguite a Modena e provincia. Ci distinguiamo per un customer care particolarmente efficiente: le richieste ricevute dai clienti vengono gestite nel 90% dei casi entro le 24 ore», precisa Bevini. Guardare sempre in alto, potremmo dire così. Anche nella ricerca di nuovi materiali. «Oggi ci troviamo in una fase di intenso sviluppo tecnico. Abbiamo da poco allargato il nostro ufficio R&D con un’area più grande e con più postazioni rispetto a prima. Gli obiettivi nel prossimo triennio sono davvero ambiziosi», dice Bevini. Strutture fisiche, ma non solo. Perché dietro queste soluzioni c’è tanto digitale in un processo senza fine. La prova? Nel 2022 l’azienda ha lanciato l’app PFB sui digital store. Un’applicazione che consente ai clienti di avere il mondo PFB in tasca. Sì, il mondo. Il mondo perché possono esplorare i prodotti con fotografie a 360 gradi, capire gli abbinamenti tra un prodotto e l’altro, avere tutorial di montaggio e scaricare tutta la documentazione tecnica con un semplice tap per averla disponibile ovunque. Ne vanno assai orgogliosi in PFB. «Solo quest’ultimo passaggio, ci ha concesso di risparmiare oltre 1 milione di fogli di carta ogni anno. I nostri piani per il futuro? Nuove gamme di prodotto e nuove sorprese sul fronte digitale». Ecco la ricetta delle organizzazioni di successo. Guardare sempre più in alto, puntare sempre più in alto.
 
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